Palude Venezia, è tempo di processi e c’è chi si prepara a patteggiare
I pm Terzo e Baccaglini a giorni chiederanno il rito immediato per Boraso e tre imprenditori agli arresti. Il fascicolo si divide: da decidere il caso Pili e la posizione del sindaco Brugnaro con Ceron e Donadini
L’inchiesta Palude passa dalle indagini ai “processi”, spaccandosi in due tronconi, che poi potrebbero ricongiungersi in un secondo momento.
Il primo troncone: richiesta di rito immediato
Di giorno in giorno è attesa la firma dei pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini sulla richiesta di rinvio a giudizio con rito immediato – quindi saltando la fase dell’udienza preliminare – per i quattro indagati che dal 14 luglio si trovano agli arresti (ora tutti ai domiciliari). A iniziare dall’ex assessore Renato Boraso, accusato dalla Procura di vari episodi di corruzione, turbative e false fatture, per aver agevolato imprenditori amici o amici-di-amici, facendo pressing sugli uffici comunali per l’avanzare delle loro pratiche urbanistiche o la partecipazione a gare d’appalto.
La Procura ritiene di avere una mole di prove a carico dei quattro indagati (su 32) tale da portarli subito a giudizio. Con Boraso (difeso dall’avvocato Pauro), gli altri coinvolti sono:
- Fabrizio Ormenese, imprenditore che avrebbe fatto da “procacciatore d’affari” per sé e per Boraso;
- Francesco Gislon, che puntava a far aggiudicare alla sua Mafra consulting gare d’appalto pubbliche (avvocata Paola Bosio);
- Fabrizio Brichese, coinvolto in un appalto per impianti elettrici (avvocato Mandro).
Boraso è indagato per 19 capi d’accusa, ma potrà essere giudicato con l’immediato solo per quelli per i quali il giudice per le udienze preliminari Alberto Scaramuzza ha concesso la misura cautelare. Subito le accuse di corruzione legate a:
- Il pressing per autorizzare il mega Park 4.0 a Tessera (2022-23);
- Gli accordi per la Tecnofon di Brichese per le gare delle caldaie;
- L’interessamento per le gare di Avm/Avm per Cds Srl e Castellano Vigilanza;
- La cessione di aree pubbliche di Aev Dese;
- La gara per pulizie Actv e Avm con Open Service.
Boraso, nei cinque interrogatori resi, ha ammesso interessamenti e alcuni pagamenti, giustificandoli come legati al suo lavoro di mediatore e al di fuori del suo assessorato.
Il secondo troncone: il “filone Pili”
Resterà sicuramente fuori dal rito immediato il “filone Pili”, sul quale la Procura dovrà sciogliere a giorni la riserva. Qui si tratta di decidere se chiedere il rinvio a giudizio o il proscioglimento per il sindaco Luigi Brugnaro, uomini del suo staff, dirigenti comunali come Morris Ceron e Derek Donadini, oltre al magnate Ching Chiat Kwong e i suoi rappresentanti in Italia, Loris Lotti e l’architetto Pasqualetto.
Secondo la Procura, ci sarebbe stato un concorso in corruzione per cercare di vendere i Pili a Ching, assicurando tutte le procedure amministrative per trasformare l’area in terziario avanzato e palasport. Per i diretti interessati, invece, nulla di illegale, solo un iniziale scambio di opinioni.
I prossimi passi
Per i quattro indagati per i quali si profila il rito immediato, i tempi corrono: dal 15 gennaio torneranno liberi se non interverrà il gup Scaramuzza fissando una data di processo. Notificato l’atto, le difese avranno due settimane per cercare accordi con la Procura per eventuali patteggiamenti o valutare altre opzioni.
Molto dipenderà dalle eventuali intese con la Procura e dalle decisioni del gup. Alcuni difensori stanno già sondando il terreno per possibili patteggiamenti, ma altre difese potrebbero optare per il rito abbreviato (che garantisce sconti di pena) o per un processo tradizionale.
La chiusura del cerchio
A sei mesi dallo scoppio del caso Palude, è giunto il momento di mostrare le carte e dare la parola ai giudici.
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