Musei d’impresa, un weekend imperdibile di porte aperte e visite guidate

Sabato 26 e domenica 27 ottobre cinque splendide occasioni. Un’iniziativa Nord Est Multimedia promossa con Confindustria Veneto Est e Università Ca’ Foscari

A Boston è conservata una splendida anfora attica a figure nere, del 500-490 avanti Cristo. Su un lato mostra il lavoro nella bottega di un calzolaio, sull’altro una scena analoga, ma nella bottega di un fabbro. L’idea di connettere la cultura all’impresa, e quindi l’arte al lavoro, nasce così lontano: da un manufatto alto 36 cm che arriva dall’Antica Grecia. E certo non è il primo messaggio in bottiglia spedito dal passato.

Raccontare alcuni musei d’impresa, come ci accingiamo a fare, significa rispettare questa storia lunga, talmente lunga da disperdere la memoria delle sue radici esatte. Parlano di produzione, di industria, i bassorilievi romani e in manoscritti carolingi, i mietitori di Bruegel il Vecchio nel Cinquecento, le filatrici di Velasques un secolo dopo, e poi i piallatori di parquet di Caillebotte nell’ottocento, i buoi bianchi di Fattori, il seminatore di Van Gogh o la Ford a Detroit ritratta da Diego Rivera. E migliaia di esempi diversi e uguali, nei quali questi mondi si relazionano. In musei del genere trovano spazio interpretazioni e curiosità, memorie e segreti; ci sono le testimonianze e i dettagli.

Attrezzi, macchinari, documenti, grafica, contesto, filmati, voci, suoni: tutto questo compone lo spartito di un museo d’impresa, una musica ricca di variazioni che ogni azienda orchestra a suo modo. Ne abbiamo selezionati cinque nel cuore del Veneto, con l’approccio scientifico qualitativo assicurato da Ca’ Foscari; e come Nord Est Multimedia, il gruppo che edita anche questo giornale, vi aiutiamo a visitarli. Fatevi raccontare storie di argento e di tessuto, di chimica e di pubblicità, di caffè e di vetro. Con un percorso di genio e di manualità, per provare stupore. E anche orgoglio. 

Orari e indicazioni

Ecco come visitare i musei d’impresa in Veneto il prossimo weekend, con ingresso gratuito. Per ogni evento è necessaria la prenotazione sulla piattaforma Eventbrite, all’indirizzo eventinem.it/musei-d-impresa.

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Archivio Benetton

Via della Cartiera 1,

Castrette di Villorba (TV)

Sabato 26 ottobre. Due turni, uno dalle 9, 30 alle 10, 30, uno dalle 11 alle 12, 30. Il primo turno di visita all’Archivio Benetton avrà la durata di 1 ora e offrirà l’opportunità di esplorare 50 anni di storia dell’azienda. Il secondo turno avrà la durata di 1 ora e 30 e prevederà anche un workshop della durata di 30’. Utilizzando un approccio sperimentale, l’Archivio raccoglie e promuove i materiali che raccontano le ispirazioni, i valori e le innovazioni di Benetton. Guidati da esperti, i visitatori intraprenderanno un viaggio affascinante che celebra design, innovazione e sostenibilità. Si richiede di arrivare con 30 minuti di anticipo rispetto all’orario di inizio dell’evento, e di presentare un documento di identità.

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Dersut Museo del Caffè

Via T. Vecellio 2, Conegliano (TV)

Domenica 27 ottobre, dalle 15 alle 16, 30.

La visita guidata avrà una durata di 1 ora e mezza e sarà intitolata “…dalla pianta alla tazzina, viaggio nella storia del caffè…”. L’esposizione offre un percorso interattivo che esplora l’intera filiera del caffè. All’inizio del percorso, collocate in una teca, si possono ammirare alcune piante di caffè Arabica. Si passa poi alla storia della tostatura, della macinatura e della caffettiera, concludendo con esemplari unici di macchine per il caffè espresso. Al termine i partecipanti si ritroveranno al secondo piano, nella sala dedicata alla degustazione.

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Museo Fila Industria chimica

Via Garibaldi 70-72,

S. Martino di Lupari (PD)

Domenica 27 ottobre, dalle 14 alle 17.

La visita al Museo FILA Industria Chimica avrà la durata di 1 ora e si propone di offrire ai visitatori un percorso emozionale e interattivo. Tra le numerose attrattive del museo, si può ammirare la prima macchina di lavoro che ha segnato il passaggio dall’artigianalità all’automazione. Il viaggio nel tempo rappresenta un’opportunità straordinaria per comprendere l’evoluzione del settore e il contributo di FILA all’industria chimica e culturale italiana. I partecipanti potranno immergersi nella storia di un’azienda che ha guardato al futuro con slancio, esplorando anche un importante capitolo della storia d’Italia e del Nord-Est.

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Fondazione Rubelli

Ca' Pisani Rubelli

San Marco 3395, Venezia

Sabato 26 ottobre alle 11.

