Padova+Venezia, Zaia: «No alle città stato»

Il governatore ha paura di un «Veneto spaccato»: è il rischio dell’aggregazione tra Padova e Venezia

VENEZIA. Non è contrario alle città metropolitane, ma è «preoccupato che il Veneto si spacchi». Così Luca Zaia commenta la possibile aggregazione di Padova e Venezia in un’unica città metropolitana. L’ex ministro teme «che ci sia una parte privilegiata e una parte penalizzata. Che un imprenditore di Schio piuttosto che di Grumolo delle Abbadesse non abbia le stesse opportunità di un collega di Spinea».

«Le città metropolitane - spiega - non sono una invenzione di questi giorni, se ne parla dal 1990, sono già in Costituzione. Per ora hanno solo una veste giuridica, ma domani? È immaginabile che saranno in linea con le città metropolitane che già esistono in Europa e nel resto del mondo e che saranno completamente diverse dalle costruzioni latine e borboniche cui possiamo pensarle adesso».

Si potrebbe arrivare a «Città Stato» ma il rischio è che «se non governiamo questo processo, che se pensiamo di fare Venezia da una parte e Verona dall’altra, avremo un milione, un milione e mezzo di veneti con ampia libertà di movimento. Ma fuori dello steccato, fuori dal giardino dell’Eden, ci saranno tre milioni e mezzo di veneti che soffriranno più di prima. Anche perchè, e questo è il tema degli elementi compensativi, c’è un Governo che non ci ha mai dato risposte per l’autonomia». La Città Stato «sarà più forte» ma «attorno a sè creerà il deserto»

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova