Papa Francesco a Verona, la messa con 31 mila fedeli allo stadio. Tutta la visita
Il Santo Padre nella città scaligera. In Arena all’evento sulla pace: «A che serve la guerra? Abbracciarsi è un progetto di futuro». Il pranzo nel carcere dove è detenuto Filippo Turetta. L’omelia: «Il miracolo è prendere uomini codardi e farli coraggiosi»

E’ il giorno della visita di Papa Francesco a Verona. Venti giorni dopo il grande appuntamento a Venezia e meno di due mesi prima di quello a Trieste, il Pontefice è tornato a Nordest.
Una visita, quella di Bergoglio nella città scaligera, che durerà fino al tardo pomeriggio e che sarà scandita da numerosi appuntamenti. L’accoglienza e l’incontro con sacerdoti e consacrati nella basilica di San Zeno, poi con bambini e ragazzi. A seguire il Pontefice presiederà l’incontro «Arena di Pace-Giustizia e Pace si baceranno» nell’anfiteatro romano e risponderà ad alcune domande dei partecipanti. Il pranzo nel carcere di Montorio, poi alle 15 la messa allo stadio Bentegodi.
L’incontro con il clero e i religiosi
«Cari sacerdoti, care religiose e cari religiosi, buongiorno. Vi ringrazio di essere qui. Ringrazio il vescovo per l'accoglienza e per tutto il lavoro che porta avanti insieme a voi. È bello trovarci in questa basilica romanica, una tra le più belle d'Italia, che ha ispirato anche poeti come Dante e Carducci. Ed essere qui insieme, vescovo, preti, religiose e religiosi, e guardare questo splendido soffitto a carena ci fa sentire come dentro una grande barca, e ci fa pensare al mistero della Chiesa, la barca del Signore che naviga nel mare della storia per portare a tutti la gioia del Vangelo».
Sono queste le prime parole pronunciate da Papa Francesco, questa mattina, 18 maggio, al suo arrivo a Verona. Le parole in apertura del primo dei tanti appuntamenti della giornata: l'incontro con i sacerdoti e con i consacrati, nella basilica di San Zeno.
Il Pontefice è arrivato a Verona alle 8, atterrando nel piazzale adiacente allo stadio Bentegodi. Lì ad attenderlo c'erano il vescovo di Verona Domenico Pompili, il presidente veneto Luca Zaia, il sindaco scaligero Damiano Tommasi e il prefetto Demetrio Martino.
L’evento in Arena

Diecimila persone per Papa Francesco in Arena per l’evento Arena di Pace. Spiccano le magliette azzurre delle "Mamme No Pfas" che vengono citate dal palco per portare al centro della visita del Santo Padre il tema dei diritti e della tutela dell'ambiente.
L’ingresso del Santo Padre ha interrotto il discorso di don Luigi Ciotti. Un accoglienza da stadio per Bergoglio.
L’intervento di Papa Francesco
«Se l'idea che abbiamo dei leader è quella di un solitario chiamato a decidere, allora stiamo facendo nostra una visione impoverita, che rende sterili comunità e società. Gli psichiatri dicono che una delle aggressioni più sottili è l'idealizzazione», ha detto il Papa, dopo l'intervento di don Ciotti.
Quindi, ha fatto seguito l'intervento del filosofo francese Edgar Morin (102 anni), assente all'Arena, ma intervenuto comunque con un video.
Annamaria Panarotto, del tavolo sull'ambiente: «Qui ci sono le mamme no Pfas, che sono impegnate da anni contro l'inquinamento in Veneto. Ma non può esserci pace tra gli esseri umani, se gli uomini e le donne non fanno pace con il creato. Noi siamo qui come artigiani di pace, però sentiamo l'urgenza di costringere la politica a dare risposte più immediate. Papa Francesco, volevo chiederti se ci puoi aiutare a capire che passi fare».
Il Papa: «Sto guardando il cartello "Smilitarizziamo mentre e territorio". In alcuni territori, le aziende che rendono più reddito sono le fabbriche delle armi. Nella nostra società viviamo la tensione tra l'agire velocemente e il sentire che tutto questo non è naturale, ma bellicoso. Nella nostra società si respira un'aria stanca».

