Lo scontro sull'Uomo Vitruviano di Leonardo: le 5 cose da sapere

Si sblocca la lunga vertenza sul prestito al Louvre del capolavoro conservato alle Gallerie dell'Accademia di Venezia: le tappe della vicenda, il significato e valore dell'opera, le mostre nel cinquecentesimo dalla morte del genio fiorentino 
The Vitruvian Man, Leonardo da Vinci, 1452 - 1519, Italian painter, sculptor, architect and engineer
The Vitruvian Man, Leonardo da Vinci, 1452 - 1519, Italian painter, sculptor, architect and engineer

VENEZIA. L’Uomo Vitruviano andrà a Parigi: si è dunque sbloccata dopo mesi di braccio di ferro la vertenza fra Italia e Francia per il prestito del capolavoro di Leonardo da Vinci, conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Il via libera è arrivato dal direttore del museo, Giulio Manieri Elia: ok al prestito per otto settimane, per una mostra su Leonardo che si aprirà al Louvre il 24 ottobre.

E oggi, sempre nella capitale francese, il ministro della Cultura Dario Franceschini firma con il suo omologo francese, Franck Riester, il Memorandum di partenariato Italia-Francia per il prestito delle opere di Leonardo al Louvre e di quelle di Raffaello alle Scuderie del Quirinale per marzo 2020.

Di un accordo tra il Louvre e i musei italiani per la grande mostra che si apre nel museo parigino in omaggio a Leonardo per i 500 anni della morte si era parlato durante il governo Gentiloni, su richiesta del Louvre che faticava a stringere in tempo utile per la mostra tutti gli accordi necessari con i diversi musei italiani. Poi le polemiche scoppiate nei mesi scorsi avevano portato ad un freno da parte del governo gialloverde, con un no della Lega in parte mitigato dal ministro 5s.

Oggi, secondo la normativa varata dall'ex ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli, la decisione sul prestito spetta al direttore del museo (l'Accademia di Venezia è uno dei musei autonomi italiani) sentito però il parere della direzione generale arte e paesaggio del Mibac, della direzione generale musei e del segretario generale.

Fu proprio La Nuova Venezia, a fine marzo 2019, a portare alla luce una mail riservata, datata 7 marzo, in cui il direttore per avocazione delle Gallerie dell’Accademia Giovanni Panebianco chiedeva a funzionari veneziani e romani di riconsiderare la questione del prestito della celebre opera, custodita a Venezia dal 1822, parte del fondo del museo e quindi vincolata per legge a non uscire dall’Italia.

Da quel momento è emerso che tra il Mibac e la Francia era in corso una trattativa riservata, avviata nell’ambito della ripresa dei rapporti tra i due Paesi. C’è da ricordare però che già nell’ottobre 2018 sia le Gallerie dell’Accademia che Palazzo Reale di Torino, avevano detto no al prestito a causa della delicatezza delle opere.

A inizio aprile La Nuova Venezia aveva riportato l’analisi dell’Opificio di pietre dure di Firenze che, seppure con tutte le precauzioni, disse che l’opera sarebbe potuta andare in Francia, ma al ritorno sarebbe dovuta restare il doppio del tempo (quindi dieci anni) al buio. La storia dei prestiti era stata avviata proprio dall’allora ministro (per la prima volta) del Mibac Dario Franceschini in modo informale.

Non sarà facile portare in Francia l’Uomo Vitruviano. Italia Nostra sta già preparando un ricorso al Tar e un esposto alla Corte dei Conti. Oggi, in occasione dell’incontro a Parigi tra il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e il suo corrispettivo Franck Riester, è stata infatti confermata l’intenzione di aprire le frontiere agli scambi. Alla fine, dopo mesi e mesi di incertezza, la Francia ha ottenuto l’ok del Mibac a esporre il capolavoro di Leonardo, nato ad Anchiano il 15 aprile e morto ad Amboise il 2 maggio 1519.

Parigi lo vuole infatti esporre nella mostra dedicata ai cinquecento anni dalla morte nella Loira del genio rinascimentale che inaugura il 24 ottobre, tra un mese. «Non bastava la svendita di beni pubblici che già da tempo i veneziani subiscono, ora bisogna subire anche la prevaricazione di scelte politiche calate dall’alto» spiega Lidia Fersuoch, presidente di Italia Nostra «Faremo di tutto legalmente affinché non avvenga».

L’Uomo Vitruviano sarebbe infatti nella lista delle opere che l’Italia darebbe alla Francia, in cambio di tre Raffaello di cui l’Italia avrebbe bisogno per commemorare nel 2020 i cinquecento anni dalla morte del pittore di Urbino. Tuttavia se oggi si arrivasse a questo accordo Italia Nostra già oggi, un mese prima della mostra, potrebbe avviare le azioni legali. Il ricorso al Tar potrebbe rompere le uova nel paniere.

