Montebelluna-Bassano, il grande giorno della Pedemontana

Apre il nuovo tratto di 35 chilometri della superstrada regionale. 

Tre i caselli nella Marca: Montebelluna Est, Ovest e Riese. L’opera non è conclusa

Matteo Marcon

MONTEBELLUNA. Una buona parte dei cantieri sono terminati, ora si viaggia, da Montebelluna verso Bassano, e oltre, senza i semafori, gli incroci, le rotonde e i rallentamenti classici della viabilità ordinaria. La Superstrada Pedemontana Veneta da oggi è realtà anche in provincia di Treviso. Il taglio del nastro ufficiale è previsto questa mattina, alle 11. Dopo la cerimonia di rito, che si svolgerà al casello di Bassano Ovest e che vedrà la partecipazione del presidente regionale Luca Zaia, un nuovo importante tassello dell’ambiziosa opera viabilistica realizzata ai piedi del Grappa sarà aperto finalmente al traffico. A partire dalle 15

IL TRACCIATO

La superstrada è già entrata in funzione per stralci, nel tratto vicentino, a partire dal 3 giugno 2019: attualmente è percorribile tra il casello di Malo e quello di Bassano Ovest, compreso il raccordo con l’A31 della Val d’Astico. L’ultimo tratto, da Breganze a Bassano Ovest, è stato aperto il 19 novembre scorso. L’opera è lunga 94,5 chilometri e collegherà, quando sarà completata, l’A27 all’altezza di Spresiano, con l’A4 a Montecchio Maggiore, disegnando un grande cerchio autostradale a sud del Montello, dei Colli Asolani e del Grappa che abbraccia la pianura. Il progetto prevede anche 68 chilometri di viabilità secondaria.

NUOVI CASELLI

Dopo la provincia di Vicenza ora tocca al traffico trevigiano. Ai 24,5 chilometri attualmente percorribili nel Vicentino se ne aggiungono altri 35. Entrano in funzione cinque nuovi caselli: Montebelluna Est-Volpago, con svincolo sulla Feltrina; Montebelluna Ovest-Altivole, in uscita sulla provinciale 667 di Caerano; Riese Pio X all’altezza della Sp20 che collega Loria a Onè; quello ravvicinato di Mussolente, all’altezza dell’Sp 75, e quello di Bassano Est lungo la statale 47 della Valsugana. Dopo aver cambiato radicalmente il paesaggio delle aree prevalentemente rurali interessate dai cantieri, la nuova arteria è destinata a cambiare anche le abitudini di cittadini e imprese.

L’INFRASTRUTTURA

La pedemontana è una “superstrada a pedaggio” con due corsie per senso di marcia, che per il 65% della sua lunghezza complessiva scorre in trincea. Rappresenta una sorta di “ibrido”: la segnaletica di colore verde presente lungo il tracciato la classifica come “autostrada”, ma a differenza delle altre “colleghe” del resto d’Italia viene identificata con la sigla “Spv” al posto della classica nominazione alfanumerica. La piattaforma stradale è formata da due corsie per senso di marcia, con spartitraffico centrale. Il limite di velocità è però quello delle “superstrade” e si ferma a 110 km/h. Il tracciato attraversa complessivamente 37 comuni, di cui 23 nella provincia di Vicenza e 14 nella provincia Treviso.

LA STORIA

L’itinerario pedemontano veneto, concepito a partire dagli anni ’70, compare per la prima volta nel 1990 all’interno del Piano Regionale dei Trasporti. I primi finanziamenti del Governo arrivano poi nel 1999, poi l’opera sarà inserita tra quelle previste dalla Legge Obiettivo. Il primo progetto risale al 2002. Nel 2006 il Cipe lo approva e viene bandita una gara europea, aggiudicata dal guppo Fininc, gli spagnoli di Sacyr Vallehermoso e Itinere Infraestructuras SA. Nel 2009 l’operazione viene affidata alla gestione commissariale dell’Ingegner Silvano Vernizzi, già uomo chiave per il Passante di Mestre. Nel 2011 entra in campo la nuova società “Superstrada Pedemontana Veneta” attuale concessionaria. Nel 2012 partono i lavori del primo tratto.

I COSTI

L’opera costerà 2,258 miliardi di euro. Ma attorno alla finanza di progetto che sta portando a compimento l’opera negli ultimi vent’anni si è registrato un vero valzer di numeri, con annesso monito dell’Anac e della Corte dei conti. L’investimento dei privati, in base alla gara avrebbe dovuto essere di 2,155 miliardi di euro, ma ingente è stato anche il contributo pubblico (915 milioni di euro). Ad incamerare i pedaggi della superstrada sarà la Regione Veneto, che ha deciso di subentrare al concessionario, riconoscendo ai privati un canone di “disponibilità” di 153 milioni di euro l’anno per 39 anni. Si prevede un traffico di 27 mila veicoli al giorno.

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