Perde la memoria a 17 anni, si laurea in Statistica a Padova

La vicentina Eleonora Fabris, colpita nel 2016 da un’encefalite fulminante e curata in Neurologia al Sant’Antonio: «Non date peso ai giudizi altrui». La madre: «Mia figlia salvata da una cura sperimentale, aveva perso l’uso della parola»

Costanza Francesconi
Eleonora Fabris, fresca di proclamazione, con Matteo Zoccarato, il neurologo che all’epoca si occupò del suo caso
Eleonora Fabris, fresca di proclamazione, con Matteo Zoccarato, il neurologo che all’epoca si occupò del suo caso

In testa porta una corona d’alloro e di rose, boccioli fiammanti come i suoi capelli rossi. Eleonora Fabris  di Bassano del Grappa sorride incredula, elegantissima nel suo completo blu, fino alla proclamazione del voto: 95 su 110. Appena la commissione di laurea lo pronuncia tira un sospiro di sollievo e corre nel cortile di Scienze statistiche a Padova, il 28 marzo teatro di festa in via Cesare Battisti.

La malattia

Si gode gli abbracci e le congratulazioni dei genitori, commossi ancora più di lei: chi lo avrebbe mai detto, dopo che nel 2016 hanno rischiato di perdere la loro Ele, colpita da un’encefalite fulminante mentre mangiava un gelato in piazza con sua sorella più piccola. Questa forma rara di malattia autoimmune ha trascinato la giovane originaria di Nove (nel Vicentino) in un calvario durato mesi.

Un tunnel di incertezze e sofferenze a cui ha dato una svolta la squadra di Neurologia dell’Ospedale Sant’Antonio di Padova  all’epoca diretta da Bruno Gionetto.

«Ma per me la cosa più difficile è stata riprendere a socializzare dopo, una volta tornata alla mia vita normale» ricorda la neodottoressa, fiera del titolo magistrale appena conseguito all’università.

La sua tesi – “Crescita dell’indice dei prezzi al consumo: un’analisi multi-paese” – ha una particolarità. I ringraziamenti sono seguiti da alcune pagine lasciate in bianco. «Per accogliere le dediche di chi vorrà condividere un pensiero per me», spiega.

Eleonora, appena laureata in Statistica. "Così sono rinata dopo la malattia"

Festa di laurea

A celebrarla c’erano mamma Alessandra e papà Adriano, una zia, un’amica e sua sorella. Il dottor Marco Zoccarato (neurologo al Sant’Antonio, oggi sotto la guida di Anna Maria Basile) le ha fatto una sorpresa.

«È lui in nostro angelo», dice Alessandra, «Aveva 36 anni quando ha dato anima e cuore per capire che cosa stesse uccidendo nostra figlia». Inizialmente Eleonora è stata curata per epilessia. Ma non era quella la patologia che la stava consumando, e che per mesi le ha portato via l’appetito, il sonno, la parola. Il giorno in cui sembrava dovesse esserle indetto un coma farmacologico per non rischiare che la situazione degenerasse, è stata trasferita d’urgenza a Padova, in terapia intensiva.

La cura sperimentale

«Una medicina sperimentale che ha impiegato settimane ad arrivare pian piano le ha ridato la vita: le possibilità che funzionasse si aggiravano sul 5%», racconta la madre, grata a tutti i medici e infermieri incontrati strada facendo tra Bassano e Padova.

E questa seconda chance Eleonora l’ha tenuta stretta con i denti e con le unghie. Tornando a scuola nonostante l’accoglienza arida dei coetanei, imparando daccapo a leggere e scrivere, traducendo dall’inglese il libro “Brain on fire” di Susannah Cahalan che per il diploma di maturità all’Itc Einaudi di Bassano del Grappa proprio Marco le ha regalato. Da ultimo, facendo la pendolare con l’università a Padova.

La rinascita

Oggi guarda avanti ma le cicatrici, Eleonora, le tiene con sé. «La reintegrazione sociale è stata difficilissima», dice chiaramente, «gli altri pensano tu abbia qualcosa di contagioso quando non è niente». È cinica, risoluta e tenera insieme.

Lavora per un’azienda ingegneristica di Padova dove analizza dati relativi alle energie rinnovabili. «Negli anni ho imparato che fosse meglio evitare di raccontare quello che mi era capitato alle persone, perché al momento opportuno tutti scappano. Ora ho pochi amici, ma buoni. Il mio consiglio è credere in sé stessi e fregarsene dei giudizi degli altri: non capiscono quello che stai passando». In questo percorso di consapevolezza mamma e papà non l’hanno lasciata un istante.

Sabato 29 marzo i festeggiamenti  a Marostica. «Per la tenacia e determinazione che ho visto fin dal primo momento animare Eleonora», svela il dottor Zoccarato, «non ho mai dubitato potesse raggiungere questo traguardo». Straordinario e perciò degno di nota.—

 

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