Palazzo Minotto a Treviso acquistato dai Fassa: ai vip piace il Cagnan. Il punto sulle residenze in centro

Una esponente della dynasty ha rilevato lo storico immobile di vicolo Rovero. Lì vicino abitano già De’ Longhi, Marchetto (Somec) e presto Bertin (Labomar)
Palazzo Minotto, acquisito dalla famiglia Fassa
Palazzo Minotto, acquisito dalla famiglia Fassa

TREVISO. Un altro vip che prende casa in città. E non in un immobile qualsiasi. Ma nello storico palazzo Minotto che si affaccia sul Cagnan a ponte Sant’Agata, in uno degli scorci più belli del Cagnan, a metà strada fra la Pescheria e lo sbocco nel Sile immortalato da Dante. Lo ha acquistato infatti Tina Fassa, nell’ultimo scorcio dell’anno appena concluso.

L'ex Inpdap
L'ex Inpdap

È una delle figlie di Paolo Fassa, patron della Fassa Bortolo di Spresiano, colosso nel settore dei calcestruzzi per l’edilizia che vanta anche una storia ultrasecolare, essendo nata oltre 300 anni fa.

L'ex Inail
L'ex Inail

L’ennesima operazione immobiliare – e i bene informati dicono sia stata condotta con una trattativa riservatissima, da uno degli operatori più noti della piazza – vede protagonista uno dei grandi palazzi del centro storico, e una della dynasty più note dell’imprenditoria trevigiana.

L’ex cinema Edison trasformato
L’ex cinema Edison trasformato

Sul prezzo c’è il massimo riserbo – i sussurri parlano genericamente di un paio di milioni – mentre è certo che scatterà presto un cantiere che riqualificherà l’intero palazzo e il suo compendio. Obiettivo dichiarato quello di riportare agli antichi splendori il palazzo di vicolo Rovero con un restauro tanto conservativo quanto filologico.

L’ex sede Enel di via Panciera
L’ex sede Enel di via Panciera

E certo alla dynasty dell’azienda spresianese fondata nel 1710 non manca il know how. Il palazzo non cela il suo impianto cinquecentesco con il salone nobile e l’affaccio sul Cagnan, ma offre ai nuovi proprietari un’ampia volumetria distribuita sui vari piani, per una superficie complessiva che sfiora i 1000 metri quadri. E c’è la possibilità di sfruttare un secondo accesso dallo strettissimo vicolo che costeggia l’adiacente casa di Bepi de’ Longhi, in una concezione molto flessibile e dinamica del complesso.

L’ex Genio Civile
L’ex Genio Civile

L’operazione, senza dubbio, abbellirà tutta l’area dei Battuti, che dal restauro del Quartiere Latino firmato Fondazione Cassamarca fino alla riqualificazione “pedonalizzatrice” della via in piazza, voluta dalla giunta Manildo, ha certamente modificato l’intero quadrante San Leonardo e il Sile.

Certo palazzo Minotto ha dalla sua l’affaccio sul Cagnan grando, in uno degli angoli più suggestivi della città. Con una location davvero veneziana, vista la fondamenta che parte dal ponte e raggiunge il vicolo retrostante casa de’ Longhi. E che certo abbellirà l’intera zona fra i Battuti e via Carlo Alberto, da decenni amata dai volti noti della città (appunto de’ Longhi) ma anche più recentemente scelta da diversi imprenditori del capoluogo e anche delle provincia.

Fra i quali Oscar Marchetto, mister Somec (ed ex Nice, di cui è stato cofondatore con Lauro Buoro, che a sua volta ha traslocato al castello Romano): ha acquisito l’ex cinema Astra di via Carlo Alberto e ne ha fatto la sua dimora, di fatto di fronte a de’ Longhi. E più recentemente, dall’altra parte del palazzo, verso Sud, l’ex Indpdap è stato comprato all’asta da Walter Bertin, signor Labomar, per 2,6 milioni di euro dopo un’asta scattata a 1,11 milioni prezzo base. E anche qui scatterà presto un restauro dell’imponente immobile con affaccio su via Gualpertino da Coderta. Sarà il “canal grando “ dei Vip.

Edifici storici da proteggere, la Regione ne indica 60

Non una tutela in senso stretto, e non un vincolo, ma una richiesta di valorizzazione, «un punto di partenza per gli enti locali e territoriali, che potranno fare ulteriori segnalazioni e proporre politiche articolate mirate alla salvaguardia e valorizzazione».

Ecco cosa grava di fatto sulla villa liberty di Fiera, lo dicono le carte del Ptrc (Piano tettitoriale regionale di coordinamento) e lo ha ammesso lo stesso sindaco confermando che l’immobile non ha vincoli. Casomai potrebbe averli... con adeguato intervento. Quello che c’è adesso, è un riconoscimento paesaggistico dato dal Pi (Piano degli interventi) del 2018 e poi confermato dalla Regione nell’agosto scorso. Come per Fiera per altri immobili o contesti immobiliari cittadini. Precisamente sessanta, non tutti lasciati intatti.

