Nata con grave disabilità per errori medici la condanna della ginecologa è definitiva

Il caso all’ospedale di Rovigo Per l’altra dottoressa si torna in Appello per il risarcimento Il papà della bimba esulta «Giustizia dalla nostra parte»



La Cassazione conferma la responsabilità della ginecologa Cristina Dibello per i danni permanente provocati durante il parto all’ospedale civile di Rovigo ad Eleonora Gavazzeni. Quanto alla posizione dell’altra ginecologa, Paola Cisotto, ora in pensione, dovrà esprimersi la Corte d’Appello civile, ma solo per la rivalutazione ai fini del risarcimento. Sono servite sette ore di camera di consiglio ai giudici della quarta sezione penale della Suprema Corte per dirimere la questione, dopo che il Procuratore Generale aveva avanzato la richiesta di assoluzione per entrambe le professioniste a processo. La sentenza è stata letta alle 21.30 di venerdì, presenti il papà della piccola Eleonora, Davide, e l’avvocato della famiglia Gavazzeni, Mario Cicchetti.

Le due ginecologhe e l’Usl Polesana avevano presentato ricorso dopo che a marzo dello scorso anno la Corte d’Appello di Venezia aveva riconosciuto la penale responsabilità delle dottoresse, nonostante il reato fosse prescritto (e quindi i giudici avessero dichiarato il non doversi procedere). In primo grado c’era stata l’assoluzione. Il ricorso della dottoressa Dibello è stato rigettato dalla Cassazione, mentre per la collega Cisotto si ritorna in Appello, ma alla sezione civile.

«Si conclude quindi definitivamente il capitolo penale relativo all’episodio di cui è stata vittima la piccola Eleonora Gavazzeni, nata tetraplegica, sorda e ipovedente a seguito di errori commessi nel corso del parto il 3 dicembre 2008 all’ospedale di Rovigo», spiega l’avvocato Cicchetti, «Un grandissimo risultato che costituirà un importante precedente e che avrà sicure ripercussioni anche nel giudizio instaurato davanti alla Corte d’Appello civile». Qui, infatti, è incardinato il processo d’appello a seguito dell’impugnazione da parte dell’Usl 5 Polesana, della dottoressa Dibello e delle assicurazioni Lloyd’s e AmTrust Europe Limited (che rappresentano rispettivamente la ginecologa Cisotto e l’azienda sanitaria) in merito alla restituzione - totale o parziale - dei 5 milioni di euro già pagati in favore della piccola. Le parti sostengono la loro estraneità ai fatti oltre alla tesi, sostenuta da periti di parte, di una ridotta aspettativa di vita per Eleonora.

«Hai vinto tu Ele! Non avevamo dubbi che la Giustizia italiana fosse dalla tua parte, dalla parte di chi ha ragione e in rispettoso silenzio ha atteso il trascorrere di 10 anni di processi e d’inferno. La Corte Suprema di Cassazione Penale ci ha dato ancora ragione», ha scritto papà Davide su Facebook, «Gliel’avevo promesso a Eleonora quando era nata che le avrei dato giustizia per tutto quello che le hanno fatto. E a tutti quelli che ci sono da sempre contro, ho solo tre parole da dire: Giustizia per Eleonora». —

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