Il sogno del brevetto di volo, l’amore per le moto: chi era Jacopo, morto a 18 anni
Jacopo Apolloni, vicentino di Roana, ha perso la vita dopo un incidente stradale a Cittadella. Puntava a prendere il brevetto di volo, era bravo a scuola e molto sportivo

Jacopo Apolloni era un ragazzo pieno di vita, con lo sguardo sempre rivolto al futuro e il cuore carico di sogni. Diciotto anni compiuti a novembre, un’età in cui il mondo sembra spalancarsi davanti con infinite possibilità.
Per lui, le giornate erano un intreccio di passioni: le moto, la fotografia, i video su YouTube. Ogni momento era un’occasione per scoprire qualcosa di nuovo, per vivere un’avventura da immortalare con la sua videocamera, per progettare il prossimo passo verso il suo futuro.
Sognava il cielo, Jacopo. Voleva prendere il brevetto di volo, trasformare la sua passione per i motori in un lavoro e diventare meccanico di aerei. Un sogno ambizioso, come quelli che solo chi ha fame di vita sa coltivare. Eppure, era anche un ragazzo con i piedi ben piantati a terra, cresciuto nell’Altopiano e benvoluto da tutti.
Non solo Roana, ma l’intera comunità lo conosceva e gli voleva bene. Aveva l’anima di uno sportivo. Fin da piccolo aveva indossato i pattini, conquistando il titolo di campione regionale di velocità. Poi, con il tempo, aveva trovato nello sci un altro modo per tenersi allenato, con il gruppo dello Sci Club 6 Campanili.
Ma non c’era solo lo sport: Jacopo era brillante anche a scuola, frequentava la quarta a indirizzo automazioni all’Istituto Chilesotti di Thiene. Ieri avrebbe dovuto partire con i compagni per il viaggio di istruzione a Roma. Un’occasione di crescita, di divertimento, di condivisione. Un’occasione che non ha potuto vivere. La sua scomparsa è un vuoto che si allarga tra chi lo conosceva.
Il dolore è muto, incredulo, difficile da accettare. I suoi genitori, entrambi insegnanti, i suoi due fratelli minori, gli amici, i compagni di scuola, i colleghi della Baita Laghetto di Roana, dove lavorava durante la stagione turistica. Ognuno porta con sé un pezzo del suo sorriso, della sua energia, della sua voglia di fare. E mentre la comunità si stringe attorno alla sua famiglia, il ricordo di Jacopo si fa spazio nei racconti di chi lo ha conosciuto.
Nella voce rotta dall’emozione, negli sguardi che cercano di dare un senso a ciò che un senso non ha. «Un bravo ragazzo, anzi eccezionale, sempre attento, puntuale e accorto» lo ricordano alla Baita Laghetto. «Siamo affranti, sotto shock, per la sua scomparsa e siamo vicini alla famiglia in questo momento di grande dolore».
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