Padova, paziente feltrino escluso dalla lista per il trapianto. «Ha idee strane sul vaccino Covid»
BELLUNO. Un’«ideazione paranoide» sul Covid, e salta la messa in lista per il trapianto di polmone. Perché, sostiene l’equipe medica di trapianto del polmone dell’azienda ospedaliera dell’Università di Padova, «tali aspetti psicologici» possono «influenzare negativamente il decorso peri e post trapianto». Per questo motivo il paziente viene considerato «soggetto non idoneo al programma trapianto di polmone nel centro di Padova». Sono queste le ultime righe della lettera firmata dalla dottoressa Elisabetta Balestro a nome dell’équipe. La data è del 26 maggio 2022.
È il caso di un cinquantenne feltrino No vax, che avrà pure le sue idee sul vaccino Covid, ma non per questo ha meno diritti degli altri a poter entrare in lista trapianti, dal momento che è a rischio della vita.
Il caso ha destato abbastanza scalpore al punto da indurre due parlamentari a chiederne conto e ragione al ministro della Salute Speranza. Francesco Sapia sostiene la necessità di una ispezione: il deputato di Alternativa ha chiesto al ministro, tramite atto di sindacato ispettivo, perché sia stato messo in atto un simile trattamento. La seconda interpellanza è del deputato di Fratelli d’Italia, Marcello Gemmato, che ha domandato «di quali elementi specifici disponga» sulla vicenda.
Fa muro l’Azienda Ospedale Università di Padova che «smentisce con forza il contenuto» delle notizie emerse finora: la direzione ospedaliera scrive che «non vi è alcuna motivazione ideologica dietro la scelta di non procedere al tempo dei fatti con l’immediato inserimento nella lista trapianti del paziente coinvolto nel caso, bensì una scrupolosa analisi da parte di numerosi professionisti medico-clinici e psichiatrici, al fine di valutare con estremo rigore ed etica deontologica l’appropriatezza del trapianto nel caso specifico».
Insomma, il mancato vaccino Covid non c’entrerebbe nulla, secondo l’Asl, ma di fatto, la chiosa della lettera con cui l’equipe trapianti nega il 26 maggio la messa in lista, sembra andare oltre il lapalissiano.
La realtà: le condizioni di salute del paziente che sono e restano gravissime, acuite anche dal “crollo psicologico” subito a causa di questo diniego.
La vicenda è nota, ora ci sono i documenti. L’uomo è affetto da una grave malattia polmonare, la fibrosi interstiziale bronchiolocentrica, causata dall’inalazione di polveri negli anni di lavoro in cantieri e gallerie, senza protezioni. In più non è vaccinato Covid. Nonostante fosse un candidato preferenziale al trapianto, il 50enne è stato dichiarato non idoneo sulla base di “tratti paranoici” legati alle idee no vax Covid.
Il peggioramento di salute è partito nel 2020, implicando molte terapie eseguite dal paziente, a parte un periodo nel quale “per un disguido” era mancata la prescrizione. Il 30 aprile 2022 l’uomo ha lasciato l’ospedale con in tasca una lettera riassuntiva ma altrettanto incontrovertibile: situazione psichiatrica e psicologica senza problemi, certo ha quelle idee sul Covid più effetto di fake news che di convinzioni personali... ripetono i medici.
Nero su bianco si spiega che il 50enne ha sempre seguito le terapie e che «è stato sottoposto agli esami clinico-laboratoristicistrumentali necessari per la valutazione e per l’inserimento in lista trapianto polmonare dai quali non sono emerse controindicazioni maggiori, seppur presentando tratti paranoici legati alla vaccinazione Covid, che, per quanto circoscritti, potrebbero influenzare l’iter trapiantologico in un’ottica di accettazione e adattamento all’organo ricevuto».
I medici (a firmare, Elisabetta Cocconcelli, Dartora e Pascale) parlano di disponibilità del 50enne al trapianto, visto come «unica possibilità per una migliore qualità per vivere», benché non neghino «difficoltà di accettazione del percorso». Si evince che il feltrino non ha negato le sue convinzioni anti Covid ai medici, tutt’altro, parlando chiaro e tondo di informazioni assunte su internet, di “cospirazioni” e controllo del governo, arrivando addirittura a sostenere l’«idea di inserimento tramite vaccino di microchip».
Questo è quanto emerso anche da un colloquio psicologico del 14 aprile 2022. E, se dal successivo colloquio psichiatrico si evince che le informazioni sul Covid e le cospirazioni siano più un frutto di «fake news» che di convinzioni personali, in quella stessa occasione il feltrino si dichiara disposto ad accettare un organo anche da un paziente vaccinato e di avere fiducia nel sistema sanitario e nei suoi operatori.
Insomma, un quadro psichiatrico generale che fa concludere il professionista che l’ha visitato, così: «Alla mia valutazione non emergono acuzie psichiatriche o alterazioni psicopatologiche rilevanti al di fuori dell’ideazione paranoidea relativa alla pandemia o alle misure anti Covid».
Alla luce del colloquio psichiatrico, «si ritiene comunque indicata discussione collegiale rispetto alla possibilità che la posizione del paziente rispetto al Covid possa condizionare alla sua compliance futura».
Un mese dopo, il rifiuto. Il 26 maggio 2022 viene decisa la «non idoneità al programma trapianto di polmone nell’Uoc di pneumologia dell’Università di Padova». Il paziente è stato escluso dalla lista di attesa per due motivi: quei “tratti paranoici” legati ad argomentazioni no vax e, secondo motivo, perché «oltre a rendersi evidente un comportamento non aderente alle raccomandazioni mediche che potrebbero verificarsi anche per prescrizioni mediche future essenziali (es. terapia immunosoppressiva), si metterebbe a rischio in caso di trapianto la sopravvivenza del paziente stesso e del graft a causa di complicanze infettive altrimenti evitabili».
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