McFit Italia, la base del colosso è a Treviso e contesta la chiusura delle palestre
Parla Scavo, il direttore operativo della branca italiana della multinazionale del fitness accusata di "mangiarsi i piccoli" con una concorrenza sleale: «Energie sprecate, si organizzino meglio loro»

TREVISO. Vito Scavo, 45 anni, barese trapiantato a Treviso, “self made man”, è l’ad di Mc Fit Italia, divisione italiana della multinazionale del fitness. A Treviso, nel 2011, ha fondato “Happy Fit”: 14 centri e 9 milioni di fatturato. Poi il passaggio al colosso.
Scavo, come si vive la pandemia da ad di un colosso come McFit Italia?
«Siamo parte di una multinazionale solida, ma la pandemia ha messo a dura prova anche noi. Il precedente governo ha previsto per il settore ristori ridicoli, pari a 0. Un anno fa abbiamo fatto uno sforzo economico per tenere in sicurezza le strutture, ma il governo ha chiuso palestre e attività sportive indoor, a prescindere dal colore delle regioni»
Quando riaprirete?
«Il settore non è stato ritenuto essenziale, perché in Italia c’è poca attenzione per la pratica sportiva. In Spagna i nostri 40 centri sono aperti, negli Usa e in Turchia non hanno mai chiuso. In Italia, invece, chiuso tutto e punto. In Germania il governo ha dato ristori a fondo perduto adeguati».
Chiusure da voi contestate.
«Sì, McFit ha sempre ribadito la sicurezza dei propri centri e delle palestre. Nei nostri centri sono presenti solo gli abbonati, c’è il controllo di chi entra: sappiamo chi, quando e con chi. Non avviene in nessun altro posto. Gli attrezzi sono distanziati di 2 metri, disinfettati prima e dopo l’uso, ingressi contingentati, mascherina obbligatori negli spostamenti interni. E studi europei dimostrano come il rischio di contrarre il Covid nelle palestre sia bassissimo».
L’attività fisica sembra più di una mission, per voi.
«È fondamentale per migliorare la salute di tutti e per alzare le barriere immunitarie, contribuisce a difenderci dal virus e pure nella riabilitazione dei guariti post-Covid».
Con quale approccio avete affrontato l’emergenza?
«I nostri abbonati hanno potuto subito utilizzare gratis la app Cyberobics, proseguendo gli allenamenti via tablet, smartphone, Smart tv o pc: 500 ore di corsi dei migliori trainer del mondo, la base per più di 70 corsi live a settimana. McFit fa corsi virtuali in Europa sin dal 2010».
Hanno creato polemiche le vostre tensostrutture da 500 mq sorte a febbraio.
«Un ulteriore sforzo in 17 sedi per fare allenare i nostri abbonati. Sono aperte sui 4 lati come da normativa»
Cosa risponde ai piccoli che hanno contestato i vostri maxi-tendoni esterni?
«Abbiamo fatto quel che c’è scritto nel Dpcm, non interpretabile: attrezzare aree all’aperto per permettere l’allenamento dei propri abbonati nella sicurezza dei protocolli. Ci siamo confrontati con il dipartimento dello Sport e consultato le Faq del governo. Sport e Salute spa, partecipata pubblica del Mef, ha aperto al Foro Italico un impianto attrezzato all’aperto. Come altri operatori».
I piccoli hanno parlato di concorrenza sleale.
«Consiglio di non sprecare energie in contestazioni infondate. Se possono, e parlo di spazi, organizzino allenamenti per gli abbonati all’esterno, in aree attrezzate: è consentito. Per 500 abbonati bastano 100 mq di tensostruttura, non è questione economica. Se hanno bisogno di consigli, siamo qui. Concorrenza sleale? Siamo una srl con la stessa pressione fiscale di qualsiasi altra impresa, i dipendenti sono a tempo indeterminato. Senza le agevolazioni delle società sportiva dilettantistica, senza scopo di lucro»
Cosa vede nel futuro?
«Tramite Fitcomm, associazione di categoria, chiediamo alle istituzioni la riapertura delle palestre in sicurezza, e un recupero del danno causato dalla chiusura forzata. E politiche per incentivare gli italiani all’esercizio fisico, compresa la detrazione fiscale dell’iscrizione alle palestre».
Lei vive a Treviso, che rapporto ha con la nostra città?
«Treviso e i trevigiani sono fantastici, la città è a misura d’uomo, perfetta per poter crescere le mie figlie. Mare e montagna sono a meno di un’ora di distanza, la qualità della vita è molto alta».
Treviso è fra le capitali sportive del nostro paese.
«Sì, c’è una grandissima tradizione sportiva, e anche le nostre due palestre vanno molto bene. Vogliamo ulteriormente contribuire a fare di Treviso una città sempre più sportiva, sul piano culturale, disponibili con le istituzioni, con cui ci sono già ottimi rapporti, per nuove iniziative. Metto a disposizione la mia cultura imprenditoriale per sviluppare progetti che facciano crescere la mia Treviso».
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Chi è Vito Scavo, il ritratto
Vito Scavo è un “self made man”. A 10 anni si trasferisce in Germania: ha praticato Ju Jitsu, kick-boxing ed è diventato campione europeo di karate. A 20 anni il ritorno in Italia, l’avventura imprenditoriale: nel 2011 apre a Treviso l’Happy Fit. Vinta – a 9 milioni di fatturato – al punto che la catena di Scavo è stata integrata in McFit Global Group, prima community fitness d’Europa.
E Scavo è oggi ad di McFit Italia, divisione della prima catena d’Europa: 300 centri e 5.000 dipendenti. In Italia 36 e 300, rispettivamente: due a Treviso, a S.Maria del Sile e in strada Ovest. E direttore operativo di Rsg Group GmbH, gruppo global (con ben 18 brand) fondato da Rainer Schaller. All’asta il colosso ha appena acquistato la più nota catena al mondo, l’americana Gold’s Gym. Ora Rsg conta 1.000 centri, 41mila collaboratori, 6,4 milioni di abbonati.
«La nostra mission è rendere l’Italia un paese culturalmente più sportivo, per allinearsi agli altri paesi dove gli abbonati sono 2 o 3 volte gli italiani», dice Scavo, «È questione di salute pubblica, riguarda tutti». Con un occhio al popolo del fitness e al settore: «Conosco problematiche e difficoltà delle imprese del fitness, seppur piccole, che senza introiti e ristori devono continuare a battersi per restare “in piedi”. Non perdete speranza e motivazione, non lasciatevi abbattere, abbiate ancora un po’ di pazienza: torneremo, torneremo presto più forti di prima».
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