Obbligo di seppellire i feti morti in Veneto. Ostanel: «Una proposta di legge contro una norma medievale»
La legge prevede l’obbligo di seppellire i feti abortiti, anche prima delle 20 settimane di gestazione
VENEZIA. In Veneto esiste una legge, la numero 45 del 2017, che prevede l’obbligo di seppellire i feti abortiti, anche prima delle 20 settimane di gestazione. Anche senza il consenso dei genitori. Si tratta di una legge fortemente voluta dall’assessora Elena Donazzan. Dall’approvazione che allora passò in sordina, godendo anche del voto favorevole del Partito Democratico – «In un mare di votazioni, è stato fatto un errore. Ora il nostro “no” è convinto» spiega Giacomo Possamai, che allora non era consigliere.
«Una legge medievale, che esiste solo in Veneto e nelle Marche» il giudizio della consigliera Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo), prima firmataria della nuova proposta di legge – sostenuta dallo stesso Possamai, con i consiglieri dem Camani, Montanariello, Zanoni, Zottis e Lorenzoni – che semplicemente chiede di ripristinare il vecchio dispositivo, lasciando alla coppia la possibilità di decidere se seppellire il prodotto del concepimento.
Potrebbe essere inutile, se l’intenzione è quella manifestata dal senatore di FdI Luca De Carlo: proporre che la legge veneta abbia cornice nazionale. Sarebbe un attentato all’autoderminazione, riprendendo i concetti dei consiglieri dem e dei rappresentanti di diverse associazioni, che hanno manifestato la loro preoccupazione.
«Zaia ha detto che la Lega veneta deve essere più moderna, allora supporti un progetto di legge di buonsenso, che tuteli le donne e le loro scelte» chiede Ostanel. Ma era stato lo stesso presidente, all’indomani dell’inaugurazione del primo “cimitero degli angeli” in Veneto, a parlare di «una scelta di civiltà, che supera l'ideologia».
«Ma ora la sensibilità è cambiata. E io mi auguro che si decida presto di cambiare» l’auspicio di Arturo Lorenzoni.
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