Mafie, sfruttamento lavorativo, evasione fiscale: il rapporto di febbraio 2025 dell’Osservatorio Legalità Cgil Veneto

Il Rapporto presenta una serie di 93 eventi riguardanti atti, azioni, processi meritevoli di attenzione sindacale e dei portatori di interesse pubblico

Spisal e carabinieri sul luogo dove è avvenuto un incidente sul lavoro (foto Pòrcile)
Spisal e carabinieri sul luogo dove è avvenuto un incidente sul lavoro (foto Pòrcile)

Ecco il rapporto di febbraio 2025 dell’Osservatorio Legalità CGIL Veneto, a cura di Ilario Simonaggio, responsabile dipartimento Legalità CGIL Veneto // fonte media locali e ordinanze di custodia nei casi di associazioni criminali.

Il Rapporto

Il Rapporto presenta una serie di 93 eventi che abbiamo selezionato del mese di febbraio 2025 riguardanti atti, azioni, processi meritevoli di attenzione sindacale e dei portatori di interesse pubblico. In premessa, il ringraziamento doveroso ai magistrati e alle donne e uomini delle forze dell’ordine che con il loro lavoro rinforzano l’argine democratico e favoriscono la convivenza civile nei nostri territori.

I Rapporti mensili sono prodotti per consentire uno sguardo d’insieme sulla realtà veneta. Non ci stancheremo di ripetere che la presa d’atto formale e sostanziale del fatto che non esistono “isole felici” aiuta una indispensabile crescita culturale e di consapevolezza generale per combattere ogni forma di illegalità.

Sarebbe buona cosa, in presenza di fatti incontrovertibili, evitare la solita pletora di dichiarazioni fuori luogo e tempo del tipo “la mafia in Veneto non esiste”, oppure “si tratta di un caso isolato”, perché la quantità e la "qualità" dei casi raccontano una ben diversa realtà fattuale. Per curare qualsiasi malattia, è buona norma non negare l’evidenza.

Vanno fatte le dovute distinzioni, ma è indubbio che anche i reati di seguito descritti sinteticamente sono parte della realtà veneta.

La dimensione impressionante dei casi di un solo mese induce più di qualche riflessione. Temiamo che, al pari dell'inesistente modello veneto in tema di ambiente e salute, anche a proposito della legalità c'è ben poco di virtuoso. E la constatazione che questi problemi non siano un'esclusiva del nostro territorio, ma interessino tutto il Paese, non ci esime dal dovere di cercare rimedi efficaci e di metterli in pratica.

Le notizie numerate sono raccolte in sette capitoli di reati, per favorire l’immediata ricerca delle notizie che più interessano: Associazioni criminali anche di stampo mafioso; terrorismo e violenza politica; sfruttamento lavorativo; ambiente; pubblica amministrazione; droga, rilevanti evasioni fiscali. Inoltre nei titoli appare sempre il territorio veneto cui la notizia si riferisce e la fonte da cui è tratta.

In evidenza questo mese: sentenza definitiva in Corte di Cassazione processo Taurus (1.2.); attacco hacker russo a molte aziende venete (2.2.); continua la strage di lavoratori (3.2., 3.14., 3.16.); battute di caccia in laguna a specie protette (4.5., 4.8.); operazione regionale contro i pedofili (5.9.); blitz contro lo spaccia a Mira, 12 arresti (6.5.); Global Group e la truffa dei lingotti d’oro (7.6.).

  1. Associazioni criminali anche di stampo mafioso.

1.1. In carcere a Verona per estorsione con metodo mafioso.

La sentenza d’Appello a Venezia ha confermato la condanna di primo grado a carico di un soggetto, di origine calabrese, residente a Castelnuovo del Garda (VR), che nel periodo compreso tra settembre 2014 e giugno 2015 a Flero (BS) aveva commesso il reato di estorsione aggravato dal metodo mafioso. I fatti contestati hanno prodotto una condanna in appello di 3 anni, 6 mesi e 20 giorni di carcere con una multa di 933 euro. I Carabinieri di Peschiera del Garda il 6 febbraio 2025 hanno arrestato l’uomo e lo hanno accompagnato in carcere a Montorio Veronese per scontare la pena comminata. (L’Arena del 8 febbraio 2025).

1.2. Sentenza in Cassazione per operazione Taurus a Verona.

La Corte di Cassazione con sentenza del 5 febbraio 2025 ha definitivamente chiuso il processo per gli imputati (prima tranche) che hanno scelto il rito abbreviato, sin dal primo grado di giudizio. L’operazione denominata Taurus e risalente al luglio 2020 (solo 1 mese dopo gli arresti dell’altra grande operazione contro le mafie a Verona cd Isola Scaligera) portò all’arresto di 33 persone, 70 indagati e 7 persone sottoposte all’obbligo di firma. I componenti della locale di ‘ndrangheta a Verona appartenevano alle famiglie mafiose Gerace, Albanese, Napoli, Versace e sono stati accusati di 25 estorsioni, 13 episodi di riciclaggio di denaro, 8 usure, una decina di furti e tante fatture false per operazioni inesistenti. Trovati all’epoca collegamenti con le ‘ndrine dell’operazione Aemilia della DDA di Bologna relativa al clan Grande Aracri di Cutro insieme alle famiglie Arena e Nicoscia. Le condanne comminate sono definitive e chi era libero si è costituito. Molti imputati sono in carcere dal 2020; 2 si sono presentati in questura a Padova e 1 a Vicenza per essere accompagnati in carcere. A processo una ventina di imputati (quelli che avevano scelto il rito abbreviato con GUP Luca Marini a Venezia) sono stati condannati a 90 anni di carcere, con la confisca di 2,8 milioni di euro. (L’Arena, Corriere del Veneto del 9 febbraio 2025).

1.3. Condanna in Tribunale a Venezia per la rapina violenta con sparatoria a Cavallino Treporti (VE).

Il GUP Rosa Maria Barbieri del Tribunale di Venezia ha condannato in udienza il 3 febbraio 2025 l’autista Sandro Levak, responsabile della rapina con sparatoria nell’abitazione dei Biondo a Cavallino Treporti avvenuta il 18 febbraio 2024. (vedi news 1.8. del rapporto di legalità gennaio 2025). Levak è stato condannato in primo grado a rito abbreviato (PM Elisabetta Spigarelli) a 9 anni e mezzo di carcere, a fronte della richiesta della Procura di 17 anni di carcere. I reati contestati sono: rapina pluriaggravata in casa con l’uso di armi, con lesioni gravissime, senza attenuanti generiche. Le vittime della rapina si sono costituite parte civile, il GUP ha rimesso al Tribunale Civile la quantificazione del risarcimento. Il legale di Levak ha annunciato il ricorso in Appello. (Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 4 febbraio 2025).

1.4. Processo in Corte d’Appello per i casalesi di Eraclea (VE).

L’udienza in Corte d’appello di Venezia del 6 febbraio 2025 si è svolta in due mezze giornate. Al mattino è avvenuta la deposizione-fiume di Luciano Donadio (condannato in primo grado con rito ordinario a 26 anni di carcere), il presunto boss dei “casalesi di Eraclea”. Nell’udienza c’è stato uno scontro acceso con il PM Terzo, accusato di fare “falsa antimafia”, nel tentativo palese di Donadio di evitare l’applicazione dell’aggravante dell’associazione mafiosa (art 416-bis). Donadio ha dichiarato: “sono solo un muratore, l’inchiesta mi ha rovinato; le rivelazioni dei pentiti sono pagliacciate”. Nel pomeriggio si è terminato di ascoltare i testimoni, con la deposizione del principale imputato Donadio, e si è passati alla requisitoria del sostituto PG Marina Ingoglia. La Ingoglia si è focalizzata sui rapporti mai interrotti con Casal del Principe (CE) e i tanti episodi di intimidazione, per dimostrare la forza del vincolo associativo mafioso. Poi la parola è passata ai legali delle difese. Sono previsti 2 mesi di udienze e la sentenza di secondo grado a rito ordinario sarà calendarizzata a maggio 2025. Con tutta probabilità, salta l’udienza programmata per il 27 febbraio 2025 a causa dello sciopero nazionale dei magistrati contro le riforme del Governo in materia di separazione delle carriere tra PM e giudici e sulla nuova organizzazione disciplinare dei magistrati. Si tornerà in aula il 6 marzo 2025 con la requisitoria della PG, poi sarà la volta delle parti civili (tra cui la CGIL di Venezia e Veneto) e, salvo imprevisti, si passerà alle difese degli imputati dall’udienza del 20 marzo 2025.

