Porto Tolle diventa villaggio turistico, una operazione da 100 milioni

PORTO TOLLE (ROVIGO). Parla di «cadavere eccellente» il presidente Zaia riferendosi alla vecchia centrale termoelettrica di Porto Tolle, dal 2010 dismessa dopo una crisi iniziata già nei primi anni Duemila. Ora pronta a rivivere, sotto forma di villaggio turistico.
Il progetto si chiama “Delta Farm”, lo firmano Enel e Human Company ed è stato presentato ieri, in una conferenza stampa a Palazzo Balbi, a Venezia, alla presenza dei vertici delle due società, affiancati da Zaia e dal sindaco di Porto Tolle, Roberto Pizzoli.
Il villaggio occuperà uno spazio di 117 ettari, sui 380 complessivi. Al suo interno saranno allestiti un centro sportivo, uno per pescaturismo e ittiturismo, una spiaggia con servizi ecosostenibili, un'area food e un grande villaggio all’aperto, in grado di ospitare 2.200 piazzole per camper, roulotte e campeggio.

L’investimento iniziale, a carico di Enel, sarà di 35 milioni: per la demolizione della vecchia centrale. Non verrà toccata la ciminiera: la più alta struttura non in acciaio in Italia, parte integrante del panorama del delta del Po. Quindi inizieranno i lavori di bonifica, i cui costi non sono ancora determinabili.
A quel punto il sito sarà venduto per 3,5 milioni da Enel a Human Company, aggiudicataria del progetto. Sarà quest’ultima società a investire nella realizzazione del villaggio turistico, sostenendo una spesa che ammonta a 60 milioni.
VIDEO. Il progetto spiegato con la compyter grafica
I lavori dovrebbero essere ultimati entro 36 mesi, a partire dal termine delle caratterizzazioni: il taglio del nastro è atteso per l’inizio del 2023. «Abbiamo fretta», dice Zaia. «Vogliamo che la riconversione della centrale sia un volano per il Veneto. Da anni incontro i lavoratori e partecipo alle assemblee perché il Polesine possa tornare ad avere un suo “raggio di sole”». I numeri del progetto non sono solo quelli relativi agli investimenti.

Secondo le previsioni, a frequentare il nuovo villaggio dovrebbero essere circa 8 mila turisti al giorno. E poi i lavoratori: 400, quando la nuova struttura entrerà a pieno regime, a cui aggiungere la manodopera che a breve sarà impiegata nelle fasi di demolizione.
«L’“indotto” che lavorerà nell’infrastruttura turistica sarà maggiore di quello che lavorava nella centrale» specifica Francesco Starace, ad di Enel. Il progetto che coinvolge la vecchia centrale di Porto Tolle si inserisce in un piano ben più ampio di Enel, che ha ad oggetto 23 centrali dismesse, individuate dalla società nel 2014. Il sito di Porto Tolle è il più importante e il secondo più esteso, alle spalle di Montalto di Castro, nel Viterbese.
Il futuro della vecchia centrale è stato deciso in un tavolo che ha coinvolto vari attori: imprenditori, architetti, il Politecnico di Milano, l’Università di Padova. Tra i tanti progetti, a convincere Enel è stato quello della società fiorentina Human Company.
«La nostra azienda è leader nazionale nel turismo all’aria aperta» sostiene l’ad Marco Galletti. «Abbiamo un fatturato di 130 milioni di euro. Solo nel 2018 i nostri villaggi sono stati frequentati da oltre 4 milioni di turisti. Crediamo che Delta Farm possa diventare un punto di riferimento per il turismo, nel rispetto dell’habitat naturale e sempre lavorando per sostenibilità e risparmio energetico». —
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