L’ultima zampata di Elsa, il puma “naturalizzato” a Marghera

VENEZIA. Elsa, nata nel 1995 e morta il 7 dicembre 2012. Diciassette anni vissuti per metà al terzo piano di uno dei condominioni del quartiere Cita a Marghera, tra passeggiate in strada, baruffe di quartiere, occhi basiti del passanti sempre addosso; e per metà vicino a Roma, nella campagna di Aprilia, ospite dello Zoo delle Star di Daniel Berquiny. Elsa, con il mezzo metro di unghie un tantino limate, che non si sa mai. Elsa che una bella mattina di agosto, nel 1998, stramazzò giù dal terrazzino finendo nel bel mezzo del parchetto giochi dei bimbi. E lei, tutta contenta, con un bambino voleva giocare: gli mise una zampa sulla spalla, giusto per un primo contatto, e ancora un po’ arrivava il corpo dei marines al completo.
Già. Perché la mitica Elsa, dal carattere pur mite e affettuoso, era un bellissimo puma. Il famoso puma del quartiere popolare Cita che tante mediatiche attenzioni si tirò dietro da quando Anna, moglie innamorata, la regalò a Derio Groppello, oggi 59 anni, marito che andava pazzo per i grandi felini. Era il 1995 quando Anna annunciò quello schianto di sorpresona: il cucciolo di puma. Elsa appunto. Da quel giorno tra Anna, Derio e i 50 chilogrammi di felino, fu amore, un grandissimo amore. In quell’appartamento nella Torre 27, Elsa ha mosso i primi passi, ha dormito nel letto con Anna e Derio, ha allegramente imparato le regole della vita in condominio, che non sono esattamente quelle delle montagne americane dove in natura il puma, o coguaro, vive e dove per i nativi era il massimo: il più leale, il più coraggioso, il più ingegnoso.
Tutti i pomeriggi marito o moglie portavano Elsa a spasso, con il guinzaglio, sotto gli sguardi esterrefatti dei passanti. E, ogni estate, vacanze in tenda. Con Elsa. Niente male quando i coniugi Groppello chiamavano il campeggio: «Scusi, accettate animali?». «Sì sì», rispondeva quel povero cristo del gestore. E arrivavano Anna, Derio con Elsa. Facile immaginare l’umore dei vicini di tenda quando la mattina, mettendo il naso fuori dalla lampo, si trovavano faccia a muso con un puma. E giù problemi, questioni, accuse. A Marghera sono arrivati polizia e forestale più volte a controllare: tutto ok. Elsa in salotto sotto esame: quanto a reazioni e obbedienza, si è beccata la lode. Meglio di una pecora. Sono passati gli anni, con i figli della coppia a rimproverare mamma e papà di star più dietro al puma che a loro, e con un dipendente Enel che ha rischiato di sputare il cuore quella volta che nel pianerottolo del condominio si è trovato davanti Elsa, sola. Era scappata un attimino. Poi le leggi, il divieto di tenere in casa animali di tal fatta: Anna e Derio hanno dovuto cedere. E hanno scelto il miglior posto dove mettere Elsa a pensione, lo Zoo delle Star a Fossignano, vicino ad Aprilia.
Il proprietario, Daniel Berquiny, rumeno, 63 assai aitanti anni, dopo un acrobatico e glorioso passato circense, da decenni addestra animali per il cinema e la tivù. Da Bingo Bongo di Celentano (lo scimpanzè ora ha 44 anni, è una delle “star” dello zoo e sta benone) alla tigre di Sandokan, dai cammelli con Benigni (“La tigre e la neve”) alle ultime puntate del Commissario Rex e Squadra Antimafia. È sempre lui, Berquiny, che accontenta ogni bizza dei registi. Come quell’olandese che voleva delle lucertole che cadessero da un albero in mano al protagonista e poi morissero. «Le ho fatte stare immobili, tipo ipnotizzate», racconta Daniel, che partecipa ai film anche come attore, «facile non è stato, ci ho passato ore e ore. Ma io sono uno che insiste».
A lui Anna e Derio portarono quasi dieci anni fa Elsa. E lui l’ha trattata come fosse uno dei suoi amatissimi animali. Nel frattempo la coppia di Marghera si è presa un camperino e ha rivoluzionato la propria vita, andando per anni, ogni 15 giorni o ogni mese, a trovare Elsa. Basta vacanze, basta altre spese, Berquiny e il suo zoo con dentro Elsa sono diventati un’altra casa. È nata un’amicizia con Daniel, la sua compagna Susy Niemen (una delle storiche famiglie circensi italiane) e la figlia Greta, a 7 anni già attrice e acrobata a cavallo.
«Elsa è vissuta parecchio, in natura i puma vivono circa 12 anni, lei ne ha vissuti 17. Il suo momento era arrivato. Se n’è andata dormendo, l’abbiamo trovata morta la mattina. Da un po’ avevo cominciato a preparare Anna e Derio all’imminenza della fine. Verranno qui sabato. In tutti questi anni siamo diventati amici, ho tenuto Elsa e “sopportato” loro: voglio proprio vedere se adesso continueranno a venire... insomma, se era amicizia con me o arrivavano solo per Elsa. Io scherzo, sapete, a loro voglio molto bene».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova