Pfas, il Veneto chiede 800 milioni a Roma

VENEZIA. L’emergenza sanitaria e ambientale che ha investito i 29 comuni dell’ovest vicentino contaminati da sostanze perfluoroalchemiche (Pfas), esige una serie di interventi straordinari da parte dello Stato con un impegno di spesa oscillante tra i 500 e gli 800 milioni di euro. È la richiesta avanzata dal governatore Luca Zaia in una lettera al premier Matteo Renzi e ai ministri Beatrice Lorenzin (sanità) e Gian Luca Galletti (ambiente), sollecitati a sostenere la Regione in un’operazione di bonifica e salvaguardia della salute che non trova precedenti recenti nel territorio veneto.
Nel riassumere i termini della situazione, Zaia ricorda che la campagna di biomonitoraggio dell’Istituto superiore della sanità ha stabilito che la principale fonte inquinante per l’organismo umano è l’acqua contaminata dai Pfas provenienti (l’hanno accertato i controlli dell’Arpav) dagli scarichi industriali riversati per anni nelle falde sotterranee e nei corsi superficiali; la popolazione coinvolta, a vario titolo, è stimata in 300 mila unità, con epicentro nella “zona rossa” tra valle del Chiampo e valle dell’Agno - Altavilla Vicentina, Creazzo, Montecchio Maggiore, Sovizzo, Brendola, Sarego e Lonigo i centri più inquinati - e lo «stato d’attenzione» esteso alla frangia padovana rappresentata da Montagnana, Urbana e Megliadino San Fidenzio.
Ad oggi, sottolinea il governatore, «sono state completate le misure a breve termine: messa in sicurezza degli acquedotti con filtri idropotabili, chiusura dei pozzi privati, estensione della rete idrica e allestimento di punti di approvigionamento permanenti nelle aree remote» ma ora si profila la fase più impegnativa che include «un piano di campionamento mirato degli alimenti per verificarne l’eventuale contaminazione; uno studio epidemiologico di coorte (l’incidenza sulle patologie ndr) che verifichi gli effetti sulla salute della popolazione esposta; uno studio epidemiologico retrospettivo della suddetta popolazione; l’avvio di misure di prevenzione primaria nell’ambito zootecnico per quanto riguarda l’acqua di abbeverata e della produzione alimentare per la qualità dell’acqua utilizzata proveniente da captazioni autonome; la presa in carico della popolazione esposta mediante un piano diagnostico e terapeutico differenziato secondo una graduazione del rischio e della fascia d’età».
Morale della favola? Zaia preannuncia al Governo «la presentazione a brevissimo termine di un programma di interventi strutturali e infrastrutturali» da realizzarsi in un arco temporale di 4-7 anni; le prime opere investiranno il sistema di distribuzione dell’acqua potabile ed i settori agricoli e industriali coinvolti, con una spesa complessiva stimata in 100 milioni; altrettanti, ma su base annuale, serviranno a garantire la «sorveglianza sanitaria» - leggi screening di massa con test epatici, renali e tumorali nonché osservazione clinica dei soggetti maggiormente contaminati - il cui prolungamento dipenderà dai riscontri epidemiologici. Si vedrà. Resta la speranza che a saldare il conto dei danni, infine, non siano i contribuenti more solito ma gli avvelenatori colpevoli questo scempio.
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