Olimpiadi 2026, piano da 100 milioni per gli impianti di risalita
CORTINA. Un rinascimento sostenibile. È quanto prevede per la montagna bellunese, grazie alle Olimpiadi del 2026, Renzo Minella, presidente dell’associazione impiantisti Anef, oltre che numero uno del sistema sciistico Falcade-San Pellegrino.
Il dossier dei Giochi invernali, tra sette anni, non prevede nuovi impianti all’esterno delle aree direttamente interessate. Ciò non toglie che gli impiantisti si mettano a studiare e progettare non tanto nuove piste e nuove opportunità di risalita, quanto un collegamento tra i diversi hub.
«È evidente, lo capisce anche un non addetto ai lavori – precisa Minella –, che un’opportunità come quella olimpica è unica per far crescere la montagna, renderla più compatibile con l’ambiente e anche sul piano sociale ed economico». Ecco le idee progettuali già oggi sulla carta.
Comelico
C’è anzitutto il collegamento tra il Comelico e la Val Pusteria, per la cifra di 38 milioni di euro. Secondo il presidente di Anef, il ministero dell’Ambiente e la Soprintendenza dovrebbero sentirsi più garantiti con le assicurazioni sulla sostenibilità date dal dossier-Olimpiadi. «Voglio dire – esemplifica Minella – che in zona buffer delle Dolomiti Unesco sarebbe davvero inconcepibile che un’amministrazione locale contraddicesse il dettato olimpico, anche se questa non è area dei Giochi».
Cortina
Una sessantina di milioni è poi la somma che gli impiantisti di Cortina avrebbero trovato per realizzare il collegamento tra le Cinque Torri e il sistema Civetta, da una parte, e l’area Arabba-Val Badia, dall’altra. Mario Vascellari (impianti Marmolada) si sta adoperando per sveltire la procedura in modo da partire con i cantieri al più tardi subito dopo i Mondiali di sci del 2021. «In questo momento – conferma l’assessore regionale Federico Caner – si sta valutando con gli uffici di competenza come e dove sia possibile superare i vincoli delle aree protette, in particolare Sic e Zps».
Per Caner, una rete di impianti che comprenda Cortina, Arabba e la Val Badia, quindi anche il sistema del Sella, sarebbe una risposta “molto saggia” all’assalto dei passi dolomitici, soprattutto d’estate.
«Una risposta in termini di mobilità sostenibile». Ma l’ultima novità arriva proprio dai territori di Minella.
Falcade
Dopo l’esito di Losanna, infatti, il presidente di Anef ha tolto dal cassetto uno studio progettuale che mette in conto di collegare Col Margherita, e quindi l’area sciabile di Falcade e del passo San Pellegrino, con il Lusia, che a sua volta sarà messo direttamente in relazione con la città di Moena. Dal capoluogo della Val di Fassa, quindi, si potrà arrivare direttamente a Falcade. Anzi, Moena stessa sarà collegata con il passo Costalunga e, quindi, con il lago di Carezza.
Basta? No.
«C’è anche in animo – conferma Minella – di poter mettere in comunicazione il Col Margherita, quindi tutte le altre stazioni di cui abbiamo detto, con il passo Rolle e con l’area di San Martino di Castrozza e le sua Pale». Da Cortina, dunque, fino in val Gardena da una parte, a Moena dall’altra, a Falcade dall’altra ancora e ad Alleghe attraverso il Civetta? «No, non esageriamo – risponde il presidente dell’Anef -. Lo sci del futuro passa per gli hub ma non è detto che un hub sia collegabile all’altro. Ci può essere anche discontinuità, magari superata da collegamenti via pullman o treno. Via treno, appunto, come già avviene in val Pusteria». Due le obbiezioni: la sostenibilità ambientale e quella economica.
«È evidente che il futuro dell’alta montagna e delle stagioni turistiche passa per il rispetto rigoroso dei vincoli che troviamo scritti nel dossier-Olimpiadi. Non c’è alternativa, nessuno cerchi di fare il furbo. Dobbiamo però ragionare tutti insieme, mettendoci attorno a un tavolo, su come intervenire nell’ambiente, salvaguardando le esigenze di sviluppo delle comunità locali. Così facendo sono sicuro che troveremo anche le necessarie risorse».
Resta lontano il Nevegal, con tutti i suoi problemi. «Resta lontanissimo – conclude Minella – se si ha l’ambizione di costituirlo in un polo come tutti gli altri. Questa, invece, va considerata un’ottima piattaforma per formare i piccoli sciatori per le grandi imprese, da sperimentare a Falcade, ad Alleghe, ad Arabba, a Cortina o ad Auronzo». —
Francesco Dal Mas
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