Monsignor Andreatta, paperone di Marca

CRESPANO DEL GRAPPA. Li chiamano già i Paperoni della Chiesa, o i cardinali possidenti, se hanno la carica. Sono gli altissimi prelati della Chiesa italiana, che in un libro appena pubblicato...

CRESPANO DEL GRAPPA. Li chiamano già i Paperoni della Chiesa, o i cardinali possidenti, se hanno la carica. Sono gli altissimi prelati della Chiesa italiana, che in un libro appena pubblicato - «Vaticash», scritto da Mario Guarino, edizioni Koinè (Guarino è il giornalista che fra i primi scavò negli albori affaristici di Berlusconi sin dagli anni ’90) – emergono come proprietari di beni immobili regolarmente denunciati e dichiarati.

E sugli scudi, come ribadisce un servizio dell’Espresso sul libro-inchiesta di Guarino, c’è anche il monsignore trevigiano Liberio Andreatta, da anni ai vertici dell’Opera romana pellegrinaggi (Orp), agenzia vaticana per il turismo religioso, che organizza pellegrinaggi nei luoghi santi. Una «macchina» del turismo religioso.

Nato a Fietta di Crespano 73 anni fa, Andreatta risulta dalla visure esaminate da Guarino (oltre 38 fogli, quelli del fascicolo delle proprietà del prelato trevigiano) uno dei più facoltosi ecclesiastici italiani, almeno alla voce immobili. Al catasto dello Stato italiano risultano intestato a monsignore un patrimonio personale di assoluto rilievo: l’ecclesiastico crespanese, oggi incardinato allo diocesi di Roma, possiede a titolo personale stabili rurali e immobili, ettari di terreni coltivati a uliveti, frutteti, boschi da taglio, castagneti. Sono centinaia e centinaia di ettari fra Marca e Maremma. A Crespano è proprietario di un immobile di 1432 metri quadrati e, con i parenti è comproprietario di altri tre stabili, ma in usufrutto. Ma possiede anche fabbricati nella zona di Saturnia (Toscana), tra Fibbianello e Semproniano: sono casolari e altri edifici rurali.

E Guarino documenta anche come il patrimonio si sia ingrandito negli ultimi tempi: il monsignore crespanese l’ha accresciuto, acquistando, prima del 2011, altre centinaia di ettari di uliveti in Maremma.

Guarino non è nuovo a inchiesta negli ambienti vaticani e della Chiesa, in particolare sui flussi di denaro sin dai tempi dell’Ambrosiano per arrivare all’attuale Ior.

Guarino passa al setaccio il patrimonio di un centinaio di alti prelati, con dati aggiornati al 2014. Si chiaro: le proprietà sono tutte regolarmente dichiarate alle autorità italiane, dal catasto al fisco. E tutti i beni censiti da Guarino figurano tra le proprietà personali di vescovi e cardinali , come persone fisiche, non alle organizzazioni o associazioni ecclesiastiche. Certo un approccio non francescano, almeno nella proprietà immobiliare. È fresco il caso del superattico di Roma riconducibile al cardinal Bertone, intestato al Vaticano.

Bertone risulta nullatenente, ma vengono esaminati i patrimoni di cardinali come Ruini, Angelini, Calcagno, arcivescovi (Balestrero) e vescovi. E ci sono anche i patrimoni di ecclesiastici a suo tempo indagati per legami con la mafia o la criminalità.

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