La provocazione di Emma Ruzzon: «Via la camicia contro la repressione degli studenti»
Emma Ruzzon, la rappresentante degli studenti, si toglie la camicia dopo il discorso in Ateneo: «La nostra università è il posto in cui il nostro sapere può fiorire e aprirsi al mondo»
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Gli studenti universitari contro al riforma del merito, contro il genocidio palestinese, contro i tagli e la precarietà che pervadono gli spazi studenteschi.
Una manifestazione, tenuta da vari collettivi della città, che vuole ribadire, durante l’inaugurazione del nuovo anno accademico, l’importanza di avere un’istruzione libera e gratuita, accessibile a tutti.
In piazza con striscioni e maschere di personaggi storici illustri, come Galileo Galilei, Andrea Vesalio e la prima donna dell’Ateneo ad ottenere una cattedra, Milla Baldo Ceolin.
«Loro sono riusciti a farsi strada in questa università: noi invece non abbiamo questa certezza, a causa dell’instabilità che pervade il nostro Paese e il mondo. Ma ci batteremo per i nostri diritti di studenti e, soprattutto, persone».
Emma Ruzzon si toglie la camicia
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La protesta è continuata anche dentro al Palazzo Del Bo. Si è tolta la camicia che indossava, Emma Ruzzon, la rappresentante degli studenti dell’università di Padova, alla fine del suo discorso durante l’inaugurazione del nuovo anno accademico.
Una camicia nera che simboleggia la repressione e le sconfitte che gli studenti italiani vivono ogni giorno nella loro quotidianità.
«Immaginate vivere con la paura costante di fallire – ha spiegato Emma Ruzzon - con il timore di non arrivare a fine mese per l’altissimo costo della vita. Pensate ai ragazzi che soffrono ogni giorno per le discriminazioni che subiscono, per l’incertezza del loro futuro. Ci appelliamo alle istituzioni: ricordiamoci di 80 anni fa, quando la liberazione dal nazifascismo ci fa fatto riscoprire il sapore della libertà. Non smettiamo di ricordare, informarci e batterci per un futuro migliore. La nostra università è il posto in cui il nostro sapere può fiorire e aprirsi al mondo».
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