L’udienza del 10 febbraio 2025 ha visto le prime richieste di pena per gli imputati da parte del sostituto procuratore Marina Ingoglia. Samuele Faè, ex carabiniere accusato di estorsione mafiosa nella vicenda di Fabio Gaiotto, il broker in carcere per truffa cui aveva affidato 10 milioni di euro (9 anni e 5 mesi), è stato anche accusato di aver avvisato Donadio di essere intercettato; l’ex carabiniere Claudio Casella, sodale del clan Donadio (6 anni e 4 mesi); i 2 bancari accusati di aver fatto favori alla banda Donadio Denis Poles (8 anni e 8 mesi) e Marco Donati (8 anni e 2 mesi); Franco Breda (8 anni); Franco Morabito (8 anni e 8 mesi), Angelo Di Corrado (4 anni e 8 mesi).

L’udienza del 20 febbraio 2025 ha visto la requisitoria per tutto il giorno dei 2 PM titolari dell’inchiesta Roberto Terzo e Federica Baccaglini. L’udienza ha ripercorso decine di episodi a dimostrazione che “serve ristabilire la verità dei fatti”, dopo la sentenza di primo grado, a Eraclea “fu mafia”. Chiesti 4 anni di carcere per l’ex sindaco Mirco Mestre e 6 anni per Emanuele Zamuner, che secondo l’accusa raccolse i voti controllati da Donadio per l’elezione nel 2016 del sindaco Mestre. A margine, una denuncia della Camera Penale che contesta al PM Terzo “toni intimidatori” sostenendo che “la Procura non può dire che la sentenza appellata è stata emessa in malafede”. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 7 febbraio 2025; Corriere del Veneto del 11 febbraio 2025; Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 21 febbraio 2025: Il Gazzettino del 25 febbraio 2025).

1.5. Estorsione mafiosa a Castelfranco Veneto (TV), respinto il ricorso in Cassazione.

Vincenzo Centineo, di origini palermitane e residente a Salgareda (TV), è stato condannato a 2 anni di carcere in Corte d’Appello di Trieste per l’estorsione compiuta nel 2012-2013 ai danni di 2 assicuratori di Pordenone. Il fatto è stato agito per conto di un imprenditore di Castelfranco Veneto, dichiarando che agiva come rappresentante di un gruppo di imprenditori affiliati alla mafia condita da minacce di morte per estorcere denaro. Il soggetto è ricorso alla Corte di Cassazione. Vicenda complessa con il tentativo di recuperare dei presunti crediti di altri 2 soggetti. La Corte di Cassazione non ha voluto entrare nel merito della vicenda della truffa, e del tentativo di recupero credito attraverso minacce, ma ha confermato la sentenza della Corte d’Appello sostenendo che “il richiamo esplicito alle consorterie mafiose resta un’aggravante” e respingendo il tentativo che il riferimento alle mafie può essere rilevante solo dove la mafia è storicamente radicata. (Il Gazzettino del 7 febbraio 2025).

1.6. Omicidio Fioretto a Vicenza, rinviata la decisione.

Il giudice GUP Antonella Crea fra meno di un mese scioglierà la riserva e stabilirà se far svolgere o meno l’esame sulla conservazione del DNA sul guanto di pelle usato da uno dei due killer responsabili del doppio delitto a Vicenza (vedi news 1.10. rapporto di legalità gennaio 2025). Nell’udienza del 11 febbraio 2025 la Procura di Vicenza (presente il procuratore capo Giorgio Lino e il PM Hans Roderich Blattner) si è nettamente opposta alla richiesta della difesa di Pietrolungo, sostenendo che “quello probatorio è un quadro più ampio e circostanziato del solo DNA del guanto in pelle”. Presente anche l’avvocato designato dall’Ordine degli Avvocati di Vicenza per la possibile costituzione di parte civile. La prossima udienza è stata fissata per il 4 marzo 2025: in tale data si saprà se ci sarà un rito abbreviato “secco” o condizionato da questa prova del DNA. (Il Giornale di Vicenza del 12 febbraio 2025).

1.7. Processo Isola Scaligera, avvio del secondo atto.

L’udienza del 18 febbraio 2025 davanti al GUP Claudia Maria Ardita del Tribunale di Venezia (Pm Lucia D’Alessandro e Stefano Buccini della DDA di Venezia) ha registrato il rinvio a giudizio per 34 imputati. Tra gli imputati, 20 sono accusati di associazione mafiosa per reati vari commessi tra il 2006 e il 2020, tra cui violenze ed estorsioni, uso di armi) e sono accusati di far parte della locale di ‘ndrangheta del clan Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto (KR), presente a Verona da anni. Sono 3 le assoluzioni e (3 patteggiamenti), un mese di pena (in continuità con quelle precedenti comminate) ai 2 collaboratori di giustizia Nicola Toffanin e Domenico Mercurio, 1 mese e 10 giorni a Ottavio Lumastro (già condannato in continuità con le pene precedenti). Fissata per il 1 aprile 2025 l’udienza per lo smistamento connesso alla richiesta possibile di riti alternativi. Ammesse come parti civili CGIL Verona e Veneto, Regione Veneto, Comune di Verona. La Procura DDA di Venezia (sostituto procuratore Stefano Buccini) ha chiesto infine l’archiviazione per l’accusa di peculato a carico di Flavio Tosi, ex sindaco di Verona, per mancata conferma dell’accusa di un collaboratore di giustizia in relazione ai 5mila euro versati da AMIA nel 2017, e utilizzati per pagare una fattura di un’agenzia di investigazione nell’interesse dello stesso Tosi, all’epoca impegnato a sostenere la campagna elettorale a sindaco a favore della sua compagna Patrizia Bisinella. Il GIP Ardita potrebbe archiviare l’inchiesta o disporre un approfondimento delle indagini. (L’Arena, Il Gazzettino del 19 febbraio 2025).

1.8. Latitante arrestato in questura a Treviso.

Doveva scontare una pena di 3 anni e 3 mesi per spaccio di stupefacenti ed evasione fiscale, comminati nel 2016 e 2018 nel vicino Friuli, per fatti consumati nel 2012. Quando si è presentato in questura di Treviso per il permesso di soggiorno i poliziotti allo sportello hanno visto il mandato di cattura europeo, e hanno proceduto all’arresto del soggetto. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 13 febbraio 2025).

  1. Terrorismo e violenza politica.

2.1. Violenza in questura a Verona.

L’assistente della Polizia di Stato, Loris Colpini, si è difeso nel corso dell’udienza in Tribunale a Verona del 18 febbraio 2025. Il soggetto è stato accusato di 2 episodi di violenza (tortura) ai danni di altrettanti cittadini stranieri, episodi successi ad ottobre 2022 nel cd acquario della Questura di Verona. Colpini ha spiegato che in entrambi i casi i soggetti erano molto agitati e tiravano calci (vedi news del rapporto di legalità di giugno 2023). Oltre a tutte le risposte date ai PM Bisso e Boranga della Procura di Verona, l’imputato ha affermato: “fornirò le foto della bodycam” a conferma delle dichiarazioni prodotte. (L’Arena del 19 febbraio 2025).

