Nella Lega in Veneto si apre la resa dei conti, Da Re: «Salvini deve dimettersi»
L’attacco dell’europarlamentare dopo la debacle alle elezioni: «Sbagliato tutto dal Papeete in poi. Questa disfatta ha un nome e un cognome: Matteo Salvini»
«Il problema è Salvini. SAL-VI-NI». Gianantonio Da Re, europarlamentare ed ex segretario regionale del Carroccio, lo scandisce per evitare ogni incomprensione. Chiaro, tranchant, definitivo. Il risultato della Lega a livello nazionale e, a cascata, in Veneto e nella Marca, per la Lega somiglia a un film horror. E il cattivo, secondo Da Re, è conosciuto a tutti. Di più, se non fosse stato chiaro: «Salvini si deve dimettere».
Da Re, è stata una notte che rischia di segnare il destino della Lega.
«L’ho vissuta da casa, ma si conferma ciò che dicevano i sondaggi, dai, non cadiamo dal pero. Non cadiamo dal pero. Era chiara la crescita della Meloni. Avevamo militanti che, anche fuori dai seggi, mi dicevano che avrebbero votato Meloni. Il problema è Salvini: SAL-VI-NI. Lui ormai ha ormai catalizzato la Lega sulla sua figura. Fuori dal seggio gli elettori storici mi dicevano “Toni, stavolta non vi ho votato, dovete cambiarlo».
Colpevole designato, quindi.
«Dai, La Liga l’ha data in mano ai padovani, Nordio non l’abbiamo voluto candidare, sarebbe venuto con noi, eppure non gli avevamo dato prospettiva. A Belluno non abbiamo messo nessuno, nes-su-no. Sbagliata la politica nazionale, dal Papeete in poi».
Entrando nel merito?
«Non ha volto costruire un direttivo politico, da Fontana a Fedriga a Giorgetti a Zaia, con una segreteria politica con quel spessore che non aspetto ai territori. Se il tuo mondo sono i social… venerdì aveva 3 milioni attaccati al telefonino, ma non li ha portati alle urne. Avanti, non ha voluto fare una segreteria politica, fare i congressi.. L’organizzazione che c’era e c’è ancora ma che si è fermata, senza contare gli scivoloni che fatto a livello politico. Doppia uscita da due governi differenti… prima con Conte e poi con Draghi. Serve una linea, la gente vuole serietà, ti voto ma devi fare bene».
E’ l’ora del congresso?
«Lo chiediamo da tre anni e mezzo, fosse per lui aspetterebbe altri tre anni e mezzo. Salvini deve fare solo una cosa, si deve dimettere. Punto. Passi la mano a Fedriga, ha dimostrato di non saper gestire il partito. Nessuno sconto, è arrivato il conto e si paga. Vogliamo vedere le percentuali delle Europee? 33-34, merito suo, certo. Ma sta riportando il partito al 2 per cento».
Che fare ora?
«L’elettore Lega ha votato Meloni oppure ha girato attorno al seggio. Il dato vero è che il voto della Lega si è dissolto perché non vuole più Salvini. Questa disfatta ha un nome e cognome: Matteo Salvini. Passi la mano a Massimiliano Fedriga per fare in tempi brevi il congresso per ricostruire il partito».
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