Pedemontana Veneta, De Berti: «Opera nata su richiesta del territorio»

La vicepresidente della Regione replica a Camani (Pd): «80 mila veicoli ogni giorno, una riduzione media dei tempi di percorrenza di circa 20 minuti su tratte superiori ai 50 km, a un aumento della sicurezza stradale, a minore stress da traffico»

Un casello della Superstrada Pedemontana Veneta
Un casello della Superstrada Pedemontana Veneta

«C’è chi progetta e realizza opere e chi commenta a bordo campo. Quelle della consigliera Vanessa Camani e del Partito Democratico sono accuse strumentali, figlie forse dell’ansia da campagna elettorale. Un attacco senza fondamento, portato avanti da chi oggi urla contro un’opera che in passato non ha mai avuto il coraggio di contestare apertamente e che, soprattutto, non ha mai assunto su di sé l’onere di una scelta. È troppo facile oggi dire solo dei “no”, dimenticando che sono oltre 80.000 i veicoli che ogni giorno scelgono la Pedemontana Veneta. Sono tutti dei folli? O piuttosto stanno utilizzando coscientemente un’infrastruttura che funziona, e che dimostra la propria piena utilità?».

Così la vicepresidente della Regione del Veneto e assessore alle Infrastrutture Elisa De Berti replica con fermezza alle dichiarazioni rilasciate dal Partito Democratico sulla sostenibilità economica della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV).

«Parliamo di un’infrastruttura strategica, riconosciuta in passato come tale dalla Legge Obiettivo e inserita tra le grandi opere di interesse nazionale. Un progetto che ha attraversato decenni e governi di ogni orientamento politico, da destra a sinistra. E qui sta l’ipocrisia più evidente: nessun governo della Repubblica, tantomeno quelli a guida Partito Democratico, ha mai sollevato critiche sull’utilità dell’opera o sulle sue caratteristiche tecniche, realizzative ed economiche. I ministri competenti hanno avuto ogni occasione per bloccare, ridiscutere o modificare il progetto, se davvero ne avessero condiviso le perplessità. Ma ciò non è mai accaduto. L’improvvisa indignazione del PD appare dunque una polemica pretestuosa, probabilmente costruita per ottenere visibilità, senza alcuna coerenza con il passato. La sinistra ha protestato anno dopo anno per l’impatto ambientale, per il progetto, per la realizzazione, per i costi delle tariffe ed ora per il piano economico. Venendo puntualmente smentita, sotto lo sguardo divertito degli utenti che la Pedemontana la usano tutti i giorni».

La richiesta delle categorie

«Ricordo a Camani che la SPV è nata su richiesta del territorio, in particolare delle associazioni di categoria e degli enti locali. I Comuni interessati, negli anni ’90, chiesero di trasformare il tracciato originario da autostrada a superstrada a pedaggio, spinti dalle esigenze di sostenibilità ambientale e dal confronto con i comitati civici. Proprio queste scelte, condivise a livello locale, hanno portato a una realizzazione in trincea, con costi maggiori ma anche con un impatto ambientale ridotto. Oggi è singolare che quegli stessi ambienti che chiedevano infrastrutture a basso impatto si lamentino dei costi che tale sostenibilità ha inevitabilmente comportato. E di questo, quando l’onorevole Camani in Parlamento rappresentava il proprio partito, non s’è mai sentita una parola contraria».

Il sostegno pubblico

«Come ogni grande opera, anche la Pedemontana richiede un sostegno pubblico nella sua fase iniziale. Ma questa è la regola, non l’eccezione. Come sanno bene gli amministratori pubblici nessuna nuova infrastruttura – che sia una ferrovia, un tram, un autobus urbano o una strada regionale – si autosostiene solo con le entrate da tariffa o pedaggio. E chi oggi contesta l’integrazione finanziaria prevista per la SPV è lo stesso che chiede alla Regione di aumentare i fondi per il trasporto pubblico locale, correttamente in questo caso, riconoscendo come sia necessario uno stanziamento corposo per garantire il servizio al di là degli introiti garantiti dal pagamento degli utenti. Per la Pedemontana invece, secondo la sinistra, non dovrebbe valere il medesimo, logico schema di sostegno ad un’opera che serve cittadini e territorio. Una contraddizione evidente e inaccettabile.», prosegue la vicepresidente.

 

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Il piano rivisto nel 2017

«Nel 2017 grazie alla giunta Zaia abbiamo completamente rivisto il piano economico-finanziario dell’opera, evitando un salasso da oltre 10 miliardi di euro che sarebbe ricaduto sulle spalle dei cittadini. Se fosse rimasto in vigore il vecchio contratto, oggi la Regione dovrebbe versare circa 230 milioni di euro all’anno; invece, grazie alla rinegoziazione, l’integrazione attuale è contenuta in una fascia tra i 30 e i 50 milioni di euro. Una cifra sostenibile, trasparente, nota da anni», spiega De Berti.

Lo studio di Unioncamere

«A dimostrazione dell’efficacia dell’opera»,  prosegue, «ci sono anche i dati raccolti da uno studio indipendente realizzato da Unioncamere del Veneto, organismo rappresentativo di tutte le Camere di Commercio regionali, che ha analizzato gli effetti economici, ambientali e sociali della SPV. L’indagine dimostra che l’utilizzo della Pedemontana ha portato a una riduzione media dei tempi di percorrenza di circa 20 minuti su tratte superiori ai 50 km, a un aumento della sicurezza stradale, a minore stress da traffico, migliore accessibilità delle aree pedemontane, riduzione delle emissioni inquinanti e protezione dei centri abitati dal traffico pesante. Il ritorno complessivo stimato è pari a 1,4 euro per ogni euro investito, con benefici attualizzati pari a 5,8 miliardi di euro contro 4,2 miliardi di costi», prosegue De Berti.

Volano per il  Veneto

«La Pedemontana è, dunque, un vero volano economico per il tessuto produttivo del Veneto. Lo dicono le imprese, i cittadini, i dati. Lo conferma anche il crescente utilizzo dell’opera, con oltre 80.000 veicoli al giorno. E lo testimoniano le scelte della Regione, che ha introdotto agevolazioni tariffarie del 60% per i veicoli leggeri su tratte interne e ha razionalizzato le esenzioni», va a chiudere la vicepresidente, «Questi sono i fatti. Il Partito Democratico, invece, sceglie ancora una volta la strada dell’opposizione sterile, del ‘no’ sistematico, senza mai indicare un’alternativa, senza mai assumersi la responsabilità di decidere. Ma i veneti non si fanno ingannare. La Pedemontana è una realtà solida, utile e strategica. E noi continueremo a lavorare per migliorarla, non per demolirla con polemiche da salotto»

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