Lite violenta per gli sms poi le coltellate mortali

Così Antonio Ascione terrorrizzava l’ex moglie Maria Mennella
MORSEGO - DINO TOMMASELLA - MUSILE DI P. - DELITTO MENELLA/ASCIONE - FOTO DAL FACEBOOK DI MARIA ARCHETTA MENELLA E ASCIONE ANTONIO
MORSEGO - DINO TOMMASELLA - MUSILE DI P. - DELITTO MENELLA/ASCIONE - FOTO DAL FACEBOOK DI MARIA ARCHETTA MENELLA E ASCIONE ANTONIO
MUSILE DI PIAVE. Mariarca era una donna single che voleva rifarsi una vita. E proprio per questo stava allacciando nuove relazioni e amicizie con uomini e donne. Persone con le quali si frequentava e si sentiva, anche via messaggino. Proprio quegli sms che l’ex marito Antonio Ascione avrebbe trovato sullo smartphone di Maria Archetta Mennella detta Mariarca, scatenando il litigio che lo ha portato, all’alba di domenica, ad accoltellare la commessa 38enne nell’appartamento di lei a Musile di Piave, dove da due settimane viveva anche lui. Dopo averla massacrata, Ascione ha chiamato il 112 per costituirsi, chiarendo che la sua ex respirava ancora. I suoi ultimi minuti prima che il medico rianimatore del Suem 118 ne dichiarasse il decesso.


Accecato dalla gelosia.
Antonio non accettava che quella che considerava ancora la “sua” Mariarca, in realtà intessesse relazioni con altri e pensasse non più da componente della coppia ma da single. Lui, pizzaiolo 44enne assunto da qualche mese da “Cucinamia” vicino a piazza Drago a Jesolo, non si rassegnava alla fine del matrimonio durato 15 anni. Da due la coppia si era separata consensualmente. Mariarca, nata e cresciuta a Torre del Greco come l’ex marito, aveva accettato il trasferimento nel Veneziano - lavorava come commessa all’Outlet di Noventa - anche per cambiare aria. Pare che con Ascione, almeno in un primo tempo, i rapporti fossero rimasti tutto sommato cordiali, anche nel nome dei due figli della coppia di 9 e 14 anni. Poi la gelosia del pizzaiolo si era moltiplicata a dismisura. Fino all’alba di domenica.


Il divorzio.
Sembra che Mariarca avesse anche ventilato la volontà di divorziare da Ascione, ma gli investigatori non hanno trovato riscontri al momento sul fatto che la donna avesse effettivamente avviato la procedura per sciogliere il matrimonio. Nonostante tutto, a unirli c’erano sempre due figli che vivevano da maggio con la donna a Musile e che, con l’inizio dell’estate, erano andati in vacanza a Torre del Greco dai nonni. Antonio ha evitato loro di essere testimoni della mattanza.


«Terrorizzata».
Che Mariarca non vivesse serena negli ultimi mesi è provato dalle confidenze della donna a familiari e colleghi. Alle sorelle aveva detto che Antonio l’aveva minacciata con un coltello e che lei lo aveva denunciato. I carabinieri della Compagnia di San Donà e del Nucleo Investigativo provinciale, che stanno conducendo le indagini, non hanno tuttavia trovato riscontri su denunce a carico del pizzaiolo, che è incensurato, né raccolto elementi oggettivi a sostegno dei racconti densi di terrore fatti dalla donna ai conoscenti.


L’auto in dono.
Antonio le stava provando tutte per riconquistare Mariarca. Da ultimo, le aveva regalato una utilitaria due giorni prima di ammazzarla. Sabato sera lui le aveva chiesto di andare a prenderlo a Jesolo, alla fine del turno in pizzeria, evitandogli di dover prendere la corriera. Lei aveva detto di no. Un rifiuto legato evidentemente alla volontà di prendere sempre più le distanze dall’uomo nell’ottica della vita da single. Antonio non l’aveva presa bene. Poi la discussione furibonda sui messaggini trovati sul cellulare di Mariarca, il segno evidente dell’indipendenza cercata e voluta dalla donna. E la decisione di mettere fine con tre coltellate al sogno della 38enne di una nuova vita, senza di lui.


«Maria viveva nel terrore», dicono le sorelle e le colleghe di lavoro di Maria Archetta Mennella all’indomani del femminicidio di via Dante a Musile. Ricordano le ultime settimane, la gelosia crescente dell’ex marito che non sopportava l’idea di perderla. Ieri mattina le sorelle sono arrivate a San Donà alla caserma dei carabinieri. Sono ospiti di alcuni parenti di Verona. Volevano vedere la salma di Maria, ma non hanno potuto perché è ancora sotto sequestro in attesa dell’autopsia. Si occuperanno del trasferimento a Torre del Greco, loro città di origine, dove saranno celebrate le esequie.


Rubina Bon




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