Mamme arcobaleno, il tribunale di Padova respinge i ricorsi della Procura: sì all’iscrizione in Anagrafe

Chiedevano la cancellazione del nominativo della madre non biologica

Enrico Ferro
Le mamme arcobaleno manifestano davanti al Tribunale, dove stanno per iniziare le udienze delle prime 4 coppie omogenitoriali contro le quali a giugno La Procura ha impugnato i certificati di nascita dei 37 figli di 'due mamme' - una biologica, e la seconda di intenzione - registrati all'anagrafe dal Comune euganeo, Padova, 14 novembre 2023. ANSA
Le mamme arcobaleno manifestano davanti al Tribunale, dove stanno per iniziare le udienze delle prime 4 coppie omogenitoriali contro le quali a giugno La Procura ha impugnato i certificati di nascita dei 37 figli di 'due mamme' - una biologica, e la seconda di intenzione - registrati all'anagrafe dal Comune euganeo, Padova, 14 novembre 2023. ANSA

Il Tribunale di Padova ha dichiarato inammissibili i 37 ricorsi con i quali la Procura di Padova aveva chiesto al Tribunale di cancellare il nominativo della madre non biologica dagli atti di nascita di figli nati all’estero da coppie di donne omosessuali. E’ una notizia che quasi nessuno si aspettava ma che apre un orizzonte di speranza per le famiglie arcobaleno, catapultate in questa brutta vicenda giudiziaria.

I ricorsi erano stati promossi dall’allora procuratrice Valeria Sanzari, nel frattempo trasferita a Venezia, che aveva recepito una circolare con la quale il ministero dell’Interno chiedeva un cambio di rotta sulle iscrizioni all’anagrafe delle cosiddette mamme arcobaleno.

Il Tribunale di Padova ora ritiene non applicabile la procedura utilizzata dall'allora pubblico ministero per contestare l'iscrizione della seconda mamma ( articolo 95 DPR 396/2000). Secondo il Tribunale, infatti, per contestare l'iscrizione dell'ufficiale di stato civile occorre fare ricorso alle diverse e ben più articolate azioni di status (azioni con rito ordinario) .

Il Tribunale ha affermato anche la piena legittimazione del sindaco di Padova quale ufficiale di governo , a partecipare a detti giudizi, in concorrenza con il Ministero dell'Interno, e la facoltà del Comune di avvalersi dell'Avvocatura Civica per la rappresentanza in giudizio .

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Franca Chiarello, 52 anni, di Camisano vicentino, con la compagna Ilaria quadri, 49, e la figlioletta

“Un passo avanti importante per le bambine e i bambini e per le loro mamme, oggi vince l’amore e l’interesse primario delle piccole e dei piccoli”, commenta il sindaco Sergio Giordani. “Ho sempre ritenuto di agire secondo coscienza e secondo i principi della Costituzione. Sono Padre e nonno oltre che sindaco e per me era impossibile immaginare che ci fossero bambini di serie A e bambini di serie B. Nessuno scontro con la Procura, che ringrazio. Ora spero che il Parlamento prenda atto con urgenza che esiste un grave vuoto normativo e legiferi per tutelare queste famiglie. Un abbraccio a tutte le mamme per questo significativo pronunciamento, ho conosciuto le loro storie da vicino e ribadisco che il tema è solo di amore, buon senso e diritti per questi minori che diversamente sarebbero esposti a inaccettabili discriminazioni. Infine un grande grande grazie alla nostra avvocatura civica del Comune di Padova per il professionale lavoro e a tutti i dirigenti competenti”.

L’assessora Francesca Benciolini aggiunge: “Sono davvero felice di questa sentenza, in particolare dove si dice che "la stabilità del rapporto garantisce tutela ad un interesse fondamentale e prevalente del figlio, ravvisabile nella necessità di mantenere la propria identità personale che si è costruita sia in quanto figlio di quei genitori che se ne sono presi cura morale e materiale (anche se non legati da vincoli biologici) sia nel riconoscimento da parte della collettività come soggetto inserito in quella specifica famiglia".

Secondo il Comune si tratta di un passaggio importante che riconosce la fondatezza degli atti compilati dagli uffici e controfirmati dal primo cittadino in questi anni.

 Dal 2017 ad oggi sono 41 gli atti di nascita di bambini di coppie omogenitoriali - esclusivamente con due mamme - registrati all'anagrafe del Comune di Padova.

Di questi, 37 erano l'anno scorso erano caduti  sotto la scure della Procura che, in forza della circolare del Viminale che invitava i prefetti di impedire il riconoscimento dei sindaci delle famiglie omogenitoriali, aveva avanzato i ricorsi per contestare la legittimità di questi atti dello stato civile.

Un'iniziativa che era stata assunta nel giugno 2023 dalla ex procuratrice di Padova, Valeria Sanzari. Impugnazioni che, dopo il trasferimento del magistrato a Venezia, e con l'apertura dei giudizio davanti al Tribunale di Padova, non si erano più ripetute, tranne in un solo caso

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