Modolo investito da auto pirata

Asolo, il ciclista trevigiano travolto: dieci giorni per la guarigione. Denunciato il conducente
SAN VENDEMIANO. Auto pirata travolge in allenamento il ciclista Sacha Modolo. Il 30enne professionista di San Vendemiano riporta fortunatamente solo un lieve trauma alla schiena, cavandosela con 10 giorni di riposo, ma ha dell’incredibile l’episodio che l’ha visto suo malgrado vittima: «A un certo punto, pareva Candid Camera», sbotta amareggiato. Inevitabili gli strascichi penali: Modolo denuncerà l’investitore (già identificato) per omissione di soccorso. «È pazzesco: non sei sicuro nemmeno aspettando il verde al semaforo», incalza. Il misfatto s’è verificato ieri mattina, attorno alle 12.30, in pieno centro ad Asolo. Snodo di ciclisti ed appassionati: ne passano a fiumi ogni giorno. Pure in dicembre, quando la nuova stagione s’avvicina e la preparazione s’intensifica. Il semaforo di piazza Garibaldi indica rosso e il velocista della Uae-Emirates, da gennaio all’Ef-Drapac, attende fermo il via libera. Sta rientrando dall’allenamento con i colleghi Enrico Salvador e Marco Maronese, cui s’è unito un gruppo di amici amatori. Nelle gambe, già un paio d’ore. Improvvisamente, l’urto con una Jaguar blu targata Gran Bretagna. La bici distrutta, l’automobilista che scappa. «Voleva superarmi e mi ha tamponato», racconta Modolo, quattro vittorie nel 2017, «Non pago, è pure passato con il rosso. Ho preso paura, non avevo visto la macchina, per fortuna andava piano». Poi le risate di scherno: «S’è accorto di avermi urtato e s’è fermato in mezzo alla strada. Ha tirato giù il finestrino, mi ha sorriso e deriso. Poi dall’auto è scesa una donna, m'ha preso in giro pure lei: “Tanto non ti sei fatto niente, la bici la riaggiusti”. Pochi secondi ed è partito, la donna è andata invece in pasticceria. I miei amici l’hanno inseguita, chiedendole spiegazioni: ha riferito che non conosceva l’uomo che l'accompagnava. Compresa la situazione, avevo già tirato giù la targa e iniziato a scattare foto con lo smartphone». Oltre ai compagni d’allenamento, il pro originario di Vazzola ha potuto contare sulla testimonianza di una famiglia che passeggiava nelle vicinanze: «Avevano visto tutto, sono stati gentili. Incredibile: ero fermo sul limite sinistro della carreggiata e mi sono ritrovato con la bici distrutta. Stavamo tornando, avevo previsto un’uscita di quattro ore. Purtroppo, mi sono limitato a due». Non bastasse, ecco il rimpallo telefonico: «Ho chiamato i carabinieri che mi hanno detto di allertare l’ambulanza. Il 118 mi ha rimandato ai carabinieri. A quel punto, ho contattato i carabinieri di Conegliano, che conosco: hanno fatto intervenire la polizia locale di Asolo. L’investitore è stato identificato, lo denuncerò per omissione di soccorso. Nel frattempo, è arrivata in auto la mia ragazza, con cui mi sono recato al Pronto Soccorso di Conegliano».


Nulla di serio, per fortuna. I medici hanno rilevato una lombalgia post-traumatica, stabilendo una prognosi di 10 giorni. Non c’è da allarmarsi: le corse sono ancora lontane.
(m.t.)


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