La visita alla Fondazione Rubelli avrà una durata di 1 ora e permetterà ai visitatori di immergersi nel mondo Rubelli attraverso un coinvolgente percorso espositivo. I partecipanti saranno guidati alla scoperta di un universo in cui storia, artigianalità e un know-how millenario si intrecciano, ispirando designer e artigiani. Il viaggio avrà inizio a Venezia, esplorando l’antica tradizione dei tessuti serici, prodotti da Rubelli sin dai suoi esordi. Successivamente, i visitatori attraverseranno i confini internazionali per ammirare preziosi tessuti e costumi provenienti da Europa, Asia, Africa e America.

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Spazio Calegaro 2021

Via Euganea Praglia 2, Teolo (PD)

Sabato 26 ottobre alle 9,30; domenica 27 ottobre alle 16,30.

La visita guidata della durata di 75 minuti si svolgerà in un luogo affascinante dove i visitatori potranno scoprire una straordinaria varietà di oggetti dalle forme, dallo stile e dal design differenti. La villa non dispone di parcheggi, pertanto si invitano i visitatori a parcheggiare nelle vie limitrofe. Si prega di arrivare 15 minuti prima dell’inizio dell’orario di visita.

L’intervista a Destro

Leopoldo Destro conosce bene le diverse dimensioni dell’azione imprenditoriale e associativa. Le conosce bene per ragioni che definiremo strutturali: presiede Confindustria Veneto Est; è uno dei 5 delegati del nuovo presidente di Confindustria nazionale Emanuele Orsini (la delega è ai trasporti, alla logistica e all’industria del turismo) e come imprenditore conduce con il fratello l’azienda di famiglia, che fa cavi elettrici con rapporti commerciali fondamentali con molte aree del pianeta. È un profilo che fa pensare al locale, al nazionale e all’internazionale. All’energia. E alle connessioni.

Quanto occorre puntare sulla cultura d’impresa?

«Guardi, la pietra angolare del progetto che ha unito i 4 territori dell’attuale Confindustria Veneto Est è stata proprio la candidatura unica, collettiva, come Capitale della cultura d’impresa 2022. Siamo nati così. In quell’anno eravamo due entità ancora separate: Padova e Treviso da una parte, Venezia e Rovigo dall’altra. Quel percorso è stato, nei fatti, il primo e concreto collante tra i nostri territori. Il segno chiaro che intendevamo procedere insieme».

Che cosa le piace in un museo d’impresa?

«Il fatto che sia trasversale alle generazioni, che sappia dialogare con la memoria e al tempo stesso con l’innovazione. Il contenuto di un museo d’impresa è spesso il frutto dei valori dei fondatori dell’azienda. Ma poi sono i giovani di seconda e terza generazione che si occupano delle modalità di esposizione di quei valori. È un passaggio rispetto al quale non si resta indifferenti: riduce le distanze tra epoche e mentalità. Un museo d’impresa costruisce ponti anziché scavare fossati».

Come turista e come protagonista del mondo produttivo lei ha certo visitato dei musei d’impresa. Ce ne sono alcuni che l’hanno colpita di più, fuori dal Veneto?

«Ne cito uno negli Usa e due italiani. Nike a Beaverton (Oregon), Ferrari a Maranello, Archivio Pirelli a Milano».

È soddisfatto della “vostra” capitale della cultura d’impresa, nel 2022? Qual è la lezione da conservare?

«Molto soddisfatto. Il punto è che non è stata “solo” impresa. Abbiamo coinvolto enti, università, territori».

Il senso della cultura d’impresa, in una parola.

«Scelgo la parola “racconto”. Raccontarsi è un’idea semplice. Ma, una volta assimilata e tradotta in fatti, fa la differenza. È la forza della sincerità, vale per le persone così come per le aziende».

Ma esiste un format buono, per i musei d’impresa? Un modello da clonare.

«Direi di no. E va bene così. Questi musei consentono a un’azienda di distinguersi. Non ce n’è uno uguale all’altro. Andiamo a visitarli perché sono originali e sappiamo che ci sorprenderanno».

Quindi non vedremo franchising museali, per così dire. Dunque, qual è il prossimo step da compiere?

«Una volta consolidato il concetto di cultura d’impresa, si apre il sipario sul passo successivo, che è il turismo specifico. Con un museo d’impresa si genera un valore aggiunto per l’offerta di un territorio; a fianco dei luoghi della bellezza, dei quali siamo ricchissimi, nascono itinerari nuovi».

Suona come una pianificazione. E come può essere consolidata?

«Per esempio premiando chi propone le migliori narrazioni. La cultura di un’azienda non è mai abbastanza raccontata. Quattro anni fa abbiamo istituito il premio Valori d’impresa. Attraverso i libri diamo valore alle storie degli imprenditori e agli scrittori che ce li fanno conoscere, premiamo gli studenti e le loro tesi di laurea con le quali studiano soluzioni e storie di successo, preparandosi ad affrontare il futuro. E infine premiamo la comunicazione aziendale, uno degli strumenti più preziosi per alimentare il racconto e tramandare la storia». 

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