Posti letto gonfiati in terapia intensiva, Zaia replica a Vergallo: "Accuse senza fondamento, non siamo lazzaroni"

Il presidente della Aaroi-Emac: "I mille posti del  Veneto non sono tutti di rianimazione vera e propria, ci risulta che 111 di questi siano letti di sala operatoria"
VENEZIA. «Abbiamo raggiunto i 300 pazienti in terapia  intensiva, ma disponiamo di mille posti letto “reali” in rianimazione.L’ultima quota, 176, include quelli collocati nelle sale operatorie, attivabili entro 36 ore», aveva detto pochi giorni fa il governatore del Veneto Luca Zaia. 
 
Lo hanno capito tutti. La battaglia contro il Covid, in particolare contro le restrizioni che impone, si fa anche con i numeri. Quei famosi parametri che il Governo usa per assegnare un colore a ogni regione italiana.
 
Ebbene, con il monito di far di tutto per non finirci ricoverati, Zaia – ancor prima dell’esplosione della seconda ondata di Covid – aveva annunciato che il Veneto aveva preparato mille posti nelle terapie intensive degli ospedali regionali. 
 
Ma pare che Alessandro Vergalli non sia della stessa opinione. Perché a suo dire un lettino ricavato in una sala operatoria non può essere definito un posto di terapia intensiva. 
 
Il presidente dell’associazione anestesisti rianimatori ospedalieri spara a zero su quel numero, paventando un paragone tra la Sicilia e il Veneto sul fronte della gestione dei numeri dei posti in terapia intensiva:
 
«Laddove si parla di nuovi posti di terapia intensiva bisogna intendersi su cosa sono. In questi giorni si colpevolizza la Regione Sicilia perché avrebbe truccato i dati sui posti di rianimazione.Ma non è l’unica regione che avrebbe tentato di gonfiare i numeri perché tra i posti di rianimazione nuovi vengono annoverati anche i lettini di sala operatoria che erano stati usati in emergenza nella prima ondata. Quindi tutti i numeri di cui si parla, solo in alcuni casi sono posti veri di rianimazione". 
 
"I mille posti del  Veneto per esempio non sono tutti di rianimazione vera e propria, ci risulta che 111 di questi siano letti di sala operatoria. Verosimilmente i ricoveri in terapia intensiva aumenteranno finchè le misure di contenimento sociale avranno i loro effetti». 
 
Lo ha affermato Alessandro Vergallo, presidente della Aaroi-Emac (associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani-emergenza area critica).
 
 

LA REPLICA DI ZAIA «La nostra percentuale di posti in terapia intensiva per abitante è di gran lunga superata, a prescindere dai 111 posti riconvertibili dei blocchi operatori».

Lo ha precisato  Zaia, commentando le osservazioni del presidente degli Anestesisti Alessandro Vergallo, che ha segnalato in regione 111 posti ricavati da sale operatorie. «I parametri li abbiamo superati - ha aggiunto Zaia - con i posti nelle sale extra operatorie, poi ne abbiamo altri 111 da aggiungere dalle sale operatorie. Non c'è nessun mistero, era tutto scritto nelle carte. Viene l'amaro in bocca, capisco che ognuno possa dire la sua opinione, ma non si possono passare tutte le giornate a vedere che qualcuno pensa che sei un lazzarone. Non possiamo andare avanti così. È una questione squisitamente tecnica, noi siamo come San Sebastiano, ma i tecnici sono persone per bene, non si inventano i numeri», ha concluso.

 
 

 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova