Olimpiadi, formalizzata la road map E Torino prova a rientrare dalla finestra
È stata formalizzata, ieri a Milano, la road map del cantiere per le Olimpiadi 2026. Con tante sorprese.
Il Piemonte sta per recapitare al Coni e al Governo un dossier per rientrare in partita. Il Friuli Venezia Giulia vuole, a sua volta, far sponda, magari per gli allenamenti in qualche località della Carnia.
Trento e Bolzano che, secondo i loro calcoli, assicurano circa un terzo delle gare, insistono perché il binomio “Milano-Cortina” si trasformi in un trinomio, con l’aggiunta delle Dolomiti.
Interferenze ritenute legittime, da chi oggi si occupa di strutturare il percorso verso il 2026, con l’attesa legge olimpica per il prossimo mese di settembre e, in autunno, la governance.
Ieri, intanto, sono comparse in Veneto le gigantografie di un Luca Zaia sorridente che, sullo sfondo dei cerchi olimpici, indica con le dita la “V” di vittoria e un “Grazie” in rosso, mentre, poco distante, compaiono i manifesti-elefante delle colline Unesco. A Milano, dunque, dove si è tenuto il primo vertice tecnico sulle Olimpiadi, dopo il sì del Cio all’Italia, il presidente del Coni Giovanni Malagò ha fatto sapere che «ci vedremo a Palazzo Chigi, penso al più presto, con tutti gli stakeholders; e poi, a settembre, ottobre e novembre, ci saranno una serie di altri appuntamenti tecnici».
Il 10 e 11 dicembre ci saranno poi due giornate milanesi ufficiali, molto importanti.
«Con una presenza significativa da parte del Cio», ha precisato, «visto che per quella data si sarà sicuramente già insediata la commissione di controllo».
Il numero uno dello sport italiano ha rivelato che nel corso della riunione di ieri «si è impostata un’agenda, un programma, una serie di punti chiave, di quello che è il percorso da adesso fino a febbraio 2026. Scadenzato con una serie di compiti, di responsabilità e di ruoli».
Quanto alla legge olimpica, Malagò ha confermato la volontà del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti, di approvarla per fine anno.
«In realtà, io spero che si possa materializzare», ha sospirato il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, «già entro settembre, al più tardi in ottobre, perché prima si arriva e meglio si alloggia».
Questo provvedimento, infatti, è preliminare agli interventi infrastrutturali che bisogna fare, cominciando magari dall’abbattimento della vecchia pista di bob a Cortina, quella del 1956, e dalla sua ricostruzione.
«La legge, infatti, prevederà, ad esempio, le deroghe, per far presto, ancorché bene», sottolinea Ghedina.
Altro appuntamento molto atteso quello della governance. Con i presidenti di Trento e Bolzano, rispettivamente Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher, che hanno chiesto al Governo di esserci.
«Con il presidente del Cio Thomas Bach», ha ricordato ieri Malagò, «mi ero impegnato a dare entro novembre la composizione della Governance ma l’obiettivo è ufficializzare tutto per il 10-11 dicembre: già a novembre sarà però tutto abbondantemente chiarito».
Ritardi in previsione? Nessuno, ha rassicurato il numero uno del Coni. Non dovrebbero essercene, neppure a seguito del tentativo di Trento, in prima istanza, e poi di Bolzano, di aggiornare il marchio “Olimpiadi Milano Cortina” inserendo anche il nome Dolomiti e, magari, raffigurandole al meglio nella grafica.
Il presidente Fugatti ne ha parlato, nei giorni scorsi a Roma, sia a Malagò e sia al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Vedremo, è stata la risposta. Si sa, però, che sia Venezia che Cortina, e comunque anche Milano, non vorrebbero ritocchi di sorta, perché l’icona è già ben fissata nell’immaginario collettivo. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova