Quote latte, multe record: stangata per 401 aziende
PADOVA. La comunicazione è di questo tenore: «A seguito delle verifiche effettuate da Agea, è risultato a Suo carico un debito per prelievo latte. Eventuali chiarimenti sulle somme addebitate in cartella possono essere richiesti all’Agea, settore Quote Latte». In calce, l’importo: che oscilla da un minimo di 25 mila euro a un massimo di sei milioni di euro. L’Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura, sede di Roma, ha inviato a 401 imprese agricole di produttori di latte le multe relative allo «sforamento» delle quote nel periodo 2004 - 2009. Per i produttori veneti si tratta di una prima «stangata» da 180 milioni di euro, ma altrettante sono le cartelle che partiranno nei prossimi mesi, per un importo ancora superiore, relative alle campagne 2010-2014.
Complessivamente, infatti, sono 770 le imprese che riceveranno le cartelle, per un importo superiore ai 450 milioni di euro. Insomma, un disastro per circa il 10 per cento dei produttori veneti, considerati irriducibili perché non hanno mai accettato di pagare le multe accumulando sanzioni e interessi per circa un terzo dell’importo complessivo delle cartelle. «Non pagheremo» è la compatta risposta dei produttori, quasi tutti associati al Cospa, l’ultimo sindacato rimasto a difenderli. Tutta colpa di un meccanismo perverso legato alla quota di produzione assegnata all’Italia, ritenuto largamente insufficiente rispetto al numero di capi da latte presenti nelle stalle italiane. I produttori, stimolati dalle stesse associazioni di categoria, hanno sempre prodotto in eccesso facendo accumulare all’Italia costose multe, che si sono tradotte, ora, in salatissime cartelle esattoriali emesse dall’Agea. Praticamente si tratta di titoli esecutivi che possono tradursi in autentici pignoramenti.
L’arrivo delle cartelle ha già provocato una tragedia della disperazione: mercoledì pomeriggio un agricoltore vicentino di 47 anni si è impiccato nella sua stalla, poche ore dopo aver ricevuto una cartella da 4 milioni di euro. Proprio Vicenza, teatro delle più clamorose proteste dei Cobas del latte (con il blocco dell’autostrada a Vancimuglio nel 1997 e i getti di letame sull’A4) è la provincia dove maggiore è il numero dei produttori «ribelli»: 153 aziende per un importo superiore ai 71 milioni di euro. Nel Padovano sono coinvolte 95 aziende per un importo di 47 milioni di euro. A Treviso i produttori sono 53 e devono allo Stato diciassette milioni di euro. Sette le aziende veneziane, per un importo dovuto di poco più di un milione.
La zootecnia veneta, dunque, subisce un altro crollo. Forte del primato del 45 % della produzione nazionale di carne e del 10% della produzione nazionale di latte, le aziende venete rischiano di crollare sotto il peso della nuova (ma del resto largamente annunciata) stangata: la preoccupazine maggiore è legata proprio alla sopravvivenza delle aziende sulle quali grava il debito della Agea. Il Cospa ritiene che i rubinetti del credito bancario potrebbero chiudersi presto, provocando il tracollo di decine e decine di imprese. Nell’assoluto e colpevole silenzio della politica che dopo aver assecondato (la Lega) i produttori li ha lasciati al loro destino.
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