Porto Marghera, impianto di acetone esplode e brucia: cessato allarme, ma si attendono le analisi dell'Arpav

Gravi due operai centrati dallo scoppio e dalle fiamme, intossicati altri quattro. Paurosa colonna di fumo visibile nel Padovano e nella Marca. Fiamme domate grazie allo speciale carro schiumogeno dei pompieri

PORTO MARGHERA (VENEZIA). Un vasto incendio e una densa nube di fumo nero si sono sviluppati nella mattinata di oggi, venerdì 15 maggio, nel perimetro della 3 V Sigma, nella zona industriale di Porto Marghera. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, durante la diretta in conferenza stampa alle 13, ha comunicato che gli risultava ci fossero stati due feriti gravi tra le maestranze. 

Due feriti gravi. In serata è stato comunicato che i due uomini gravemente ustionati sono operai di origine asiatica dipendenti di una ditta esterna, in quel momento al lavoro alla 3 V. La Protezione civile ha confermato che uno è stato stato trasferito prima a Dolo e poi al Centro Grandi Ustioni di Padova, l'altro all'ospedale Borgo Roma a Verona. Il sindaco Brugnaro ha  raccomandato a tutti i cittadini di restare a casa in via precauzionale, in attesa del cessato allarme e di dati certi sulle eventuali ricadute ambientali.

Il dramma. Verso le 10.15 si è udita un'esplosione nell'impianto di produzione dell'acetone della 3 V Sigma, un'industria chimica presente nell'area del polo industriale, dove sarebbe scoppiato uno dei serbatoi di metatoluidina di oltre mille metri cubi. Esplosione che ha fatto saltare l'impianto. I due addetti sono rimasti gravemente ferite proprio al momento dell'esplosione, quando almeno 40 dipendenti della Sigma si trovavano nelle vicinanze.

L'enorme rogo. Un addetto è stato avvolto dalle fiamme che si sono immediatamente sviluppate e l'incendio in breve  ha coinvolto alcuni altri impianti. Sul posto si sono immediatamente dirette tutte le squadre disponibili dei vigili del fuoco da Venezia, Treviso e Padova, una trentina. I pompieri confermano di aver soccorso due feriti gravi e altre 4 persone rimaste gravemente intossicate dalle esalazioni. I vigili del fuoco sono riusciti a circoscrivere le fiamme alle 12,15: decisivo si è rivelato l'impiego simultaneo di uno speciale carro utilizzato dai vigili del fuoco allo scalo aeroportuale Marco Polo di Tessera, che ha un mezzo "gemello" in dotazione all'aeroporto di Treviso, che ha inondato di schiuma l'impianto soffocando ed estinguendo l'incendio.

Ma la densa nube di fumo nero, nonostante lo spegnimento del fofolaio nell'impianto maggiore, è rimasta visibile da parecchi chilometri di distanza e ha continuato a elevarsi in altezza, destando seria preoccupazione non solo nella provincia di Venezia, ma anche in quelle di Padova e di Treviso, dove la minacciosa colonna nera è rimasta per ore ben visibile.

L'allarme ambientale. In provincia di Treviso, in particolare, tutta la cittadinanza nel corso della mattinata è stata avvisata dall'Usl della Marca di stare in casa con porte e finestre chiuse, cercando di uscire il meno possibile e di attenersi alle disposizioni per prevenire eventuali effetti novici prima delle verifiche ambientali dell'Arpav.

Soccorsi e Protezione civile. Molte persone hanno chiamato i centralini dei vigili del fuoco intasandoli. A Marghera è scattato il sistema di allarme per la popolazione. Sul posto si sono portati l'elisoccorso del Suem, tre ambulanze del 118 e un furgone tecnico del Suem. Gianpaolo Bottacin, capo della Protezione civile del Veneto ha ricordato che  "esiste una procedura per il rischio industriale di Marghera". Intanto ha invitato la popolazione a "non aprire porte e finestre. Non sappiamo ancora cosa sia bruciato. Evitate anche di consumare prodotti dell'orto. Mi rivolgo anche ai cittadini che vanno sul posto a farsi selfie e poi si lamentano dell'aria irrespirabile".

L'Agenzia per l'ambiente. Il direttore generale dell'Arpav  Luca Marchesi conferma che "si tratta di un evento importante, in corso di gestione da parte dei vigili del fuoco. I tecnici dell'Arpav presidiano il posto, hanno avviato tutta una serie di prelievi di alto volume per capire bene quali sono le sostanze che sono state rilasciate. I prelievi interessano sia l'area che le acque di rilevamento. Particolare attenzione stiamo ponendo anche alla questione meteo". La direzione del vento è infatti mutata più volte nel corso delle ore. E con lei la direzione della nube nera.

Monitoraggio aria-acque. L'Arpav, come anticipato dal dirigente regionale Luca Marchesi, ha disseminato l'area di rilevatori: non appena usciranno i risultati di laboratorio li comunicherà al sindaco di Venezia. Ora si attendono gli esiti delle indagini sulla qualità dell'aria da parte dell'Agenzia per l'ambiente del Veneto, che ha precisato di aver preso campioni nei pressi della ditta e in via f.lli Bandiera a Maghera sottovento all'incendio. Secondo quanto riferito dal comando dei vigili del fuoco di Venezia, comunque, la ricaduta di eventuali agenti inquinanti della nube è avvenuta nel raggio di 2 chilometri dall'azienda andata in fiamme.

L'azienda bruciata. La 3 V Sigma è leader a livello mondiale in alcune componenti intermedie necessarie all'industria chimica. Il sistema lavora con idrogeno, solventi, acetato di etile e acetone e produce i cosiddetti "intermedi di chimica fine", ossia sostanze che vengono usate da altre aziende chimiche. L'impianto in cui è avvenuta l'esplosione è uno di quelli messi sotto accusa da parte dei sindacati, che pochi mesi fa avevano proclamato anche uno sciopero del personale per chiedere di aumentare la sicurezza

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