2.2. Attacco hacker russo a molte aziende venete.

Il gruppo NoName057(16) ha effettuato un attacco DDOS su vasta scala ad aziende italiane, avvenuto dopo le dichiarazioni del presidente Mattarella sul conflitto russo-ucraino. L’attacco è stato effettuato su vasta scala nel mese di febbraio 2025 dove spunta l’orso minaccioso in assetto di guerra con il reclutamento di cyber-mercenari pagati 2 cent (in criptovaluta) per una connessione. La comunicazione alle imprese, di cui molte venete, è stata data dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Tra le imprese prese di mira, c’è anche Acque Veronesi che con un comunicato ha fatto sapere che non ha subito nessun danno e disservizio grazie alla prontezza e alla qualità della difesa dei dati sensibili aziendali. L’attacco ha riguardato anche molte aziende pubbliche, soprattutto sanitarie, della Regione Veneto. La Regione ha fatto sapere che, a differenza di quanto capitato gli anni scorsi, le difese della cybersicurezza hanno retto l’attacco e non sono stati violati dati sensibili. Il danno più grave è stato denunciato dal gruppo ALF (mobili per arredamento), con la sede centrale a Francenigo di Gaiarine (TV) la notte tra il 10 e 11 febbraio 2025. I 350 lavoratori sono stati posti in cassa integrazione, con computer spenti e parecchi giorni per ripristinare tutta la rete informatica. La società ha fatto sapere che non ha pagato alcun riscatto. Colpita pure la Fashion Box di Asolo (TV), con la sottrazione di IBAN e dati sensibili di dipendenti e clienti. La ditta è un distributore a livello mondiale di casual wear, accessori e calzature. I cybercriminali in questo caso hanno colpito il 29 gennaio 2025. Da ultimo, c’è stato un attacco al server del Comune di Verona e al Porto di Venezia che hanno salvato i dati sensibili. (Il Gazzettino, La Tribuna di Treviso del 18 febbraio 2025; L’Arena e La Tribuna di Treviso del 19 febbraio 2025; Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 20 febbraio 2025; la Nuova Venezia del 21 febbraio 2025; Il Gazzettino del 25 febbraio 2025; L’Arena del 26 febbraio 2025).

2.3. Il neonazista vicentino arrestato dalla Procura di Bologna è stato scarcerato.

Il Tribunale del Riesame di Bologna ha deciso la scarcerazione di Simone Sperotto di Sandrigo (VI) arrestato a dicembre 2024 con altri neonazisti, per propaganda e minacce di azioni eclatanti del suprematismo bianco (vedi news 2.1. del rapporto di legalità di dicembre 2024). Il Tribunale del Riesame ha ritenuto che mancano, a carico del giovane vicentino, gravi indizi di colpevolezza per i reati contestati. (Il Giornale di Vicenza del 21 febbraio 2025).

2.4. Bombe contro le case dei migranti in Polesine, a processo a Rovigo.

Il 31 marzo del 2023 un ordigno esplosivo ha distrutto l’entrata di un condominio a Cavanella Po (RO), a 100 metri dallo SPAR della frazione di Adria. Nel condominio abitano famiglie italiane e straniere. Le indagini hanno condotto a 3 giovani polesani che hanno confessato la paternità dell’azione. L’udienza del 21 febbraio 2025, in Corte d’Assise a Rovigo, ha visto la requisitoria della Procuratrice Capo di Rovigo Manuela Fasolato che ha chiesto per i 3 imputati 50 anni di carcere. A processo si sono costituiti come parti civili molti condomini e il Comune di Adria. Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche, si è risaliti alla matrice razzista dell’attentato: “diamo una lezione ai marocchi”. I reati contestati sono: tentato omicidio plurimo aggravato dall’odio razziale e detenzione e porto in luogo pubblico di ordigno esplosivo. C’è un altro filone di indagine che vede indagati i 3 giovani con altri soggetti, tra cui un altro attentato contro i migranti e aggressioni a sfondo razziale di stranieri anche minorenni tra il 2022 e 2023. La PM ha dipinto la personalità dei 3 imputati (indole violenta, xenofoba e intenzione di spedizioni punitive) e la mancanza di resipiscenza tenuta durante gli interrogatori in aula. Davanti ai giudici d’Assise, i 3 hanno ammesso di aver lanciato l’ordigno ma hanno negato ogni addebito razziale o doloso “volevamo fare una bravata, pensavamo che la palazzina fosse abbandonata”. La PM ha commentato queste affermazioni semplicemente come “bugia”. La sentenza è attesa con l’udienza del 7 marzo 2025. (Corriere del Veneto del 22 febbraio 2025).

2.5. Aggressione al banchetto di Casa Pound a Padova.

In Prato della Valle sabato 15 febbraio 2025 Casa Pound distribuiva volantini con raccolta di firme per chiedere il rimpatrio totale per tutti gli immigrati regolari in Italia (e il rimpatrio volontario versi i paesi d’origine per tutti discendenti di immigrati). Al banchetto, i militanti di Casa Pound sono stati aggrediti da una ventina di antagonisti del Centro Sociale Pedro con il ferimento di 3 militanti di Casa Pound. Il ferito più grave è stato operato ad un occhio e ha iniziato la fase di recupero post-chirurgica. La Questura ha avviato le indagini per ricostruire i fatti (numero di partecipanti all’aggressione, responsabilità soggettive, ecc.). La Procura di Padova (PM Silvia Golin) ha aperto un fascicolo di indagine. Secondo i presenti, i giovani del CSO Pedro erano una trentina, ma solo 22 denunciati sono finiti in Questura. Sono 3 i fermati per violenza privata aggravata e lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. Dopo il fermo, i 3 sono stati liberati dal PM in quanto incensurati. Il questore ha disposto 12 fogli di via obbligatori per 4 anni e 11 avvisi orali. La polemica politica in città è ripresa dopo anni di relativa calma. La richiesta più urgente riguarda la revoca del provvedimento della Questura sugli “allontanati”, studenti universitari in città. La settimana successiva (sabato 22 febbraio 2025) il gazebo ha svolto l’attività politica alla presenza degli uomini della Digos di Padova. Depositata un’interrogazione parlamentare del deputato di FdI, Silvio Giovine, che contesta la decisione della magistratura patavina di aver liberato subito tutti i fermati e chiede di fermare la deriva di aggressione a Padova (Pedro) e Vicenza (Bocciodromo). (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 17, 18, 19 febbraio 2025; Il Mattino di Padova del 20 febbraio 2025; Il Gazzettino del 21 febbraio 2025; Corriere del Veneto del 23 febbraio 2025).

2.6. Ragazzino altoatesino satanista e suprematista in carcere a Treviso.

Il giovane 15enne pianificava un delitto da compiere a Bolzano contro una vittima scelta tra le persone vulnerabili in città, con tanto di videoregistrazione dell’assassinio e pubblicazione del video su un sito russo del dark web. I simboli della setta transnazionale del gruppo satanista, neonazista e suprematista “764” sono apparsi sui muri in città. La Questura di Bolzano, raccogliendo un’informatica dell’FBI americana e della Polizia britannica, ha effettuato una perquisizione a casa del giovane disponendone alla fine l’arresto e la traduzione a Treviso. Impressionante la lista dei reati contestati: partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo, fabbricazione e utilizzazione di ordigni esplosivi, porto abusivo di armi, danneggiamento aggravato, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Il giovane si è videoripreso mentre sperimentava l’ordigno da far esplodere nella cd “settimana del terrore” che doveva essere a marzo 2025. (Il Gazzettino del 13 febbraio 2025).

