Lui si uccide, lei gravissima: giallo a Borgo Veneto. Ecco cosa sappiamo

Silvano Vigato era a terra in un lago di sangue. Grave la compagna Martina De Stefani: potrebbe aver assunto del veleno

Carlo Bellotto e Alice Ferretti
Megliadino San Fidenzio
Megliadino San Fidenzio

I due corpi a terra, in cucina, il sangue ovunque e una pistola ancora fumante. È stata la scena di una tragedia quella che si è trovata davanti la figlia di Martina De Stefani, 55 anni, appena entrata nella villetta all’angolo tra via Verdi e via Rossini, un quartiere residenziale di recente costruzione, a Megliadino San Fidenzio, località di Borgo Veneto.

Uno dei due corpi a terra era quello della madre, l’altro di Silvano Vigato, 59 anni, proprietario di casa, che con la 55enne aveva una relazione sentimentale da più di un decennio. Seppur incosciente, la donna era ancora viva, mentre l’uomo era esanime, con una ferita da arma da fuoco al petto.

La ragazza, sconvolta e sotto choc, ha immediatamente chiamato i soccorsi. Nel giro di qualche minuto in via Verdi sono arrivati i sanitari del Suem 118, i carabinieri della stazione di Borgo Veneto, il comandante della Compagnia di Este, maggiore Vito Franchini, i militari del Comando provinciale di Padova con il comandante del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Enrico Zampolli.

I sanitari non hanno potuto far altro che constatare il decesso di Silvano Vigato. L’uomo aveva un foro di proiettile al petto ed era riverso in una pozza di sangue. Vicino al corpo una pistola, regolarmente detenuta.

 

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Martina De Stefani invece era incosciente, ma ancora viva. Il cuore batteva. A Borgo Veneto è così atterrato l’elisoccorso del Suem 118. La donna, che non riusciva a respirare autonomamente, è stata subito intubata e trasportata con urgenza al Pronto soccorso dell’Azienda Ospedale Università di Padova.

Si trova adesso nel reparto di Terapia intensiva del nosocomio cittadino, dove lotta tra la vita e la morte. Fondamentali per la sua prognosi saranno le prossime ore.

Le indagini

Non è ancora chiaro cosa possa essere successo nel pomeriggio del 29 gennaio, alle 16.30 circa, nella cucina della villetta tra via Verdi e via Rossini.

Secondo i primi accertamenti svolti dagli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Francesco D’Abrosca della Procura di Rovigo, competente per il territorio di Borgo Veneto, Silvano si sarebbe tolto la vita impugnando la sua pistola e sparando verso di lui un solo colpo al petto, rivelatosi fatale.

Più difficile stabilire invece cosa possa essere successo alla 55enne. La donna non presenta ferite o contusioni.

L’ipotesi formulata nelle prime ore è quella che abbia ingerito qualcosa, forse del veleno. Nel caso fosse così, sarebbe poi da stabilire se ad avvelenarla sia stato il compagno prima di togliersi la vita o se la donna, dopo aver visto Silvano Vigato morto, abbia deciso di cercare di farla finita ingurgitando qualche veleno che evidentemente aveva nelle sue disponibilità.

Per il momento l’intera vicenda resta un giallo: dovrà essere stabilito cosa e perché sia successo. Le rispettive famiglie della coppia, sentite dai carabinieri, escludono d’altra parte qualsiasi forma di violenza tra i due, che stavano insieme da ben 12 anni e apparentemente avevano un rapporto sereno.

La coppia

Silvano Vigato era un conosciuto e stimato agente di commercio, mentre Martina De Stefani è un’agente immobiliare, anche lei molto nota e molto benvoluta in paese.

Secondo i racconti di quanti hanno conosciuto la coppia, i due non avrebbero mai avuto particolari problemi, solo Silvano nell’ultimo periodo appariva giù di morale. Il 59enne da circa un anno aveva infatti qualche problema di salute che gli toglieva la serenità. Sei mesi fa era anche stato sottoposto a un’operazione.

E qualche tempo dopo l’ intervento era dovuto tornare nuovamente in ospedale a causa di un’infezione.

Una situazione che avrebbe creato uno stato d’animo di apprensione e abbattimento in Silvano, che appariva a dire dei più stanco e cupo. 

La nota del Procuratore: autopsia nel pomeriggio 

Si trova ricoverata al reparto di terapia intensiva dell'Ospedale di Schiavonia (Padova) dove è attualmente in prognosi riservata, la donna di 55 anni trovata riversa a terra accanto al compagno di 65 anni, ucciso da un colpo di pistola al petto.

Lo riferisce la Procura della repubblica di Rovigo, che indaga per competenza territoriale Il rinvenimento del cadavere è avvenuto intorno alle ore 16.30; il personale sanitario del Suem 118 ha constatato il decesso dell'uomo e soccorso la donna, che con la vittima aveva una relazione. Il sopralluogo nell'abitazione è stato effettuato dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Padova, dal Radiomobile di Este (Padova), e della Stazione di Borgo Veneto.

Il colpo di pistola sarebbe stato auto inferto, così come risulta dalla posizione del corpo, dalla traiettoria del proiettile e dalla posizione dell'arma, a pochi centimetri dal cadavere.

La pistola era regolarmente detenuta dall'uomo per uso sportivo. La salma si trova all'obitorio dell'Ospedale di Schiavonia, dove nelle prossime ore si procederà all'autopsia.

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