Papa Francesco ha dedicato un pensiero al conflitto israelo-palestinese. «Davanti alla sofferenza di due popoli non si può dire nulla. Abbracciarsi è un progetto di futuro. A che serve la guerra?» si è domandato Papa Francesco, chiedendo un momento di silenzio ai fedeli radunati all'Arena.
«Penso ai bambini ucraini che vengono a Roma, non sanno sorridere. Penso ai vecchi, che hanno lavorato per tutta la vita per portare avanti questi due Paesi, e adesso sono davanti a questa sconfitta, storica e di tutti noi. Preghiamo per la pace».
«La pace non sarà mai frutto della diffidenza, dei muri, delle armi puntate gli uni contro gli altri». E ancora: «Dice San Paolo: 'Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato' (Gal 6,7). Non seminiamo morte, distruzione, paura. Seminiamo speranza! È quello che state facendo anche voi, in questa Arena di Pace. Non smettete. Non scoraggiatevi. Non diventate spettatori della guerra cosiddetta 'inevitabile'. Come diceva il vescovo Tonino Bello: 'In piedi costruttori di pace!».
Padre Alex Zanotelli, comboniano impegnato da anni sui temi pacifisti, ha donato a Francesco una bandiera arcobaleno della pace.
Le note di Ligabue
Durante l’incontro su giustizia e pace in Arena è salito sul palco anche Luciano Ligabue che ha cantato la sua “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo”. I fedeli hanno accompagnato il rocker di Correggio cantando con lui.
La visita in carcere
Dopo l’Arena, Papa Francesco visita la Casa Circondariale di Montorio dove si trova recluso anche Filippo Turetta, che ha ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Nello stesso penitenziario sarà portato anche Chico Forti.
Bergoglio è accolto dal direttore Francesca Gioieni e dal direttore della Polizia
Penitenziaria, Mario Piramide.
Nella Casa Circondariale, Francesco saluterà gli agenti di Polizia Penitenziaria, i detenuti e le detenute e i volontari e alle 13 pranzo con i detenuti.

«Conosciamo la situazione delle carceri, spesso sovraffollate, con conseguenti tensioni e fatiche. Per questo voglio dirvi che vi sono vicino, e rinnovo l’appello, specialmente a quanti possono agire in questo ambito, affinchè si continui a lavorare per il miglioramento della vita carceraria».
Così Papa Francesco durante il suo incontro con i detenuti nella Casa Circondariale di Montorio. Il Pontefice ha sottolineato che teneva «molto» all’incontro. «Per me entrare in un carcere è sempre un momento importante, perchè il carcere è un luogo di grande umanità.
Sì, è un luogo di grande umanità. Di umanità provata, talvolta affaticata da difficoltà, sensi di colpa, giudizi, incomprensioni e sofferenze, ma nello stesso tempo carica di forza, di desiderio di perdono, di voglia di riscatto».
«E in questa umanità, qui, in tutti voi, in tutti noi, è presente oggi il volto di Cristo, il volto del Dio della misericordia e del perdono», ha affermato aggiungendo a braccio: «Non dimenticate: Dio perdona tutto e perdona sempre».
La messa allo stadio
Sono 31 mila fedeli allo stadio Bentegodi di Verona - di cui 6 mila giovani e 1.500 studenti di terza media - per la messa celebrata da Papa Francesco, appuntamento finale della giornata veronese.
Accolto da un boato dello stadio, Francesco è arrivato al Bentegodi e a bordo della Papamobile ha fatto un lento giro dello stadio per salutare, stringere mani, accarezzare bambini, adulti, giovani, fedeli, non credenti e disabili.
«Lo spirito santo è il protagonista della nostra vita, è quello che ci porta avanti, che ci aiuta ad andare avanti, che ci fa sviluppare la vita cristiana. Lo spirito santo è dentro di noi. Il miracolo è prendere uomini codardi e farli coraggiosi», ha detto Bergoglio nell’omelia, «Prendere uomini di tutte le culture e renderli unità. Lo spirito fa l’armonia. Il contrario dell’armonia è la guerra, è lottare uno contro l’altro. E quando si fa la guerra, questa non la fa lo spirito».
La ripartenza
Papa Francesco è ripartito prima delle 18 in elicottero da Verona al termine della visita pastorale alla diocesi e della partecipazione all'Arena di Pace. Terminata la messa allo stadio Bentegodi, il Pontefice è stato accompagnato all'antistadio dove lo attendeva il velivolo, salutato dalla folla che ha applaudito il corteo papale fino alla fine.
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