L'ex ministro Alberto Bonisoli alla mostra "Leonardo Da Vinci. L'Uomo modello del Mondo" alla Gallerie dell'Accademia
L'ex ministro Alberto Bonisoli alla mostra "Leonardo Da Vinci. L'Uomo modello del Mondo" alla Gallerie dell'Accademia

Fersuoch ricorda l’articolo 66 comma 2 del Codice dei beni culturali in cui si dice che «non possono uscire dalla Repubblica i beni che costituiscono il fondo principale di una determinata e organica sezione di un museo, pinacoteca, galleria, archivio o biblioteca o di una collezione artistica o bibliografica», come lo è l’Uomo Vitruviano per le Gallerie dell’Accademia.

«Oltre a questo sembra che non ci sia la richiesta formale della Francia» spiega Fersuoch, annunciando una richiesta di accesso agli Atti «In più ipotizziamo che ci possa essere un danno erariale perché, se dovrà stare chiuso dieci anni, il doppio del tempo, significa che i cittadini ne sarebbero privati. Per non parlare del danno culturale nel caso in cui succedesse qualcosa».

Quando lo scorso anno la Francia lo aveva richiesto, la ex direttrice Paola Marini aveva dato parere contrario, anche su indicazione della responsabile del gabinetto delle stampe che più volte si era espressa in modo contrario all’idea del prestito.

Negli scorsi mesi l’ex segretario generale del Mibac Giovanni Panebianco aveva chiesto di riconsiderare il prestito. L’Opificio di Pietre Dure di Firenze e l’Istituto del Restauro di Roma avevano dato invece parere positivo allo spostamento del disegno, ma non le Gallerie dell’Accademia. «Se succedesse qualcosa al disegno di Leonardo il mondo si priverebbe di un’opera unica» prosegue Fersuoch «Proprio per questo le Gallerie dell’Accademia la scorsa volta avevano detto di no».

Gli scenari, con un eventuale ricorso al Tar, lasciano immaginare non poche difficoltà. Dati i tempi strettissimi, potrebbe essere direttamente il presidente del Tar in persona a decidere se sospendere il prestito o respingere il ricorso e farlo partire. Se l’Uomo Vitruviano partisse ci sarebbe comunque il rischio di un parere contrario dei giudici che comunque si dovrebbero riunire in un secondo momento nella prevista Camera di consiglio. Nel caso in cui invece il presidente del Tar chiedesse la sospensiva, i tempi si allungherebbero e il disegno potrebbe non arrivare per l’inaugurazione.

È poco più grande di un foglio A4 (34x24 cm), il disegno più famoso di sempre. In esso si condensa il pensiero di Leonardo da Vinci sulla figura umana, che condizionò tutto il Rinascimento e non solo. Celeberrima rappresentazione delle proporzioni ideali del corpo umano, dimostra come possa essere armoniosamente inscritto nelle due figure “perfette” del cerchio, che rappresenta il Cielo, la perfezione divina, e del quadrato, che simboleggia la Terra.

L’opera viene attribuita al periodo in cui Leonardo, in viaggio per Pavia (21 giugno 1490), ebbe modo di conoscere Francesco di Giorgio Martini, che lo rese partecipe del suo Trattato di architettura e della lezione di Vitruvio del cui trattato “De architectura” aveva iniziato a tradurre alcune parti. Leonardo infatti si definiva “omo senza lettere” (uomo senza cultura), poiché non aveva avuto un’educazione che gli permettesse di comprendere il testo latino.

La rielaborazione in volgare dei concetti vitruviani fu così particolarmente stimolante. Il disegno è conservato a Venezia dal 1822, quando il governo austriaco lo acquistò (insieme ad altri 25 disegni di Leonardo) dagli eredi del collezionista milanese Giuseppe Bossi.

Leonardo da Vinci morì il 2 maggio 1519 ad Amboise, in Francia. Questo spiega il fiorire delle commemorazioni e delle mostre, a 500 anni dalla scomparsa del genio fiorentino. Pittore, scultore, inventore, scenografo, ingegnere militare, anatomista, uomo di scienza: tutto questo è stato Leonardo, talento poliedrico e multidisciplinare come pochi nella storia.

Fra i tanti eventi a lui dedicati in questo anno del cinquecentesimo dalla morte, alcuni sono ancora in corso. Segnaliamo a Milano “La cena di Leonardo per Francesco I”: un capolavoro in seta e argento, che dal 7 ottobre al 17 novembre porta nel capoluogo lombardo il celebre arazzo dei Musei Vaticani con il Cenacolo leonardesco. A Vinci, il borgo natio di Leonardo, fino al 15 ottobre la mostra Leonardo da Vinci. Le origini del Genio che espone la sua prima opera datata, il Paesaggio.

Leonardo nacque nel 1452 a Vinci. Si formò nella bottega di Andrea del Verrocchio, che in quegli anni era una delle più importanti di Firenze, vera e propria fucina di nuovi talenti. Fu architetto, pittore, scultore, disegnatore, trattatista, scenografo, anatomista, botanico, musicista, ingegnere e progettista. E' considerato uno dei più grandi geni della storia dell'umanità. Fra i capolavori, citiamo La Gioconda, conservata al Louvre, considerato forse il quadro più famoso del mondo, La Vergine delle Rocce, La battaglia di Anghiari, L'Ultima Cena. 

(a cura di Enrico Pucci, testi di Vera Mantengoli, Marina Grasso) 

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