Pollicino per ripercorrere “Universi di-versi”: il viaggio di Marangoni nel bosco dei 50 anni

Lo scrittore padovano esce con un romanzo che è una fiaba moderna e che«guarda verso l’alto per andare verso l’altro» e sorride alla piccola Anna
Nicolo Menniti-ippolito
Guido Marangoni, ingegnere informatico padovano e scrittore nonché papà di Anna
Guido Marangoni, ingegnere informatico padovano e scrittore nonché papà di Anna

PADOVA. Difficile dire che Guido Marangoni sia uno scrittore per caso, perché si avverte in lui il gusto per le parole, l’amore per il racconto; ma forse se le cose della vita fossero andate in modo diverso, magari non avrebbe scritto due libri di successo, non avrebbe vinto il Bancarella, non sarebbe arrivato in libreria da pochi giorni con un terzo libro “Universi di-versi” (Sperling & Kupfer, p. 179, 16, 90 euro).

Tutto è cominciato, per l’ingegnere informatico e scrittore padovano, su Facebook, con “Buone notizie secondo Anna” in cui raccontava con leggerezza ed entusiasmo la vita accanto a una figlia con la Sindrome di Down.

Poi è arrivato il fortunatissimo “Anna che sorride alla pioggia” seguito da “Come stelle portate dal vento” ed ora “Universi di-versi”, che verrà presentato a Padova martedì 21 giugno alle ore 20.45 nella nuova edizione di “Dadi with Friends”, concerto spettacolo a favore Fondazione Vite Vere Down D. A. D. I. Onlus. L’evento verrà ospitato nel Palazzo della Ragione.

Nel nuovo libro Guido Marangoni parte da una notte stellata, da un bosco scuro. «Il fatto è vero», racconta, «nel giorno del mio cinquantesimo compleanno sono andato da solo a fare una camminata in montagna e oggettivamente mi sono perso nel bosco. Questo cambiamento totale dei punti di riferimenti mi ha portato a interrogarmi e a raccontare come fossi anch’io nel mezzo del cammin di nostra vita».

Di qui parte un viaggio che è a metà tra il ricordo e il romanzo.

«Perdermi», dice ancora Marangoni, «ha risvegliato in me una sensazione di smarrimento, che tutti proviamo più o meno nella nostra vita, un non sapere bene chi siamo, che direzione prendere. Ed allora, siccome ho anche un grande amore per le fiabe, è venuto a galla uno dei miei personaggi preferiti, Pollicino, e come lui ho ripercorso la strada all’indietro, recuperando gli incontri, reali o vissuti col cuore e la fantasia, che hanno segnato la mia vita».

La fiaba è una costante dei libri di Marangoni, è parte della sua scrittura. «La favola», dice lo scrittore padovano, «è nella vita di ognuno di noi, ma non la favola intesa come lieto fine, come matrimonio col principe azzurro. Spesso cerchiamo una vita da favola e non ci accorgiamo che la favola ci aspetta nella nostra vita, nelle piccole cose, nei piccoli incontri, nel rapporto con la natura, nel leggere lo parole o i segnali che altri ci hanno lasciato».

In questo viaggio Marangoni si fa accompagnare anche da personaggi come Galilei, come Chagall. «Spesso quando guardiamo ai grandi uomini», aggiunge, «ci dimentichiamo la loro normalità e questo li impoverisce. Mi definisco spesso come un ricercatore di denominatori comuni, di cose che tutti gli uomini provano e condividono. E queste non si trovano mai nella eccezionalità positiva o negativa che sia. Ormai si parla sempre di “inclusione”: ecco l’inclusione, secondo me, non è altro che la riscoperta di dinamiche che riguardano tutti, anche i grandi uomini, che diventano come dei compagni di viaggio».

E questo spiega anche il titolo del libro, che guarda al cielo, ai mondi lontani, ma anche alla poesia di ogni giorno e alla disabilità. «Il sottotitolo che ho dato al libro», spiega l’autore, «è “Guardiamo verso l’alto per andare verso l’altro”. L’idea è che tutto il nostro guardare verso il cielo (si tratti di scienza, di religione, di arte) non porta a nulla se non ci induce a un movimento verso l’altro».

E qui torna il tema dominante della scrittura di Marangoni e quindi anche Anna, la figlia disabile che è protagonista dei suoi altri libri e in parte anche di questo. «Il privilegio di poter vivere con Anna», dice, «mi ha insegnato a osservare, a soffermarmi a riflettere sulle piccole dinamiche che lei mette in evidenza in maniera molto bella, molto limpida. Dico spesso che la disabilità rende esplicite le cose, è un amplificatore di dinamiche che però riguardano tutti noi».

E questi tutti sono invitati a partecipare allo spettacolo al palazzo della Ragione. «Quest’anno per “Dadi with friends”», conclude Marangoni, «abbiamo pensato a una stars edition cui parteciperanno scrittori, comici, attori, ricercatori e per gli 800 anni dell’Università anche la Magnifica Rettrice».

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