2.7. Unabomber, altra proroga di 3 mesi per le indagini.

Siamo alla quarta richiesta di proroga di tempo (3 mesi) per nuove perizie da effettuare sul DNA degli indagati per i crimini commessi in Friuli e Veneto tra il 1994 e il 2006. I periti avrebbero dovuto consegnare al GIP di Trieste i risultati della ricerca il 24 febbraio 2025, dopo aver ricevuto l’incarico il 13 marzo 2023. La necessità di posticipazione è motivata dalla particolare complessità del caso e per continuare lo screening tra chiunque abbia avuto a che fare con i reperti, così da escludere tracce genetiche che inquinerebbero l’inchiesta. L’udienza del 24 febbraio 2025 a Trieste ha disposto il rinvio a settembre 2025 dell’esame del DNA sui reperti organici disponibili per dare un nome al responsabile dei 34 attentati tra il 1994 e il 2006. Questo ennesimo rinvio fa scattare la prescrizione ventennale sui possibili risarcimenti alle vittime sino a tutto il 2005. Rimane un unico caso capitato in Veneto di un ferito nel 2006, escluso dalla prescrizione. (Il Gazzettino del 20 febbraio 2025; La Tribuna di Treviso del 21 febbraio 2025; Il gazzettino e La Nuova Venezia del 25 febbraio 2025; L’Arena e il Giornale di Vicenza del 26 febbraio 2025).

  1. Sfruttamento lavorativo (caporalato, diritti violati, sicurezza sul lavoro negata).

3.1. Cantiere in nero sul lago di Garda.

L’Ispettorato del lavoro ha controllato un complesso alberghiero in ristrutturazione sulla sponda veronese del lago di Garda con 10 ditte al lavoro: la metà con situazioni irregolari e a rischio. Trovati lavoratori in nero, scarsa sicurezza (soprattutto per il rischio di cadute dall’alto), pseudo artigiani e lavoratori distaccati illecitamente. 5 ditte sono state sospese e denunciate per reati vari dal lavoro nero e irregolare, codici ATECO diversi dalle attività svolte, assenza di certificazioni necessarie, ecc. (L’Arena del 5 febbraio 2025).

3.2. Operaio muore nel cantiere a Tezze sul Brenta (VI).

L’uomo, dipendente della ditta Vippell srl, stava lavorando con i colleghi per la bonifica e messa in sicurezza del sito ex Galvanica, quando ha accusato un malore dopo una pausa. La ex Galvanica ha inquinato di cromo la falda per decenni ed ora, grazie al contributo del 90% da parte della Regione Veneto dei costi ambientali da sostenere si sta procedendo alla messa in sicurezza. Il malore dell’operaio sarebbe avvenuto il 6 febbraio 2025, fuori dal contesto lavorativo. Vani tutti i tentativi degli operatori del SUM 118 accorsi per salvarlo. L’intervento dei tecnici dello SPISAL di Vicenza è avvenuto per accertare l’accaduto e verificare eventuali responsabilità legate alla sicurezza sul lavoro. L’infarto è stato indicato come probabile causa di morte: sarà l’autopsia disposta dalla Procura di Vicenza a decretare il responso. (Il Giornale di Vicenza del 7 febbraio 2025)

3.3. Operai costretti a dormire nel laboratorio a Piombino Dese (PD).

I gestori cinesi di un laboratorio di materie plastiche a Piombino Dese obbligavano i lavoratori stranieri (bengalesi), dopo ore di lavoro, a dormire in ambienti ritenuti non idonei dalla Polizia Locale del Camposampierese. In definitiva si trattava di una sorta di casa-bottega, senza finestre, senza i requisiti minimi igienico sanitari, senza riscaldamento. La ditta era già stava visitata 1 anno fa e la situazione denunciata era la stessa, con l’unica differenza che gli operai erano 2 pachistani e dormivano un una roulotte parcheggiata dentro il laboratorio. Denunciata la titolare del laboratorio ed elevata una sanzione amministrativa da 500 euro. (IL Gazzettino e il Mattino di Padova del 3 febbraio 2025).

3.4. Inchiesta per omicidio colposo a Padova per la morte di Mauro Stocco.

Il venditore di frutta e verdura Mauro Stocco è morto il 24 gennaio 2024 a Padova, schiacciato dal muletto nel magazzino dell’azienda (vedi news 3.18. del rapporto di legalità di gennaio 2025). La Procura di Padova (PM Andrea Girlando) ha deciso di aprire un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti (senza indagati per ora), in attesa della relazione dello SPISAL sull’infortunio mortale. Molte domande sono in attesa di risposta, sia per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro (mezzo vetusto, pavimento bagnato e ondulato, carico di trasporto troppo pesante) che per le responsabilità di chi era alla guida del mezzo e in quanti erano presenti sul luogo e con quali incarico lavorativo. L’autopsia che è stata eseguita nel frattempo ha riscontrato una serie di traumi mortali riconducibili allo schiacciamento causato dal peso del muletto. (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 4 febbraio 2025).

3.5. Controlli dei Carabinieri a Venezia, chiusi 3 cantieri per lavoro nero e scarsa sicurezza e 15 datori di lavoro denunciati.

Il NIL dei Carabinieri, congiuntamente all’Ispettorato del Lavoro di Venezia, ha effettuato dei controlli nelle aree di Chioggia, Bibione, Santa Maria di Sala e San Michele al Tagliamento in cantieri edili, autotrasporto e commercio. Denunciati e sanzionati 15 imprenditori per numerose infrazioni, tra cui le più gravi riguardano ponteggi senza parapetti o mancanza di tavole ferma piedi nei ponteggi, attrezzature non conformi, sicurezze rimosse, ecc. Sono stati trovati poi in 3 cantieri lavoratori in nero. I cantieri edili sono stati sospesi, con sanzioni da 30mila euro. (Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 6 febbraio 2025).

3.6. Rapporto di attività 2024 dei NIL dei Carabinieri di Venezia.

I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Venezia hanno presentato i dati dell’attività 2024. In sintesi: ispezione in 460 aziende; controllati 1.460 lavoratori di cui 41 sono stati trovati in nero; emessi 104 provvedimenti di sospensione dell’attività per lavoro nero e mancata sicurezza sul lavoro; sanzioni amministrative per 700mila euro; 1.376 provvedimenti di prescrizione sulla sicurezza; 276 imprenditori denunciati alle Procure della Repubblica competenti. (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 6 febbraio 2025).

3.7. Infortunio mortale alla cava Mosole a Spresiano (TV) nel 2023, assolti i titolari.

Il lavoratore Andrei Perepujnii morì in modo orribile (travolto e soffocato) dentro il nastro trasportatore della ghiaia a gennaio 2023, nella cava Mosole alle Bandie tra Spresiano e Villorba (vedi news 3.5. rapporto di legalità gennaio 2023). L’udienza preliminare processuale in Tribunale a Treviso (giudice Cristian Vettoruzzo) del 6 febbraio 2025 ha visto l’assoluzione di Remo Mosole, e dei figli Mara e Rudi, dall’accusa di omicidio colposo perché “il fatto non sussiste”. La Procura di Treviso (PM Massimo De Bortoli) aveva chiesto il rinvio a giudizio per i Mosole per violazione della normativa sulle attività estrattive. Il deposito della sentenza avverrà entro 90 giorni. Si ritiene che la decisione potrebbe essere il risultato delle testimonianze che hanno asserito che l’operaio non doveva assolutamente, visti i rischi, entrare nella tramoggia prima di fermare l’impianto, dal momento che in quell’area si entra solo a bordo di un escavatore o di una pala meccanica. (La Tribuna di Treviso del 7 febbraio 2025).

