Misurina e Cibiana non sono più isolate Famiglie evacuate per frana a Perarolo

La situazione rimane molto difficile in tutto il Bellunese Decine le strade interrotte, ma risolti quasi tutti i blackout

Belluno

Ieri è stata una giornata di tregua dal maltempo, ma non si è fermata la macchina dei soccorsi. In mattinata a Gosaldo è stata recuperata con l’elicottero e il verricello una coppia di anziani villeggianti rimasta bloccata nella propria abitazione in località Botter, per la caduta di una serie di frane; in serata è stata decisa l’evacuazione di alcune abitazioni di Perarolo, perché la frana della Busa del Cristo si sta muovendo in modo preoccupante. Al momento si segnalano oltre un centinaio di frane sulle quali bisognerà intervenire.

La buona notizia è che Misurina non è più isolata: ieri Veneto strade è riuscita a fare arrivare una seconda fresa sulla Sr 48 e a liberare il tratto che da Auronzo arriva in paese. Ieri mattina alcuni irriducibili turisti sono rimasti bloccati nella neve. Stavano cercando di raggiungere Misurina da Auronzo, ma la strada non era ancora stata pulita. Sono stati fermati dai carabinieri forestali.

Resta difficoltoso arrivare a Val di Zoldo, per le due frane che interrompono la Sp 251: l’unico accesso è attraverso il passo Staulanza, percorribile solo con pneumatici invernali e catene. «Probabilmente per la grandezza dei massi caduti si dovranno utilizzare esplosivi», spiega il direttore generale di Veneto Strade, Silvano Vernizzi. «Il materiale franato è consistente e si lavora anche per mettere in sicurezza il versante, prima di aprire completamente la strada. Stiamo programmando aperture parziali». Fondamentale il lavoro degli operatori di Veneto Strade per tenere aperto lo Staulanza. Risolto anche l’isolamento di Cibiana: è stata riaperta la strada che porta a Venas.

Grave anche la situazione in Alpago, dove per tutta la giornata di ieri si è spalato il fango lasciato dagli allagamenti di domenica. Ci vorranno due mesi perché gli anziani della casa di riposo possano tornare nella struttura danneggiata domenica ed evacuata in poche ore.

Sono chiuse al transito la Sp2 della Valle del Mis, dove si è aperta una voragine che richiederà mesi di lavoro e ingenti risorse per essere riparata; la Sp 23 della Valle Imperina da Forcella Franche a Vallesin; la Sp4 della Val Cantuna da località Ponte di Arsiè a Pieve d’Alpago, la Sp5 di Lamosano da Schiucaz all’incrocio con la Sp4, la Sp26 Digoman da Digoman a Voltago; la Sp251; la Sp422 in località Ponte Maina. Chiusa al transito la galleria Madonna del Piave a Segusino, la Panoramica del Comelico dalla fine del centro abitato di Costa a Costalissoio, la Sr 48 delle Dolomiti da Arabba a Brenta e da Alverà al bivio dogana vecchia, la Sp 49 da Misurina a Carbonin, la Sp148 da Forcelletto a bivio Grappa, la Sp610 da Al Fogher al confine con la provincia di Udine, la Sp347 da Cornigian a Cibiana, la Sp33 di Sauris.

Sono chiusi i passi Valles, San Pellegrino, Campolongo, Falzarego, Pordoi, Duran, Giau e Fedaia.

Massima attenzione anche sulla zona dell’Alpago: sulla Sp28 ci sono diverse frane. «Per non isolare tutto l’alto Alpago», spiega Vernizzi, «stiamo lavorando senza soste».

Risolte quasi tutte le criticità sulla rete elettrica. Nella notte fra domenica e ieri sono rimaste senza energia numerose utenze della parte alta della provincia, in particolare alcune zone di San Vito, Comelico Superiore, San Nicolò e dell’Agordino. Alcune frane e la caduta di alberi ad alto fusto appesantiti dalla neve hanno pesantemente danneggiato intere tratte di linee elettriche in media tensione. Da subito i tecnici di E-Distribuzione si sono attivati per rialimentare le forniture elettriche: nonostante le difficoltà di accesso, i lavori sono continuati per tutta la giornata. Alcuni impianti sono stati riparati, in altri casi sono stati installati gruppi elettrogeni di grande taglia, ripristinando così il servizio elettrico alla maggioranza della popolazione. Ieri alle 19 erano quasi duemila le utenze ancora senza corrente, due ore più tardi l’emergenza riguardava solo casi isolati in zone impervie. —





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