Padre Rock, la veglia dei fedelissimi a San Lazzaro

In preghiera per il sacerdote, scrittore e guaritore d’anime, al centro dell'attenzione per una presunta paternità, I swuoi sostenitori si sono organizzati con Facebook e cellulari. Sono arrivati da tutta la provincia e qualcuno addirittura da fuori
PADOVA. Erano più di 500 ieri alla veglia di preghiera per don Paolo Spoladore. Fuori dalla chiesa di San Lazzaro, in via San Marco, una fila di cartelli ammoniva: «Niente foto, registrazioni e riprese». Dentro soprattutto giovani e famiglie, con piccoli al seguito. Le prime file di fedeli hanno gli occhi chiusi e le mani rivolte al cielo. Sono in tanti a portare con loro un libro del guru. Poi ha inizio la veglia: un lungo rosario cantato in perfetto spirito «Donpa».


I fedelissimi del sacerdote-rock, scrittore e guaritore d’anime, si sono organizzati con Facebook e cellulari. Sono arrivati da tutta la provincia e qualcuno addirittura da fuori. Sono tutti dalla parte del loro «Donpa». Credono nonostante tutto alla loro guida spirituale con la chitarra in mano. Mentre non sono disposti a credere ad una sola parola di Pimpy, l’ex-adepta che dice di aver avuto un figlio dal prete rock. Nessuno però è disposto a commentare. Anzi: «Siete giornalisti? - chiedono - non c’è da essere fieri delle menzogne che avete pubblicato».


Sono arrabbiati perché i loro commenti e le loro esortazioni al guru non «trapassano la fitta rete della stampa che lo ha già condannato», scrivono sul network. Intanto l’Ordine dei medici di Padova ha aperto un’istruttoria formale sui corsi di formazione tenuti da don Paolo a Santa Maria di Sala. Su di lui sta indagando anche la Curia che ha aperto un’indagine esplorativa. Mentre i corsi tenuti a Santa Maria di Sala non accennano a rallentare: 240 euro per un corso-base di tre giorni (venerdì, sabato e domenica). Il corso viene ripetuto i primi di ogni mese, raccoglie un centinaio di persone per un introito annuo che si aggira sui 280 mila euro. Poi vanno aggiunti libri, dischi, gadget. Nel 2008 il bilancio della società Usiogope (che gestisce non solo i corsi ma anche l’attività canora e libraria di don Spoladore) risultava di 900 mila euro, con ricavi dell’attività di 770 mila euro.
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