3.8. Lavoratrici in nero al centro massaggi di Grisignano di Zocco (VI).

La Guardia di Finanza di Vicenza ha controllato il centro massaggi del Palazzo del Giglio a Grisignano, trovando 3 lavoratrici in nero, di cui 2 irregolari in Italia. Elevata una multa da 6.600 euro e girata la segnalazione all’Ispettorato del Lavoro di Vicenza per le decisioni conseguenti. Il centro massaggi era stato controllato solo anno fa ed era stata rilevata un’identica situazione, per cui la recidiva potrebbe comportare sanzioni più pesanti. (Il Giornale di Vicenza del 14 febbraio 2025).

3.9. Cantieri edili irregolari a Thiene (VI), 1 ditta sospesa.

I Carabinieri di Vicenza del NIL, congiuntamente all’Ispettorato del lavoro, hanno controllato 5 cantieri edili a Thiene riscontrando numerose violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro. La situazione più grave è stata sanzionata con 37mila euro di multa e la ditta è stata sospesa. (Il Giornale di Vicenza del 14 febbraio 2025).

3.10. Titolare di impresa a Sernaglia (TV) aveva piazzato una webcam sotto il tavolo delle impiegate.

Una webcam, collegata via internet con un computer, era stata collocata sotto la scrivania di 2 giovani impiegate nell’azienda di Sernaglia. Dopo aver scoperto la webcam, le due impiegate l’hanno fatta rimuovere da un collega, scatenando le ire del titolare, che non ha trovato di meglio che denunciare i tre di furto. A questo punto una delle due impiegate ha presentato querela per molestie sul lavoro e violenza sessuale. La situazione è ancora più ingarbugliata perché il titolare aveva una relazione sentimentale con una terza impiegata, poi naufragata pare per la vicenda della webcam. In Tribunale a Treviso c’è stata l’udienza per i fatti descritti il 13 febbraio 2025. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 14 febbraio 2025).

3.11. Operai agricoli sfruttati dal caporale a Sommacampagna (VR).

14 cittadini migranti, tra cui un minorenne, tutti richiedenti asilo, erano ospiti del CAS di Ostiglia (MN) e venivano prelevati e portati a Sommacampagna a lavorare per 6 euro all’ora da un connazionale. Erano tutti in nero, senza contratto, senza visita medica, senza DPI. Il finto contratto di fornitura di manodopera era stato fatto dalla cooperativa di Youssef Kennache alla società agricola di Sommacampagna che tratta frutta (società non coinvolta nel processo). Nel luglio 2022 i lavoratori si occupavano della raccolta delle pesche che venivano anche controllate per la pezzatura e inscatolate, quando il blitz delle forze dell’ordine ha posto fine a questo sfruttamento lavorativo. Nell’udienza del 14 febbraio 2025 a processo in Tribunale a Verona (GUP Luciano Gorra) il caporale ha patteggiato 7 mesi e 10 giorni di carcere, 5.000 euro di sanzione, con pena sospesa. (L’Arena del 15 febbraio 2025).

3.12. Imprenditore edile precipita dall’impalcatura a Noale (VE), ricoverato con lesioni gravissime all’Ospedale.

Il pomeriggio del 17 febbraio 2025 il contitolare della ditta Mosè di Spresiano (TV), Claudio Pagotto, è precipitato dal tetto del cantiere della nuova biblioteca di Noale. Ha battuto la testa per la caduta di 4 metri dal tetto del cantiere e ha riportato lesioni molto gravi soprattutto alla testa. Dopo i soccorsi del SUEM 118 è stato ricoverato all’Ospedale all’Angelo di Mestre e a seguito dell’intervento chirurgico è stato posto in rianimazione. Le indagini sull’accaduto (caduta dovuta a malore o distrazione) sono affidate ai Carabinieri di Noale e ai tecnici dello SPISAL di Venezia. La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo e ha disposto il sequestro del cantiere. La prognosi è riservata. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino, La Tribuna di Treviso, e La Nuova Venezia del 18 febbraio 2025; IL Gazzettino, La Nuova Venezia e La Tribuna di Treviso del 19 febbraio 2025).

3.13. Controlli ai cantieri edili a Cortina d’Ampezzo (BL).

Il Nucleo operativo NIL dei Carabinieri di Venezia, con l’Ispettorato del lavoro di Belluno e i Carabinieri di Cortina d’Ampezzo, ha visitato diversi canteri edili attivi nella conca ampezzana. Si tratta di cantieri non direttamente impegnati nelle Olimpiadi Milano Cortina 2026. Sono 12 le imprese in cui sono state trovate violazioni sulla sicurezza sul lavoro e irregolarità nei registri presenze di lavoratori in cantiere. Emesse sanzioni per 100mila euro e per 3 ditte è stata sospesa l’attività produttiva. (Corriere del Veneto del 21 febbraio 2025).

3.14. Muore a Chioggia (VE) schiacciato da un pannello in cantiere.

Il giovanissimo operaio edile Andrea Canzonieri, assunto da soli 2 mesi, è morto schiacciato da un pannello di ferro di oltre 2 quintali in un cantiere edile (costruzione di un condominio) a Sottomarina di Chioggia il 21 febbraio 2025. La lastra di ferro posta in verticale che serviva per i getti in opera, è caduta perdendo l’ancoraggio addosso ad Andrea. Il pronto intervento di colleghi e SUEM 118 è servito solo a constatare la morte. Disposto il sequestro del cantiere dalla Procura di Venezia, e dato l’incarico a Carabinieri di Chioggia e tecnici dello SPISAL di Venezia di ricostruire l’accaduto, al fine di accertare eventuali responsabilità sulla sicurezza sul lavoro. Il PM di turno Daniela Moroni attende ora la relazione per gli atti conseguenti. Nella prima ricostruzione si parla di un puntello rimosso dal giovane muratore. La vittima lavorava per la società Betonx srl di Padova e la committenza per la costruzione del condominio è della Boscolo Real Estate srl. La procura di Venezia ha disposto l’autopsia per dare modo alle parti di nominare i consulenti che assisteranno alla ricerca delle cause dell’infortunio mortale (errore umano o malore). L’indagine prende di mira poi la formazione del personale di cantiere. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Giornale di Vicenza, La Nuova Venezia del 22 febbraio 2025; Il Giornale di Vicenza e La Nuova Venezia del 23 febbraio 2025; Il Gazzettino del 25 febbraio 2025; Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 27 febbraio 2025).

3.15. Lavoratori in nero e caporalato nelle campagne trevigiane.

A seguito di un controllo dell’attività del settore agricolo da parte del NIL dei Carabinieri di Treviso sono stati scoperti 6 lavoratori stranieri in nero, addetti alla potatura e legatura delle viti a Maserada di Piave, altri 3 lavoratori in nero (2 irregolari in Italia) sono stati trovati in campagna a Fontanelle. Il decimo lavoratore in nero è stato trovato in un’impresa di pompe funebri. Sono 12 le aziende sanzionate con 130mila euro di multa. Nel settore edile è stata sospesa un’azienda a Pieve del Grappa per cantiere operativo con ponteggio non idoneo. Altre imprese edili sono state sanzionate per carenza sulla sicurezza sul lavoro a Villorba, Valdobbiadene, Loria e Crocetta del Montello. Su 37 lavoratori controllati, 10 sono risultati operare in totale carenza di copertura assicurativa e previdenziale. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 21 febbraio 2025; La Tribuna di Treviso del 23 febbraio 2025).

