Pedemontana veneta, cresce il traffico ma i pedaggi vanno abbassati
Anche il gruppo in regione del Pd è pronto a sostenere la richiesta degli automobilisti
Se Giancarlo Galan ha lasciato in eredità il “Passante” di Mestre, realizzato in tre anni, Luca Zaia sta per consegnare la superstrada Pedemontana veneta, 94 chilometri da Montecchio a Spresiano, l’asse del Nord alternativo alla A4 voluto dalla Lega di Treviso e dal Pd di Vicenza per collegare le due locomotive del manifatturiero a Nordest.
Il patto pd lega
Un patto trasversale, nato nel 2013 con l’allora premier Enrico Letta che ha dirottato 300 milioni per avviare i cantieri e poi con Graziano Delrio che ne ha aggiunti altri 600, per evitare una Salerno-Reggio Calabria bis. Risolti i problemi con l’inchiesta giudiziaria legata alla morte di un operaio travolto da un masso nella galleria di Malo, il cantiere ha ripreso a viaggiare a pieno ritmo ma sconta sempre un paio d’ anni di ritardo. Il tragitto aperto al traffico da va Malo a Montebelluna, 56 km sui 94. Entro l’anno si completerà l’asse vicentino in direzione Montecchio, poi resta da chiudere l’anello verso Spresiano.
Entro settembre 2022 dovrebbe essere conclusa anche la galleria di Malo-Castelgomberto, poi resta da completare il raccordo con il nuovo casello sulla A4 a Montecchio, con lo snodo della Tav. Ci vorranno altri due anni prima che i camion possano transitare direttamente dalla A4 alla Pedemontana per raggiungere Treviso senza passare per Vicenza e Padova e il Passante A57.
Cambiano gli equilibri
Una rivoluzione che modificherà profondamente le dinamiche del trasporto, reclamata dalle categorie economiche e fortemente contrastata dal M5s che ha fatto di tutto per bloccarla. Il motivo? Costa troppo. Il project prevede che la regione incassi il pedaggio e al concessionario Sis Dogliani-Sacyr sia riconosciuto un canone di 154 milioni di euro l’anno fino al 2059: con la rivalutazione degli interessi si arriva a 12 miliardi che sommati ai 2,3 per la realizzazione portano il conto alle stelle.
La grana dei pedaggi
Il vero punto debole della Pedemontana, un capolavoro di ingegneria tra gallerie e tracciato in trincea con muraglia dipinta ai lati, è il costo dei pedaggi 4 volte superiori a quelli della A4 Milano-Venezia e della A13 Padova-Bologna. I 9,80 euro da Malo a Montebelluna per 56 km sono un salasso per i pendolari, mentre il traffico commerciale scarica invece il pedaggio sui costi aziendali anche se per i Tir il conto sale a 25,6 euro. L’apertura del tratto Bassano-Montebelluna ha incrementato il traffico portandolo a 16 mila passaggi al giorno, ma il punto di equilibrio è fissato a 27 mila.
L’offensiva dei sindaci
C’è un fronte istituzionale molto largo che invoca la revisione dei pedaggi, che vanno abbassati: lo dicono in coro i sindaci dei 33 comuni. Lo chiede il Pd in consiglio regionale che ha corretto la rotta dopo aver garantito con Letta e Delrio che la Pedemontana venisse realizzata. Si tratta della più grande opera pubblica che l’Italia sta realizzando, ripete ad ogni taglio di nastro il presidente Luca Zaia che senza sconfessare le decisioni fin qui assunte, ha garantito che i pedaggi saranno abbassati. Quando? Tutto è legato al volume di traffico, ma in agenda c’è la revisione del terzo atto convenzionale con la Sis di Dogliani che si sta imponendo come un player fondamentale nel riassetto delle concessioni in Italia.
L’altro fronte per abbassare i pedaggi è la “fusione” di Pedemontana in Cav, per far decollare la holding: con una società unica e due rami d’azienda i debiti si possono ammortizzare senza dissanguare gli automobilisti. Insomma, i 12 miliari di Pedemontana li potrebbero azzerare anche i pendolari del “Passante” nell’arco di 39 anni. Miracoli della politica e dei bilanci.
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