Mestre, lo sgomento di Moraglia: «Come è stato possibile?»

Il patriarca richiama con forza la responsabilità delle istituzioni preposte alla tutela dei più fragili dopo la tragica vicenda della bambina violentata di soli undici anni

Di fronte al tremendo fatto di cronaca che ha scosso la città di Mestre, con protagonista una bambina di appena undici anni rimasta vittima di violenza sessuale, il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, interviene con parole di profondo dolore e sgomento. «Il mio pensiero va subito alla piccola vittima ed è un misto di raccapriccio, impotenza e dolore», ha dichiarato il Patriarca, sottolineando l’atrocità di quanto accaduto.

«Una bambina di soli undici anni si è trovata di fronte alla persona sbagliata incontrandola, per caso, come poteva accadere ad una qualsiasi sua coetanea». Moraglia riflette sulla violenza subita dalla giovanissima, tornata a casa «dopo una normale giornata» e costretta a vivere un’esperienza che segnerà per sempre la sua psiche e il suo animo.

«È impossibile immaginare che cosa rimarrà nell’anima e nella psiche di una bambina… Tale esperienza difficilmente potrà essere superata e lo sarà solo con l’aiuto di tutti». Il Patriarca chiede che la comunità tutta non lasci sola la vittima e la sua famiglia: «Non si tratta solo di rimuovere tale ferita ma di farsi carico di un accompagnamento che aiuti a ricuperare la fiducia in sé, nelle persone e nella comunità». Accanto alla solidarietà, però, c’è spazio per una dura presa di posizione.

«Come è stato possibile quanto accaduto? Se consideriamo i precedenti di chi è accusato di tale nefandezza sembra non esserci risposta», denuncia Moraglia, richiamando con forza la responsabilità delle istituzioni preposte alla tutela dei più fragili. «La domanda rimane ed è rivolta a tutti noi e in particolare a chi deve tutelare gli inermi, i più deboli e, come in questo caso, i minori».

Al centro dell’appello anche l’urgenza educativa: «L’educazione al rispetto dell’altro, come grammatica fondamentale delle relazioni umane - in famiglia, a scuola, nella città -, deve diventare impegno di tutti». Infine, il Patriarca sottolinea il valore della giustizia: «La pena, per chi compie atti di tale gravità, oltre ad essere adeguata, deve mirare alla rieducazione e prevedere un concreto percorso volto ad evitare il ripetersi di fatti analoghi, tenendo altresì conto delle sofferenze inflitte alle vittime con ferite che non si rimargineranno mai del tutto».

A chiusura della sua dichiarazione, Moraglia rinnova il suo abbraccio alla famiglia della bambina: «Esprimo la mia vicinanza e solidarietà, umana e cristiana, alla piccola vittima e alla sua famiglia e volentieri sono disponibile ad un incontro personale».

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