3.16. Infortunio mortale A Villa Bartolomea (VR), muore schiacciato dal camion.

Thomas Gobbi di Merlara (PD) ha perso la vita travolto dalla cabina del suo camion a Villa Bartolomea il 24 febbraio 2025. La vittima, titolare della società Gobbi Autotrasporti, lavorava per conto terzi e stava trasportando un grosso carico di fertilizzanti al Consorzio Agrario del Nordest, quando ha avvertito all’uscita della Transpolesana dei rumori del mezzo e ha deciso di fare subito un esame fermandosi in una piazzola di sosta al lato della strada. Sollevato l’abitacolo del mezzo, questo si è rinchiuso all’improvviso non lasciando scampo all’autotrasportatore. La chiamata al SUEM 118, e ai Carabinieri di Legnago, è servita solo ad accertare la morte di Gobbi. Disposti dalla Procura gli accertamenti di rito sull’accaduto (guasto meccanico o errore umano) a cura dei Carabinieri di Legnago e dei tecnici dello SPISAL di Verona. (L’Arena, Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino d Padova del 25 febbraio 2025).

3.17. Operazione “sottoveste” a Treviso, laboratori sequestrati.

La Guardia di Finanza continua i controlli previsti dall’operazione “sottoveste”, alla ricerca dei laboratori tessili illegali nella Marca. Sono stati denunciati 4 imprenditori del settore tessile con attività presenti a Istrana, Roncade, Zero Branco, Quinto di Treviso per la presenza di lavoratori in servizio giorno e notte, impiego di 2 lavoratori irregolari in Italia, inosservanza delle disposizioni su norme antincendio, salute e sicurezza sul lavoro, gestione illecita dei rifiuti, esecuzione di opere edili abusive. Sequestrati 33 macchinari e 37 banchi di lavoro. I sequestri sono stati convalidati dal GIP del Tribunale di Treviso. In particolare, erano ostruite le vie di fuga in caso di incendio, c’erano violazioni delle norme urbanistiche per ricavare alloggi e cucine nei locali, ed è stato riscontrato il mancato pagamento di somme dovute al fisco (prassi ricorrente con il sistema apri e chiudi); per finire, è stato riscontrato l’uso di manodopera irregolare. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 13 febbraio 2025).

3.18. Condannati 2 vigili urbani a Venezia per stalking.

La giustizia penale (giudice Alessia Capriuoli) ha condannato il 18 febbraio 2025 2 vigili urbani di Venezia per atti persecutori (sberle, calci, offese, legature, ecc.), proseguiti per anni (dal 2012 al 2018), ai danni di un dipendente esterno che operava in sede Rio Terà dei Pensieri a Venezia nella gestione del servizio delle contravvenzioni. Solo al termine di una serie di episodi sempre più violenti, la vittima ha sporto denuncia. L’indagine è stata svolta dai colleghi. I 2 vigili urbani sono stati condannati a 3 anni e 18 mesi, ed erano già stati spostati in uffici amministrativi. I 2 persecutori sono stati condannati al risarcimento dei danni provocati alla vittima da stabilirsi in sede civile, con una provvisionale immediata da pagare di 10mila euro. La sentenza di primo grado può essere impugnata in Appello. (Il Gazzettino del 19e 20 febbraio 2025).

3.19. Imprenditore di Ponzano (TV) schiacciato dai tronchi presenti sul camion, gravissimo in ospedale.

Andrea Massolin, imprenditore con i fratelli Stefano, Orazio e Claudio di una società di Ponzano del settore dei servizi ecologici, era in Friuli a Fontanafredda con il camion dell’azienda il 17 febbraio 2025, e stava caricando da solo tronchi sul mezzo, quando lo sportello posteriore si è aperto. Massolin è rimasto schiacciato sotto il peso del materiale. L’uomo è stato trovato ore dopo l’accaduto. Ricoverato in ospedale a Udine dal SUEM 118 per i vari traumi, tra cui il più grave alla testa, è in coma farmacologico nel reparto di terapia intensiva. (La Tribuna di Treviso del 19 febbraio 2025; Il Gazzettino del 20 febbraio 2025).

3.20. Imprenditore trevigiano molestava l’impiegata, a processo.

Il 17 febbraio 2025 in Tribunale a Treviso è iniziato il processo a un imprenditore di una ditta metalmeccanica accusato di violenza sessuale ai danni di un’impiegata amministrativa, costretta a licenziarsi per sfuggire alle continue molestie. Il PM Davide Romanelli della Procura di Treviso ha chiesto 7 anni di carcere per la gravità degli atti contestati all’imprenditore che prometteva promozioni in cambio di sesso. Altre dipendenti dell’azienda hanno testimoniato analoghi comportamenti dell’imprenditore, che respinge tutte le accuse come “calunnie per motivi economici”. Il 28 febbraio 2025 la parola alla difesa e poi la sentenza del collegio giudicante presieduto da Iuri De Biasi (a latere Marica Loschi e Mabel Manca). (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 18 febbraio 2025).

3.21. Bilancio attività di controllo 2024 della Polizia del Camposampierese.

La polizia locale del Camposampierese ha presentato i numeri dell’attività di controllo eseguita nel 2024. In sintesi, per quanto attiene le ispezioni ai luoghi di lavoro: 68 interventi di controllo a PMI del territorio; 32 posizioni irregolari pari al 27% dei controlli effettuati; multe per 10.848 euro. (Il Gazzettino, IL Mattino di Padova del 18 febbraio 2025).

3.22. Operaio folgorato dall’alta tensione a Quarto d’Altino (VE).

Il lavoratore, dipendente di ditta d’appalto, stava lavorando il 24 febbraio 2025 a un quadro elettrico di una cabina (predisposizione delle condutture per il fotovoltaico) in un’azienda di Quarto d’Altino, quando è stato colpito da una scarica elettrica superiore ai 20mila volt. Subito soccorso dal SUEM 118, è stato ricoverato all’Ospedale all’Angelo di Mestre per le gravi ferite e lesioni ed è in prognosi riservata. Dopo la stabilizzazione ospedaliera è stato trasferito al Centro Grandi Ustioni dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Le indagini disposte dalla Procura di Venezia sull’accaduto sono a cura dei tecnici dello SPISAL di Venezia. Dopo 2 giorni la vittima è stata dichiarata fuori pericolo di vita dai sanitari, ma i danni della scarica potrebbero aver leso in maniera irreversibile gli organi interni. La Procura che ha aperto un fascicolo e ha chiesto allo SPISAL di aprire un focus specifico sulle misure di sicurezza sul lavoro. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 25 febbraio 2025: La Nuova Venezia del 27 febbraio 2025).

3.23. Caporalato e frode IVA nei depositi DHL, indagato un padovano.

L’inchiesta della Procura di Milano (PM Paolo Storari e Valentina Mondovì), svolta da NIL dei Carabinieri congiuntamente alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Entrate, ha riguardato 45 sedi in oltre 30 province italiane, con un focus particolare sulla filiera DHL Express Italy, con verifiche in tutto il nordest con epicentro Padova. L’inchiesta ha portato in luce un sistema di irregolarità e sfruttamento nel settore della logistica tra appalti irregolari, somministrazione illecita di manodopera e sfruttamento dei lavoratori. Nelle 50 pagine del provvedimento della Procura di Milano si annota pure la frode fiscale per 46,8 milioni di euro a carico della srl, con sede nel milanese che fa parte del gruppo controllato da Deutsche Post Ag, a carico di Luca Bassini, padovano responsabile della società e firmatario delle dichiarazioni IVA per gli anni dal 2019 al 2023. Alla base dei controlli ci sono state le condizioni di lavoro, le retribuzioni e le modalità di impiego dei lavoratori, come già effettuato con molte altre società della moda e della logistica. L’ispezione ha preso in carico anche i mezzi di trasporto e le società appaltatrici che operano per conto di DHL. I controlli hanno portato in luce un sistema complesso di esternalizzazioni dei servizi di consegna, con una filiera di subappalti che ha favorito la proliferazione di irregolarità. Su 51 società appaltatrici controllate,15 sono state trovate irregolari con violazioni sulla sicurezza sul lavoro, mancata formazione dei dipendenti, omessa sorveglianza sanitaria, e lavoratori in nero. Molte di queste società erano unicamente dei serbatoi di manodopera (con mezzi non adeguati, senza assicurazione o copertura previdenziale) per mascherare rapporti di lavoro irregolari. Molte società omettevano il versamento dei contributi, con danno all’erario e riduzione dei costi per la società DHL. Veniva utilizzata addirittura una APP che monitorava costantemente gli autisti per geolocalizzare tutti gli spostamenti. L’inchiesta per caporalato si basa sull’intreccio di società filtro che attivano la cd “transumanza dei lavoratori” da una società, più o meno fantasma, ad un’altra, con il solo scopo di impiegare lavoratori senza diritti e precari, almeno 357 lavoratori dei quasi 15mila impiegati nella rete delle società “satellite” hanno avuto questa sorte. Raccolte nel dossier quasi mille interviste di lavoratori sfruttati da questo sistema di appalti. Questo è il 14esimo grande dossier sul settore dal 2021 ad oggi messo in piedi dal PEF della Procura di Milano, con recupero di Iva per 434 milioni di euro e la regolarizzazione di oltre 10mila lavoratori. (Sole 24 ore del 26 febbraio 2025; Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 27 febbraio 2025).

