Parolin: «Bergoglio verrà ma non prima del 2019»

Il segretario di Stato vaticano sulla visita in Veneto: «Maggiore attenzione al Sud» Messaggio sullo stallo post elettorale fra i partiti: «Dialogo possibile con tutti»
Pope Francis and Pope Emeritus Joseph Ratzinger on the occasion of the celebrations for the sixty-fifth anniversary of his priesthood in the Clementine Hall in the Vatican, 28 June 2016. ANSA / PRESS OFFICE / Osservatore Romano... +++ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING+++
Pope Francis and Pope Emeritus Joseph Ratzinger on the occasion of the celebrations for the sixty-fifth anniversary of his priesthood in the Clementine Hall in the Vatican, 28 June 2016. ANSA / PRESS OFFICE / Osservatore Romano... +++ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING+++

VENEZIA. «Mi auguro che ci sia uno sviluppo spirituale e materiale nel nostro Paese, e che tutti lavorino per questo e per il bene comune. Sui migranti, la Chiesa continuerà a svolgere il suo ruolo e a proporre i suoi valori. Sperando ci sia apertura e accoglienza anche dall’altra parte». Il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin era ieri mattina a Venezia per presentare insieme al patriarca Francesco Moraglia il libro di Stefania Falasca sulla morte di Giovanni Paolo I, alla presenza della nipote di Luciani, Pia. Sono le ore in cui papa Francesco celebra i cinque anni del suo pontificato. E riceve una lettera di sostegno di grande importanza teologica, firmata dal papa emerito Joseph Ratzinger.

«Le parole di papa Benedetto vanno lette così», dice Parolin «dimostrano che non c’è alcuna rottura fra i due pontificati. Ogni Papa ha le sue accentuazioni, le sue priorità, però all'interno di quella che è la tradizione della Chiesa, la realtà della Chiesa. Intervento opportuno, contro le voci che ipotizzano una discontinuità e una rottura che non c’è. La linea maestra per entrambi è quella del Concilio Vaticano secondo».

La politica italiana. Parolin non entra nel merito dello «stallo» e della vittoria di Lega e Cinquestelle: «Lasciamo stare i nomi. Io credo che bisogna lavorare con chi c’è. Con tutti è possibile avere un dialogo. Da parte nostra ci sarà la volontà di parlare con tutti, e di parlare anche di cose su cui non siamo d’accordo. Perchè è importante che il dialogo si confronti anche su questioni che possono essere particolarmente difficili e complesse».

Verrà nel veneto papa Francesco? «Quando ho parlato con il Papa ha dimostrato subito un grande interesse e una disponibilità a venire nel Veneto. Ma mi pare che sia già stato detto dal Patriarca che non sarà nel 2018. Quindi l'appuntamento, a Dio piacendo, sarà per l'anno prossimo. Il Santo Padre ha voluto dare una maggiore attenzione al Sud Italia; la settimana prossima comincerà con San Giovanni Rotondo e Pietralcina».

Si parla di papa Luciani. Processo di beatificazione in corso. «La sua morte repentina e inaspettata è stata trasformata in un filone giallistico, tradendo la consistenza del suo messaggio». Sarà Beato? «Non facciamo pronostici e non diciamo date», sorride, «poi magari i fatti ci smentiscono. Ma è la nostra speranza. I tanti valori che lui ha incarnato e ha vissuto in prima persona non valgono solo per chi è Papa, ma per tutti i cristiani. Sui miracoli allo studio non posso esprimermi, perché è la Congregazione per le cause dei santi che se ne occupa direttamente».

Parolin è il Segretario di Stato Vaticano. Il ministro degli Esteri, oltre che l’uomo di fiducia di papa Francesco. «Credo che un segnale molto positivo è quello che ci viene dalla penisola coreana», dice, «certamente questo è uno sviluppo da accogliere con molto interesse e molta speranza. Su altri fronti invece la situazione sembra non migliorare: mi riferisco soprattutto alla Siria, dove, nonostante i tanti tentativi fatti, anche a livello di Nazioni Unite, non si è riusciti prima di tutto ad applicare la tregua umanitaria che era stata votata,e poi non si vedono grandi progressi a livello di negoziati, e quindi tarda ad arrivare di quella soluzione politica che coinvolga tutti gli attori della vicenda. Che la Santa Sede continua a proporre come unica possibile soluzione del conflitto».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova