Mocavero in tribunale a Padova: «Roberto Baggio mi perseguita»

Accusato di diffamazione per aver definito l’ex calciatore «cacciatore convinto e assassino» durante una puntata del programma La Zanzara, l’animalista si è difeso: «Non riconosco quell’audio. Non è la mia voce, all’epoca era già molto avanzata l’Intelligenza artificiale»

Cristina Genesin
Roberto Baggio e Paolo Mocavero
Roberto Baggio e Paolo Mocavero

Sembra una telenovela la querelle in tribunale tra l’ex attaccante juventino Roberto Baggio e Paolo Mocavero, il 65enne padovano paladino animalista e leader dei Centopercentoanimalisti, accusato ancora (è il terzo procedimento penale) di diffamazione per aver definito l’ex calciatore «cacciatore convinto, uomo di m.... e assassino», partecipando a una diretta telefonica il 23 novembre 2020 durante una puntata del programma radiofonico “La Zanzara” in onda su Radio24.

Assente Baggio costituito parte civile con l’avvocato Luca Dellacasa (presente in occasione di altri due processi nati dalle azioni degli animalisti che contestano la fede buddista e la passione per la caccia), mentre Mocavero nell’udienza del 6 febbraio non ha accettato di essere interrogato come preannunciato, preferendo fare delle spontanee dichiarazioni tra le lacrime dopoché il suo difensore, Marco Destro, aveva spiegato di aver querelato per calunnia il “Divin Codino” del calcio.

A mettere nei guai Mocavero la registrazione della puntata consegnata in una chiavetta Usb e scaricata dal sito della radio. «Io non riconosco quell’audio. Non è la mia voce, all’epoca era già molto avanzata l’Intelligenza artificiale» ha dichiarato l’imputato. «Francamente sono perseguitato dal signor Baggio, faccio uno sbadiglio e mi querela... Ogni volta che suona il campanello a casa mia, ho l’ansia che siano i carabinieri».

Commozione e lacrime: «Non ne posso più. Probabilmente i cacciatori non riescono a debellare le mie proteste, e usano un personaggio pubblico».

In aula la giudice Laura Chillemi ha ordinato l’ascolto dei sei minuti di botta e risposta tra il (presunto) Mocavero e i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo. Discussione e sentenza, però, rinviate al 24 aprile: l’avvocato Destro ha anticipato un’arringa di un’ora e 40 minuti, suscitando un «Oibò» di sorpresa nella giudice. —

 

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