Maschio Gaspardo, la svolta Nel 2019 debito quasi dimezzato

Approvato il bilancio che segna un quadruplicamento dell’utile a 5,8 milioni Il debito scende in cinque anni di 91 milioni, 34,7 milioni solo l’anno scorso

padova

Doveva essere l’anno della svolta. E il 2019 per Maschio Gaspardo ha mantenuto la promessa. L’indebitamento è attualmente sotto controllo (-40% circa in cinque anni), l’accordo con il ceto bancario è stato sottoscritto, i nuovi azionisti (Friulia che già c’era e Veneto Sviluppo new entry) hanno iniettato liquidità. Un aggiustamento delle tessere del mosaico che andranno a comporre il futuro del gruppo di macchine agricole di Campodarsego. Oggi la Maschio ha un rapporto indebitamento su margine operativo sotto il livello di 5, a 4,6. Sembra finalmente un’altra azienda quella che oggi guidano i fratelli Mirco e Andrea Maschio, figli Egidio, il fondatore della multinazionale padovana, drammaticamente scomparso nel 2015.

Il gruppo è arrivata attrezzato alla crisi economica determinata dal Covid19, per aver già dovuto fronteggiare l’emergenza nell’impianto cinese. Ed è stato uno di quei gruppi che immediatamente si è distinto nelle misure di protezione e monitoraggio della salute dei dipendenti, ben prima dei protocolli poi attivati in tutte le realtà industriali del paese.

«È stato un anno molto impegnativo sotto molti punti di vista» sottolinea il presidente Mirco Maschio «Ma i risultati che approviamo ci ripagano e ci confermano che stiamo lavorando nella giusta direzione». Con il 2019, ci tiene a precisare, «si è chiuso il percorso di consolidamento finanziario del Gruppo, che grazie al rinnovo della convenzione con gli istituti bancari e all’aumento di capitale sottoscritto alla fine di quest’anno, ci permetterà, nel corso del prossimo triennio, di concentrarci sulla crescita e sullo sviluppo del business». Andrea Maschio, vice presidente del gruppo e al vertice della holding di controllo marca: «Grazie all’impegno delle persone che lavorano con noi, abbiamo affrontato con successo la flessione del mercato internazionale e siamo fiduciosi che, con l’impegno e il senso di responsabilità che contraddistingue il nostro Gruppo, dal vertice alle maestranze, sapremo superare anche le difficoltà derivanti dall’attuale emergenza sanitaria, già positivamente affrontata dall’azienda nell’interesse della salute dei nostri collaboratori e nella continuità di servizio verso i clienti».

Guardando ai numeri principali, il gruppo chiude con un utile netto consolidato di 5,8 milioni, quasi quadruplicato rispetto all’utile dell’esercizio precedente. I ricavi si attestano a 316,6 milioni con una flessione del 5%, in linea con il mercato delle macchine agricole che ha subito una flessione in ambito internazionale, particolarmente accentuata nei paesi extra UE. Il margine (EBITDA) è passato da 30,6 a 32,2 milioni (+5%), l’ebit va da 14,6 a 17,8 milioni (+21,7%). L’indebitamento consolidato netto si riduce nel corso dell’anno di ulteriori 34,7 milioni, portando l’indebitamento netto complessivo da 183 a 148 milioni, in cinque anni il debito è stato abbattuto di 91 milioni di euro. —



Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova