Maxi frode fiscale in Veneto, i nomi di tutti gli arrestati

Smascherata dalla Finanza una associazione a delinquere che coinvolge 42 società operanti nel settore della prevenzione antincendio e antinfortunistica: proventi trasferiti in Est Europa
Nel fermo immagine del video della Guardia di Finanza di Pordenone, un momento dell'operazione che ha portato alla scoperta di una frode fiscale per oltre 5 milioni di euro nel corso di una serie di indagini, coordinate dalla locale Procura, nei confronti di una cooperativa operante in varie province del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, 7 gennaio 2019. Dalle indagini sono inoltre emerse centinaia di posizioni lavorative irregolari e violazioni in materia di manodopera, la quale risultava sottopagata. ANSA/ GUARDIA DI FINANZA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Nel fermo immagine del video della Guardia di Finanza di Pordenone, un momento dell'operazione che ha portato alla scoperta di una frode fiscale per oltre 5 milioni di euro nel corso di una serie di indagini, coordinate dalla locale Procura, nei confronti di una cooperativa operante in varie province del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, 7 gennaio 2019. Dalle indagini sono inoltre emerse centinaia di posizioni lavorative irregolari e violazioni in materia di manodopera, la quale risultava sottopagata. ANSA/ GUARDIA DI FINANZA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

PADOVA. Una frode da 25 milioni di euro tra l'Italia e l'Est Europa è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Padova che, all'alba, ha eseguito 12 misure di custodia cautelare in Veneto, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Puglia, Campania, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.

Le fiamme gialle hanno operato anche in Slovacchia, Croazia e Slovenia con il supporto della polizia dei tre paesi. All'operazione hanno partecipato 250 militari della Guardia di Finanza di Padova e di altri 23 Reparti del Corpo che stanno operando nelle province di Genova, Asti, Milano, Brescia, Trento, Venezia, Belluno, Rovigo, Treviso, Verona, Vicenza, Pordenone, Parma, Avellino e Lecce.

Delle 12 ordinanze di custodia cautelare eseguite oggi dalla Guardia di Finanza di Padova per frode fiscale, due sono in carcere, due ai domiciliari e il resto sono obblighi di dimora. 

Ecco tutte le persone raggiunte dall'ordinanza di custodia cautelare

Gianni Mingardo, nato a Padova e residente ad Abano Terme;
Luigi Scudella, nato a Gazzo e domiciliato a Vicenza;
Raffaele Costa, nato a Padova e residente a Chioggia;
Monica Bison, nata a Padova  residente a Campodarsego;
Massimo De Silvestro, nato a Venezia e residente a Santa Maria di Sala;
Dario Dozzi, nato a Venezia e residente a Portogruaro;
Ra Sfriso, nato a Venezia e residente a Marcon;
Pietro Papes nato a Conegliano e residente a Mirano;
Giovanni Giurietto nato a Schio  e residente a Senigallia;
Federica Pittarello, nata a Padova e residente a Noventa Padovana;
Simone Cardì, nato a Catania e residente a Vedelago;
Silvia Marangon, nata a Vigodarzere e domiciliata a Vicenza;

Le persone coinvolte nell'inchiesta sono in tutto 45, in Italia e all'estero. Il gip di Padova Claudio Marassi ha disposto inoltre anche il sequestro su beni per altri 3 milioni.

Stando alle indagini, coordinate dal pm Emma Ferrero, a capo del sodalizio vi erano il padovano Gianni Mingardo, 60 anni, il vicentino Luigi Scudella, 59 anni, entrambi finiti in carcere, Raffaele Costa, 46 anni, di Chioggia (Venezia), ai domiciliari. In loro supporto agivano il veneziano Dario Dozzi (obbligo di dimora), esperto contabile titolare di uno studio a Venezia, e molteplici imprenditori, su tutti i veneziani Massimo De Silvestro (ai domiciliari) e Ra Sfriso di Marcon (Venezia) e infine il vicentino Pietro Papes (questi ultimi con obbligo di dimora).

Il sistema si basava su una società «cartiera» che aveva l'unico compito di generare movimentazioni di beni e servizi emettendo fatture per operazioni inesistenti e operando per circa un anno, senza adempiere agli obblighi fiscali nei confronti dell'Erario. Gli approfondimenti investigativi dei militari hanno consentito di ricostruire l'operatività dal 2012 ad oggi di numerose società cartiere utilizzate per emettere fatture false nei confronti della società perno del sistema di frode, la 'Md Group srl', operante nel campo della prevenzione antincendio ed antinfortunistica, che a sua volta emetteva fatture a ulteriori clienti che beneficiavano del sistema di frode. Una volta ottenuto il pagamento le società cartiere effettuavano bonifici sui conti correnti di tre società estere con sede in Slovacchia, Croazia e Slovenia, tutte gestite dal sodalizio e utilizzate per riciclare i proventi illeciti della frode.

Una volta inviati all'estero i soldi venivano fatti rientrare in Italia attraverso una serie di trasferimenti, e infine erano reinvestiti in società immobiliari o mediante l'acquisto di beni di lusso quali Ferrari e barche di lusso. A capo del sodalizio, smascherato nel corso delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Padova e condotte dalla Compagnia delle fiamme gialle patavine, vi erano un padovano classe ’59, un vicentino classe ’60 ed il chioggiotto classe ’72, tutti destinatari di misure cautelari limitative della libertà personale. In loro supporto agivano un esperto contabile titolare di uno studio di contabilità nel centro storico di Venezia, e molteplici imprenditori, veneziani e un vicentino, con precedenti specifici.

 

 

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