3.24. Lavoratori in nero scoperti dopo controlli in Polesine.

La Guardia di Finanza ha svolto una serie di controlli su attività commerciali in Provincia di Rovigo. Sono stati trovati in un club per scambisti a Occhiobello (RO) sette lavoratori in nero tra dj, baristi, guardarobieri, security. La Guardia di Finanza ha quindi deciso, oltre alla segnalazione alle autorità competenti della situazione, di indagare per ricostruire i volumi d’affari come club commerciale e non come associazione senza finalità di lucro. I vigili del fuoco intervenuti hanno trovato l’omessa presentazione della SCIA, carenze documentali su impianti e sicurezza sui luoghi di lavoro. In un altro controllo in un cantiere per la costruzione di un parco fotovoltaico sono stati trovati 3 lavoratori in nero, disposta la sospensione dell’attività e la segnalazione all’Ispettorato del lavoro di Rovigo (Corriere del Veneto del 28 febbraio 2025).

3.25. Grave infortunio in falegnameria a Mirano (VE).

L’operaio è rimasto incastrato con la mano in una macchina in una falegnameria a Mirano. Le lesioni gravi alle dita hanno portato al ricovero dall’ospedale di Mestre all’Azienda Ospedaliera di Padova, per le cure più appropriate di recupero e ricostruzione dell’arto. La falegnameria (2 titolari e 2 operai anziani) ha previsto la chiusura definitiva appena i lavoratori, tra cui la vittima del grave infortunio, matureranno i requisiti pensionistici. (Il Gazzettino del 27 febbraio 2025).

3.26. Udienza a Treviso per la morte di Mattia Battistetti.

Il giovane 23enne è morto nell’aprile 2020, schiacciato in un cantiere edile a Montebelluna (TV) dal carico di 15 quintali che si era staccato da una gru in movimento (vedi news 3.14 del rapporto di legalità gennaio 2025). L’udienza del 20 febbraio 2025, con una folta rappresentanza di delegati e lavoratori davanti al Tribunale di Treviso, è stata dedicata al consulente di parte civile che voleva depositare una relazione di oltre 600 pagine sui fatti. I legali delle difese degli imputati si sono opposte, perché la memoria conteneva le deposizioni testimoniali di persone che all’epoca dei fatti erano indagate e quindi per questo inammissibili. Il giudice ha deciso di espungere dal fascicolo processuale la relazione. Il consulente della famiglia Battistetti Giovanni Maria Di Leva potrà ripresentarla, ma senza le dichiarazioni testimoniali. Per la forte partecipazione di lavoratori e delegati sindacali e di forze politiche a tutte le udienze davanti al Tribunale di Treviso, questa vicenda è stata assunta come il simbolo di quanto non deve succedere più nei cantieri edili della provincia. La prossima udienza è in calendario per il 13 marzo 2025 e sarà dedicata ai testimoni degli imputati. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 21 febbraio 2025).

  1. Ambiente (sfruttamento e rapina dei beni primari, patrimonio artistico, contraffazioni alimenti).

4.1. Processo PFAS in Corte d’Assise a Vicenza.

La requisitoria del PM Paolo Fietta è avvenuta il 6 febbraio 2025 partendo dall’affermazione: “Miteni Spa sapeva di inquinare, non ha mai fatto nulla per porvi rimedio, avrebbe potuto avviare la messa in sicurezza del sito 20 anni fa. In particolare con le molecole PFOA e PFOS si è agito per un avvelenamento doloso delle acque”. Il 13 febbraio 2025 la requisitoria è proseguita con la parola al PM Hans Roderich Blattner che chiuderà la trattazione dei reati ambientali e discuterà del falso in bilancio e la commissione di operazioni dolose messe in atto dalla Miteni Spa. Nelle giornate del 7 e 8 febbraio 2024, 60 associazioni del territorio, tra cui la CGIL Veneto e la CGIL Vicenza, hanno organizzato un presidio davanti al Tribunale per chiedere verità e giustizia sul gravissimo inquinamento ambientale prodotto per decenni ai danni della popolazione di 3 province venete.

I 2 PM, Blattner e Fietta, hanno terminato la lunga requisitoria il 13 febbraio 2025. Sono stati chiesti 121 anni e 6 mesi di carcere per 9 dei 15 imputati (6 assoluzioni). I reati contestati sono: avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale, reati fallimentari. Per il PM Blattner lo stabilimento doveva essere chiuso già nel 2008, per bilanci aziendali non veritieri. La Procura ha chiesto una sanzione di 125mila euro per i reati fallimentari e 375mila euro di confisca ai danni della società Miteni Spa. Secondo i PM, 375mila euro devono essere confiscati anche agli imputati Nardone, Leitgeb e Mc Glynn (vertici della Miteni). I 2 PM hanno affermato che “Miteni era una bomba a orologeria, c’era la consapevolezza di inquinare. Mai messa a bilancio la cifra minima di 17,5 milioni di euro per bonificare il sito. E ciò solo per inseguire il profitto”. Escono di scena in quanto assolti gli imputati che svolgevano il ruolo di tecnici aziendali, perché “non prendevano le decisioni”. Il sindacato dei giornalisti ha protestato, in nome del diritto di informare i cittadini su un processo che farà la storia, contro la decisione della giudice Antonella Crea che ha consentito le riprese televisive solo la prima mezz’ora della udienza del 13 febbraio 2025. Le conclusioni in aula della requisitoria di Blattner non sono state quindi filmate. Ora la parola passa alle parti civili e alle difese degli imputati con la udienza prossima. L’udienza del 20 febbraio 2025, ha registrato la richiesta di risarcimento danni (ripristino ambientale a partire dalla rete idrica; patrimoniali, salute pubblica, immagine) del Ministero Ambiente (56 milioni e 800mila euro), Regione Veneto (16 milioni di euro), Comune di Trissino (2 milioni di euro), Azienda ULSS Berica (3 milioni di euro). Chiesti dal curatore fallimentare della Miteni Spa 15 milioni di euro per le spese di messa in sicurezza e bonifica del sito. Il totale di questa prima udienza è di 92 milioni di euro di risarcimento danni.

L’udienza del 27 febbraio 2025 vede presentare il conto dei danni da ARPAV e Provincia di Vicenza. Al termine della udienza la nota delle richieste delle parti civili sale a 106 milioni di euro (domanda di 14 milioni di euro per il ristoro di ARPAV, Provincia di Vicenza, Comune di Lonigo).

