Mantovani, cassa integrazione per crisi

VENEZIA. Il danno all’immagine per lo scandalo Mose, la carenza di commesse e i cantieri aperti ma quasi ultimati. Alla Mantovani è scattata la procedura per la cassa integrazione straordinaria (Cigs) per crisi. Al momento sarebbe per un anno e riguarderà i 358 dipendenti del gruppo tra impiegati amministrativi a Padova , e operai dei cantieri di Venezia e Marghera. L’accordo con i sindacati di categoria è stato siglato a metà settimana all’ufficio del Lavoro della Città metropolitana di Venezia, città nella quale Mantovani ha la sede legale.
Per l’azienda c’era il responsabile del personale Gastone Lazzaro mentre per i lavoratori i sindacalisti delle categorie degli edili: Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. L’accordo dei giorni scorsi segue quello sulla cassa integrazione ordinaria che da alcune settimane riguarda una ventina di operai dei cantieri di Marghera dove è in fase di ultimazione il Terminal portuale di Fusina, progetto realizzato e gestito dalla società Venice Ro-Port Mos, consorzio di imprese guidato da Mantovani, un investimento di 230 milioni di euro finanziato al 70% dalla società che sarà concessionaria per i prossimi 40 anni. È al Terminal che, nei giorni scorsi, si sono tenute le assemblee con i lavoratori. Azienda e sindacati, dopo aver avuto un incontro faccia a faccia, hanno accelerato il passo per arrivare alla sigla dell’accordo sulla Cigs per crisi aziendale prima dell’inizio di novembre che in applicazione del Job Act vede l’introduzione di nuove normative sugli ammortizzatori sociali. Per le Cigs richieste dal primo novembre infatti le sospensioni o le riduzioni di orario dei lavoratori coinvolti nella Cigs non potranno decorrere dalla data prevista dall'accordo sindacale ma solo a 30 giorni dalla data di presentazione della domanda al ministero. Aspetto che obbligherà la aziende a una programmazione molto più attenta. «La firma dell’accordo non vuol dire che dalle prossime ore staranno tutti a casa», dice Valerio Franceschini, segretario regionale Feneal Uil, «ma che sarà valutato di volta in volta, con i sindacati, quanti lavoratori e come a seconda delle commesse che la Mantovani troverà». Per l’azienda piglia-tutto ai tempi di Galan e al centro dello scandalo Mose la situazione non è delle migliori.
«La crisi c’è ma sarà temporanea», dice Carmine Damiano, l’ex questore oggi presidente della società. «In Italia stiamo aspettando di avviare i cantieri per la Ragusa-Catania e per il rifacimento del Porto di Napoli ma di appalti importanti non se ne vedono e la vicenda del Mose ci ha sicuramente penalizzato», sostiene, «per questo stiamo guardando all’estero». In Tanzania, Maracco, Emirati Arabi in vista dell’Expo 2020 di Dubai, in Romania. «I lavori della piattaforma dell’Expo di Milano», aggiunge Carmine, «ci serviranno da biglietto da visita».
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