Ponte di Rialto, stop per due notti

VENEZIA. Il ponte di Rialto a Venenzia in fase di restauro registra movimenti e spostamenti, sia pure di modesta entità. E sono necessari nuovi controlli e nuovi monitoraggi che continueranno nei prossimi mesi, ora che i lavori finanziati dallo sponsor Diesel della Renzo Rosso si avvia verso la sua parte finale.
Sarà necessario montare con la gru di cantiere dei mirini topografici laterali nei versanti nord e sud del ponte e dei mirini centrali, oltre a un’indagine sulla volta della struttura.
Lo ha deciso la direzione Lavori pubblici del Comune ed è stata già emessa un’ordinanza che prevede la chiusura al traffico acqueo del Canal Grande nel tratto che riguarda il ponte: nella notte tra domani e venerdì 29 e la notte tra venerdì 29 e sabato 30 aprile, dalle 00.15 alle 5 circa, viene interrotta la navigazione nel tratto San Tomà – Rialto Mercato.
I monitoraggi, durati diversi mesi, che avevano preceduto l’avvio dei lavori di restauro avevano invece riguardato solo la parte esterna del ponte e non avevano rivelato particolari criticità. Ma è stato solo quando si è iniziato a rimuovere la pavimentazione che sono emersi i problemi.
Le balaustre sono state realizzate troppo all'esterno del ponte e le colonne sotto di esse sono eccessivamente pesanti, circa una tonnellata ciascuna. Così il ponte “tira” verso l’esterno e questo spiega anche il dissesto più grave scoperto nel corso dei lavori: il fatto che le mensole sotto le balaustre si siano spezzate proprio a causa del peso eccessivo che devono sostenere. In più - altra sorpresa - sotto i gradini, una volta rimossi, è stata trovata una grande quantita di cemento, frutto di interventi precedenti, che non solo ha compromesso l’ingegnoso sistema di smaltimento delle acque piovane del ponte, ma ne ha ulteriormente appesantito la struttura.
A Venezia, in questi giorni, sono alle prese anche con l’emergenza gabbiani.
Da maestoso a ingordo, da reale a urbano, capace di ingozzarsi di rifiuti, decapitare colombi e acchiappare in aria le tartine, i gelati e i sandwich che ondeggiano sui vassoi dei camerieri di Piazza San Marco. Non ci sono più i gabbiani di una volta, verrebbe da dire, alla vista della bulimia che sembra aver colpito i discendenti di Jonathan Livingston, costantemente in picchiata verso qualcosa di cui cibarsi.
Quasi 10 mila sono quelli che attualmente gravitano sull’immensa quantità di cibo che ogni giorno i turisti riversano nelle calli e nei campi e su quella contenuta nei sacchetti delle immondizie lasciati per strada. A lanciare l’allarme è l’ornitologo veneziano Alessandro Sartori, che l’anno scorso aveva collaborato allo studio di Maurizio Fraissinet intitolato “La colonizzazione dei centri urbani italiani da parte del gabbiano reale” commissionato dall’Associazione nazionale comuni italiani preoccupata per l’avanzata degli uccelli.
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