Malattia e rientro in classe: basta la firma dei genitori

Legge veneta in vigore: oltre i 5 giorni di assenza non serve più certificato medico. Lanzarin: «Via libera dal ministero della Salute, è escluso ogni rischio di contagio»

venezia. Scherzi del destino. Nel culmine dell’allarme suscitato dal coronavirus entra in vigore la legislazione regionale che abolisce l’obbligo di esibire il certificato medico ai fini della riammissione in classe di bambini e ragazzi assenti per un periodo (ininterrotto) superiore ai cinque giorni: dalle scuole d’infanzia alle superiori, d’ora in poi, per riprendere la frequenza sarà sufficiente un’autocertificazione dei genitori che, «consapevoli della responsabilità penale e degli effetti amministrativi in caso di dichiarazione mendace», garantiscano di aver «osservato le prescrizione del medico curante», così da escludere «condizioni incompatibili con la permanenza in collettività». La legge, approvata dal Consiglio del Veneto il 14 febbraio, abroga una norma risalente al 1967 già cancellata in gran parte delle regioni italiane, ma la coincidenza con la “sindrome cinese” suscita qualche inquietudine circa i rischi sul versante profilassi. . «Nessun pericolo di contagio», replica l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin «prima di legiferare abbiamo consultato il ministero della Salute, che ha espresso il nullaosta, e oggi il nostro dipartimento di prevenzione ha contattato nuovamente gli esperti ricevendo analogo parere favorevole: il pericolo è massimo durante la fase di incubazione, prima della comparsa dei sintomi, e l’autocertificazione concessa è ampiamente compatibile con l’azione di profilassi. A breve, comunque, invieremo una circolare agli istituti per precisarne ulteriormente le modalità applicative». In verità, nella discussione d’aula qualche perplessità iniziale era stata manifestata dal consigliere dem Claudio Sinigaglia che tuttavia, rassicurato a riguardo dall’Ordine dei pediatri, aveva infine optato per il sì, giudicando l’atto una «semplificazione amministrativa che ridurrà gli adempimenti burocratici a carico dei medici».

A proposito di scuola: «Non c’è preclusione a frequentare le lezioni per gli studenti giunti in Italia dalla Cina e che non presentano i sintomi caratteristici del coronavirus», fa sapere Francesca Russo, il medico igienista a capo del Dipartimento prevenzione del Veneto, che cita la circolare congiunta del ministero della Salute e dell’Istruzione annunciata per domani; «Sarà trasmessa alle direzioni scolastiche e interesserà primarie, secondarie, università e comunità infantili ma anche, con le stesse indicazioni, i luoghi di lavoro». Una risposta all’allarme dei genitori di ragazzi con compagni di classe cinesi e ai timori espressi da imprenditori che operano in situazioni analoghe: «Si può comprendere l’apprensione delle famiglie», è il commento del governatore Luca Zaia «ma non ci deve essere fobia verso gli studenti o agli adulti asintomatici. La scienza garantisce che possono frequentare la scuola o andare a lavorare».

Filippo Tosatto

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