Malattia di Kawasaki, due casi sospetti. I bimbi ricoverati in Pediatria a Padova

Da Dalt: «Allerta arrivata dalle zone più colpite dal virus». Mondo scientifico al lavoro per verificare se sia una complicanza
 PADOVA
 
L’allerta era arrivata già qualche giorno fa da alcune delle zone più colpite dal Covid-19: i pediatri di Bergamo, così come quelli inglesi, francesi e americani, avevano notato un boom di insorgenza della malattia di Kawasaki proprio in corrispondenza dell’epidemia di coronavirus, avevano messo in guardia i colleghi dell’Azienda ospedaliera di Padova, invitandoli a vigilare sul possibile incremento dei casi di una patologia solitamente rara. Detto, fatto: dopo l’avvertimento, si è presentata, puntuale, anche la patologia: sono due, infatti, in questo momento, i casi sospetti allo studio nella Pediatria dell’Azienda ospedaliera. Ma è verosimile che non siano gli ultimi.
 
«Ci era arrivato un “alert” dai colleghi, per un incremento della malattia di Kawasaki o di sindromi infiammatorie acute riscontrato in zone colpite più duramente dal coronavirus» sostiene la professoressa Liviana Da Dalt, direttore del Pronto soccorso pediatrico «e, sebbene non tutti i bimbi colpiti abbiano manifestato un’infezione pregressa riconducibile al virus, possiamo dire che in questo momento c’è una grande attenzione del mondo pediatrico tesa a stabilire, innanzitutto, se l’insorgenza di queste sindromi infiammatorie possano essere una complicanza tardiva del Covid-19».
 
In tutto sono tre i casi di Kawasaki, precedentemente individuati e non correlati al coronavirus, diagnosticati nel 2020 e 12 i casi di Covid seguiti dalla Pediatria negli ultimi due mesi. Per quanto riguarda i due casi di sindrome infiammatoria acuta (un caso di Kawasaki conclamato, e un secondo di Kawasaki like, rapportabile cioè alla malattia) riscontrati negli ultimi giorni nel Pronto soccorso pediatrico e seguiti poi in Reumatologia: in uno sono stati riscontrati gli anticorpi del Covid, mentre il secondo caso è ancora allo studio.
 
«Conosciamo bene la malattia di Kawasaki» prosegue Da Dalt « si tratta di una patologia che interessa i bambini soprattutto in età prescolare, anche se può comparire anche in età adolescenziale. Si tratta di un’importante sindrome infiammatoria delle arterie di medio calibro di cui, tuttavia, non conosciamo le cause. Per diagnosticarla non esiste un esame, ma una sequenza precisa di sintomi». Questi, si manifestano in successione: da una febbre importante e perdurante nel tempo, debilitante per il piccolo malato, a congiuntivite, ingrossamento dei linfonodi, fessurazione delle labbra, rash cutaneo, fino ad arrivare all’edema di mani e piedi. In alcuni casi possono comparire anche problemi gastrointestinali. La primavera è la stagione in cui si manifesta con maggior frequenza.
 
«La malattia di Kawasaki può arrivare a interessare anche il cuore con rischio di aneurismi» prosegue la responsabile del Pronto soccorso pediatrico «quindi, prima viene individuata migliore è la prognosi: se presa in tempo, questa patologia può essere trattata con antinfiammatori senza lasciare strascichi. Solo così si evitano complicanze cardiache i cui effetti possono diventare cronici richiedendo follow up permanenti». 
 
Una delle ipotesi allo studio nella correlazione coronavirus-malattia di Kawasaki, è quindi che «mentre nell’adulto il Covid si manifesta come una tempesta infiammatoria nel polmone, potrebbe essere ragionevole pensare che nei pazienti più piccoli, in cui il coronavirus è spesso asintomatico o con sintomi leggeri, si presenti invece con un quadro di vasculite sistemica che si manifesta dal punto di vista clinico come malattia di Kawasaki o Kawasaki like» conclude Da Dalt «tutto questo è ancora da dimostrare anche se è all’attenzione del mondo pediatrico che vuole capire, innanzitutto, se si tratti di una complicanza tardiva, una sorta di coda lunga del Covid. Pertanto non ci resta che aspettare e vigilare». —
 
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