Morto di Sla il nonno di Celeste

Nelle stesse ore in cui il giudice di Venezia dava il via libera alla ripresa delle cure con le staminali per la piccola Celeste, è morto il nonno malato di Sla
Giampaolo Carrer, il padre della piccola Celeste bisognosa delle cure sperimentali con l'uso di cellule staminali prelevate dalla madre, esce da una porta secondaria del Tribunale Ordinario di Venezia, al termine dell'udienza preliminare, 21 agosto 2012. ANSA/ANDREA MEROLA
Giampaolo Carrer, il padre della piccola Celeste bisognosa delle cure sperimentali con l'uso di cellule staminali prelevate dalla madre, esce da una porta secondaria del Tribunale Ordinario di Venezia, al termine dell'udienza preliminare, 21 agosto 2012. ANSA/ANDREA MEROLA

VENEZIA. Nelle stesse ore in cui i familiari di Celeste attendevano la decisione del giudice veneziano sulla ripresa delle cure compassionevoli, la famiglia di Gianpaolo Carrer ha vissuto anche il dolore del lutto per la morte del nonno della piccola, scomparso per la sla. A svelare la vicenda umana vissuta ieri dal padre della piccola veneziana malata di atrofia muscolare spinale è il pediatra Mario Andolina, che segue la bambina.

«Il nonno di Celeste - racconta - non si era messo in lista d’attesa per la cura a base di staminali proprio per non interferire nella vicenda giudiziaria della nipote». Il pediatra riferisce che dopo l’ultima infusione all’ospedale di Brescia, la bimba ha mostrato miglioramenti che lui stesso definisce «insperati». «È riuscita persino - dice Andolina - a sollevare un pugnetto, non era mai accaduto».

Andolina: "Aifa non ha competenze sul tema". «Ho la massima stima del professor Silvio Garattini come farmacologo, ma la tragedia moderna sta nel fatto che una direttiva europea trasferisce la gestione delle terapie cellulari proprie dei trapiantatori ai farmacologi». È la risposta di Mario Andolina, il pediatra che segue il caso di Celeste, la bimba veneziana per la quale il giudice ha disposto la ripresa delle cure, alle parole del farmacologo del Mario Negri di Milano e membro del cda dell’Aifa, che sulla stampa di oggi spiega che una terapia non si può approvare per sentenza. «L’Aifa ha già dimostrato in più occasioni di non avere competenza in questo campo - ricorda Andolina - cominciando da un allegato al decreto Turco del 2006 che allora sembrava tratto da una pagina medica di un settimanale femminile». Per il pediatra di Celeste, «oltre all’aspetto biologico delle cellule, il prof. Garattini sembra non conoscere neanche la legislazione in materia».

Sit-in a Brescia il 4 settembre. Un presidio di protesta contro gli ostacoli alle cure compassionevoli consistenti nel trapianto di cellule staminali in pazienti «che vivono in un limbo tra la vita e la morte» si terrà il prossimo 4 settembre davanti il Tar di Brescia. L’iniziativa promossa da Sicilia risvegli onlus di Catania, presieduta da Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore immobile da nove anni, si svolgerà nonostante la decisione di ieri del giudice del tribunale di Venezia che ha ordinato all’ospedale di Brescia di continuare le cure con la metodica Stamina sulla piccola Celeste Carrer. Un’analoga decisione è stata adottata, in via cautelare, dal Tribunale di Catania per una bambina di 17 mesi, Smeralda, ricoverata nella rianimazione pediatrica dell’ospedale Garibaldi per i danni procurati da un’asfissia durante il parto. «La nostra presenza - spiega Pietro Crisafulli - sarà pacifica e servirà a sensibilizzare l’opinione pubblica a fare riaprire immediatamente il laboratorio dell’ospedale di Brescia, chiuso in seguito a un provvedimento dell’Aifa e per iniziativa di una Procura, a nostro avviso, non territorialmente competente. Aspettiamo una svolta decisiva per il bene di tante famiglie che vivono un dramma disumano. Nella sola Sicilia - conclude Crisafulli - ci sono oltre 240 persone in attesa della cura, tra le quali anche mio fratello».

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