Padova, bambino con il Covid-19 al centro estivo: attività sospesa
Ha meno di 10 anni e frequentava il campus dedicato al calcio all'Arcella. Test per coetanei e famiglie

Alcuni bambini partecipano al centro estivo organizzato in un parco dalla scuola per l'infanzia ''In Crescendo'', Roma 15 giugno 2020. ANSA/FABIO FRUSTACI
PADOVA. Trovato positivo al Coronavirus un bambino che nelle ultime settimane ha frequentato i campus estivi di calcio alla parrocchia di Sant’Antonino all’Arcella.
Dopo la riapertura dei centri estivi arriva la prima brutta notizia. Il bambino ha meno di dieci anni e sarebbe in buone condizioni di salute. La sua famiglia era risultata positiva al Covid nei giorni scorsi, e anche se lui pare non abbia mai manifestato alcun sintomo è stato ovviamente sottoposto al tampone, che ha poi avuto un esito purtroppo sfavorevole.
Una volta venuti a conoscenza della sua positività, i vertici della società sportiva che gestisce il campus (e che prende in affitto le strutture della parrocchia) ha subito sospeso le attività su direttiva delle autorità sanitarie. Nel frattempo è partita la sanificazione dei luoghi interessati dal centro estivo.
In tutto dovrebbero essere una trentina i compagni di gioco che durante il mese di luglio hanno condiviso gli spazi con il bambino. Tutti verranno sottoposti al tampone, compresi i familiari, che con ogni probabilità dovranno anche mettersi in quarantena. Il campus è frequentato da molti ragazzi, divisi però in gruppi.
Ognuno di questi gruppi svolge attività in momenti diversi, ma ovviamente utilizza le stesse strutture. Una scelta assunta dagli organizzatori proprio per mantenere una sorta di distanziamento tra i ragazzi e poter isolare solo alcuni di loro in caso di soggetto trovato positivo. Proprio quello che poi è accaduto. Ora però resta da stabilire con quanti bambini è entrato in contatto il piccolo calciatore, visto che le probabilità di diffusione del contagio, nonostante tutte le precauzioni adottate, restano ancora alte.
In più, ora andranno ricostruiti tutti i movimenti del bambino nelle ultime settimane, ed eventualmente anche del resto degli allievi che hanno partecipato al campus calcistico. Ragazzi dai 3 ai 15 anni che non provengono solamente dal quartiere Arcella, ma anche dal resto della città e da alcuni comuni vicini, tra i quali Limena.
Sulla questione si stanno muovendo anche le istituzioni. Ieri c’è stato un vertice in Prefettura convocato dal prefetto Renato Franceschelli, al quale hanno partecipato anche il sindaco Sergio Giordani e il presidente della Provincia Fabio Bui, che hanno fatto il punto della situazione, e si sono scambiati informazioni anche sul caso dell’Arcella dopo aver ricevuto un’informativa dalla Usl. La struttura dove è stato registrato il contagio però non è né comunale né provinciale, quindi le amministrazioni non hanno responsabilità decisionali.
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