I beni della città

La lista era ed è inserita in un “prontuario” allegato ai documenti urbanistici del Comune, un lungo elenco che mette in fila i «beni paesaggistici di rilevante interesse culturale che ne disegnano il territorio, non solo puntualmente ma anche come rete di relazioni». Edificazioni testimoni del novecento, non espressamente tutelate da vincoli, ma ritenute degne di essere mantenute». Un margine di discrezionalità che sta alle singole amministrazioni restringere. Sono sessanta, come detto, gli immobili in questa condizione sospesa che si trovano all’interno del territorio comunale, ottanta circa quelli individuati dalla Regione nel territorio provinciale.

L’ex Gil, ora biblioteca comunale
L’ex Gil, ora biblioteca comunale

Da Città Giardino alla stazione

C’è la “Casa dell’americano”, ovvero la villetta liberty di fiera, ma ci sono anche la stazione ferroviaria (1950); l’Inps (1958), l’edificio ex Ina Casa a Parta Altinia (al fianco del Carlton) così come la Galleria Altinia all’interno del palazzo di via Roma fatta nel 1960 da Carlo Scarpa e Luciano Gemin.

C’è il palazzo del Genio Civile, c’è il monumento di piazza Vittoria, il Condomino Vittoria e tutti gli edifici che come lui paiono riprendere le architetture lineari razionaliste come l’ex Inail, il palazzo Ras a largo Totila, la stessa Camera di Commercio e l’edificio ex banca Cattolica ora Intesa in via Martiri della Libertà. Tanti esempi architettonici interessanti, alcuni – come l’ex Gil (1933) – storici e indubbiamente già vincolati. Ma non tutti.

Il vincolo, ma ...

Già, nella lista infatti rientrano immobili in cui non sono mancate, o non mancheranno, interventi di riqualificazione urbanistica non sempre conservativi. Uno tra tutti (e giusto per tornare di attualità) è l’ex Edison, citato nel prontuario e pure nella lista del Ptrc della Regione, e recentemente restaurato. L’intervento ha mantenuto nettamente le linee perimetrali e di facciata, ma non su tutti i fronti, e non mantenendo la sagoma (cresciuta di due piani oggi considerati illegittimi dal Tar).

Ma come l’ex Edison anche l’ex Enel di via Panciera risulta nell’elenco, eppure lì l’intervento prevede la realizzazione di un portico che manterrà solo in parte la facciata dando sfogo alle nuove unità residenziali che si intendono realizzare al posto dei magazzini di via Panciera.

O perché no, pure l’ex Ispettorato Agrario di viale Cadorna, oggi maxi B&B, che è stato mantenuto tale e quale davanti, ma dietro ha visto sorgere un nuovo condominio a più piani fronte Sile. Insomma, il vincolo c’è, ma pare si possa interpretare alla bisogna lì dove non ci sia un indubbio sigillo della Soprintendenza. Basti pensare che le case popolari in Feltrina (che Ater vorrebbe radere al suolo per fare un nuovo contesto residenziale) fanno parte del prontuario.

Piano interventi, variante assegnata allo Studio Mate

Sarà lo studio Mate di Bologna a redigere la prima variante al Piano degli Interventi. Il Comune ha aggiudicato l’appalto pochi giorni fa, per un valore di 84mila euro. Lo studio bolognese, tra i cinque invitati, ha ottenuto il punteggio massimo per l’offerta tecnica, e 7,23 su 10 punti per l’offerta economica, che ha garantito un ribasso d’asta del 15% rispetto ai 99mila euro iniziali.

L’assessore Linda Tassinari
L’assessore Linda Tassinari

Lo studio Mate in provincia di Treviso ha già lavorato, più precisamente a Breda dove ha progettato la scuola media, e a Montebelluna per il Pat; ma ha firmato anche progetti come il centro commerciale dello Juventus Stadium, la linea 1 della Metrotranvia di Bologna, il restauro dell’università Bicocca a Milano e diversi piani degli interventi.

Pochi giorni fa inoltre Ca’ Sugana ha istituito l’Ufficio di Piano, una struttura interna al Comune che coordinerà il lavoro sulla variante al piano degli interventi che rappresenterà la firma della giunta Conte sullo sviluppo della città. Ben 250 le proposte urbanistiche arrivate a Ca’ Sugana entro il termine. Altro strumento che diventerà operativo nell’Ufficio di Piano sarà l’Archi-Urban Center di Treviso, uno spazio per informare la cittadinanza sul processo di programmazione e di trasformazione, attraverso un programma di attività orientato a stimolare l’interesse sui temi della città contemporanea.

«È un progetto importante che porterà finalmente a una migliore operatività in termini di efficienza nell’evasione delle pratiche, per dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini», afferma l’assessore all’Urbanistica Linda Tassinari. «L’Archi-Urban Center vuole stimolare l’interesse sui temi della città contemporanea, con processi di informazione e divulgazione della programmazione». —

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