"No al park in Prato della Valle" Franzin e Mezzalira contro i lavori

I due storici esponenti della politica padovana guidano la protesta contro i lavori di Piazza Rabin. Esposto alla Sovrintendenza ai Beni monumentali per tutelare l’area destinata a cambiare volto
PADOVA.
«Una speculazione edilizia e un rischio enorme per il Prato della Valle che potrebbe persino vedere prosciugate le acque della sua canaletta, simbolo universale della storica piazza». Il comitato Memmo boccia il park interrato in piazza Rabin e si rivolge alla Soprintendenza con un esposto indirizzato all'architetto Sabina Ferrari, che guida la struttura deputata a tutelare il patrimonio architettonico del Veneto.


E proprio al «monumento Prato» guardano gli attivisti del comitato, che si definisce apolitico, guidato dall'avvocato Vieri Tolomei. Al timone ci sono però due storici esponenti della politica padovana: vicepresidente è Bruno Mezzalira, ex vicesindaco Psi della giunta Gottardo-Giaretta: segretario Elio Franzin, storico e fondatore degli Amissi del Piovego, ex consigliere comunale della Lega Nord.


IL VINCOLO.
Nelle cinque pagine di esposto si parte ricordando il vincolo, risalente al 1956, che ricomprende l'area da via Carducci al vecchio canale Alicorno (interrato sotto via 58esima fanteria). «Una tutela che deve essere rispettata nella sua vera essenza - spiega il comitato - Un park interrato è totalmente incompatibile».


RISCHIO ARCHEOLOGICO.
«Ad oggi manca un approfondito studio sui reperti archeologici presenti nel sottosuolo» prosegue l'esposto. Il comitato si dice «certo» dell'esistenza di edifici sia di epoca medievale che romana.


LA ROTONDA.
La rotatoria prevista davanti al sagrato di Santa Giustina è giustificata, secondo l'esposto, solo da motivi di ordine viabilistico, in relazione alle rampe di salita e discesa dal park su via 58esima Fanteria. «Quella rotonda sarebbe una ridicola e strumentale costruzione che pretende di riprodurre in piccolo l'isola Memmia - sottolinea il comitato - Ci faremo prendere in giro da tutto il mondo».


RISCHIO IDRAULICO.
Via IV Novembre non è troppo lontana: nell'esposto si paventa anche il rischio di conseguenze statiche per gli edifici dell'area. «Per non dire del rischio di lasciare senz'acqua la canaletta del Prato della Valle» proseguono gli attivisti, che chiedono lo stombinamento del canale Alicorno.


L'AVANCORPO.
Non convince neppure il recupero, in chiave commerciale, del frontone dell'ex foro boario, pronto ad essere trasformato in maxi-boutique di moda. «E' assolutamente negativa la chiusura degli archi dell'avancorpo, con la seguente soppalcatura degli spazi, per arrivare a 4.500 mq commerciali - sottolinea il comitato - Si perde la permeabilità tra il Prato e piazza Rabin».


LA CONCLUSIONE.
«Si invita la Soprintendenza ad attivarsi per quanto di propria competenza in merito al progetto di intervento in piazza Rabin» è la perentoria conclusione del Comitato.

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