Le parti civili a processo sono 120 e utilizzeranno per le richieste 1 mese di tempo. Nel frattempo è stato presentato uno studio di UNIPD, realizzato in collaborazione con l’ospedale di Vicenza e finanziato dalla Regione Veneto, sugli effetti dei PFAS relativamente alle quantità di calcio nel corpo. I risultati del campione, prelevato ai residenti nella cd zona rossa, è drammatica: “i PFAS danneggiano sin da giovani le cellule dello scheletro umano, portando all’osteoporosi e malattie correlate”.

(Il Giornale di Vicenza del 7, 8, 14, 15, 27 febbraio 2025; Corriere del Veneto, L’Arena del 7, 8 febbraio 2025; La Tribuna di Treviso del 9 febbraio 2025; Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 14 febbraio 2025; La Tribuna di Treviso del 18 febbraio 2025; Corriere del Veneto, il Giornale di Vicenza del 21, 28 febbraio 2025).

4.2. Attività 2024 dei Carabinieri Forestali in Veneto.

I Carabinieri forestali hanno presentato i dati relativi all’attività svolta nel 2024. I Carabinieri forestali hanno competenza su 5 ambiti di controllo: tutela del territorio delle aree boscate e della biodiversità; tutela degli inquinamenti e ciclo dei rifiuti; tutela fauna selvatica e della filiera agroalimentare; meteo montagna; commercio illegale di specie protette (CITES). In sintesi: 46.875 controlli con 529 reati perseguiti e 1.949 illeciti amministrativi sanzionati per 1.546.411 euro. Il dettaglio dei settori: rifiuti 3.165 controlli, 183 reati denunciati, 295 illeciti, sanzioni per 239.406 euro; fauna selvatica 6702 controlli, 80 reati, 583 illeciti, sanzioni per 618.447 euro; tutela del territorio 36.168 controlli, 200 reati, 1.021 illeciti amministrativi, sanzioni per 508.542 euro; meteo montagna 1897 rilievi meteonivometrici e 924 bollettini previsioni valanghe con 25 sopralluoghi in valanghe; Cites 531 controlli, 37 reati, 59 illeciti, sanzioni per 232.066 euro. Sono stati monitorati maltrattamenti animali, allevamenti illegali e il commercio illegale di cuccioli. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 4 febbraio 2025).

4.3. Quattro condanne per il traffico di rifiuti “Coimpo” a Rovigo.

L’accusa aveva affermato che oltre 110mila tonnellate di materiale (fanghi) tossico non bonificato era sparito e in parte sparso nei campi del Polesine. L’udienza in Tribunale a Rovigo del 4 febbraio 2025 ha visto la condanna nel processo di primo grado (giudice monocratico Valeria Curci) di 4 indagati. Lo stabilimento era diventato tristemente noto nel 2014, per la morte di 4 operai a causa di una nube tossica causata dalla reazione chimica innescata nella vasca di trattamento dei fanghi. I condannati sono un dipendente della Agribiofert (2 anni, 1 mese e 15 giorni), 2 ex dipendenti della Coimpo Spa (pene sospese da 1 anno il primo e 18 mesi il secondo), e il titolare della ditta di trasporto dei fanghi di Ceregnano (18 mesi) con la confisca di 5 rimorchi e 6 trattori. Riconosciuto in primo grado il traffico illecito di rifiuti dal 2013 al 2016 (fallimento della Coimpo). La Procura di Rovigo ha avuto conferma con questa sentenza che l’ingiusto profitto della Coimpo per la cessione di fanghi non trattati è stato possibile grazie alla compiacenza dei laboratori chimici per le analisi e dei trasportatori. (Corriere del Veneto del 5 febbraio 2025).

4.4. Sequestrati 53 chili di prodotti di macelleria senza tracciatura a Treviso.

La segnalazione riguardava un negozio etnico in via Castellana a Treviso che vendeva carne e pesce surgelato senza alcuna etichetta del prodotto e quindi senza tracciatura. I Nas dei Carabinieri hanno sequestrato 53 chili di carne e pesce e comminato una sanzione da 3.500 euro. (Il Gazzettino del 8 febbraio 2025).

4.5. Caccia abusiva, 4 denunciati e sequestrati 1.400 uccelli e fucili tra Venezia e Padova.

Avevano cacciato, anche senza licenza, 1.400 capi di avifauna, di cui almeno 10 specie protette (tutelate dalla Convenzione di Washington), usando armi e munizioni custodite in modo non sicuro, oltre la quantità consentita, e trattando la selvaggina in una macelleria abusiva per commercializzarla. L’operazione antibracconaggio è stata condotta dai Carabinieri forestali di Mestre il 27 gennaio 2025 nella campagna rivierasca del Brenta tra Campagna Lupia (VE) e Piove di Sacco (PD). I soggetti denunciati sono 3 di Venezia e 1 di Padova. È stata trovata l’auto di uno dei bracconieri di Piove di Sacco stipata di uccelli appena cacciati, e nella successiva perquisizione domiciliare è stata scoperta una macelleria abusiva (locale illegale destinato alla lavorazione e preparazione delle carni). Mentre era in atto l’ispezione, si è presentato un cacciatore con 50 alzavole per chiedere che venissero macellate. Nei locali è stato trovato anche un sacco di munizioni. Ad un altro cacciatore abusivo sono state trovate munizioni oltre il limite consentito dalle norme. Denunciato il legale rappresentante dell’azienda venatoria, dopo il ritrovamento di 3 fucili e oltre 8.500 munizioni. Sono stati posti sotto sequestro capannone, uccelli, fucili, munizioni, cellulari, agende e appunti della vendita. I reati vanno dalla macellazione clandestina alla ricettazione fino alla vendita di specie non cacciabili e alla detenzione non corretta delle armi. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino del 7 febbraio 2025; Il Gazzettino del 12 febbraio 2025).

4.6. Rapporto di attività 2024 della Guardia Costiera del lago di Garda.

La Guardia Costiera ha presentato il rapporto di attività svolta nel lago di Garda nel 2024. I campi di intervento sono: controllo mezzi da diporto; sicurezza della navigazione; ambiente; filiera ittica. In sintesi: 837 missioni; soccorso a 224 persone; controllati 7.449 mezzi da diporto; sequestrati 43 natanti e 736 chili di pesce; elevate 296 sanzioni amministrative; tramesse alle Procure competenti 12 comunicazioni di reato; rimosse 6 reti da pesca illecite. Nel 2024 si sono intensificati i controlli ed è stato registrato un calo delle sanzioni del 30% rispetto al 2023. (L’Arena del 12 febbraio 2025).

4.7. Sequestrati al Centro Ingrosso Cina di Padova, 2,5 milioni di pezzi senza tracciabilità.

In un centro ingrosso a Padova sono state trovati collane, anelli, braccialetti riposti in scatole di cartone con all’esterno un campione attaccato con lo scotch per indicare il modello. Nessuna scatola conteneva indicazioni su materiale utilizzato e luogo di produzione. La Guardia di Finanza di Padova ha disposto il sequestro di 2,5 milioni di pezzi di bigiotteria varia per tutelare il “made in Italy”. Denunciata alla Camera del Commercio di Padova la titolare cinese del negozio per la sanzione da comminare. (Corriere del Veneto del 14 febbraio 2025).

4.8. Aperto fascicolo in Procura Venezia su battuta di caccia in laguna.

La Procura di Venezia (PM Daniela Moroni) ha aperto un fascicolo sulla battuta di caccia a valle Pirimpiè, nel comune di Campagna Lupia, di proprietà di Oliver Martini, cui ha preso parte Donald Trump junior, insieme ad altre 6 persone. Sotto la lente la caccia e l’abbattimento di anatra rara, la concessione di caccia (autorizzazioni, tesserino venatorio della Regione Veneto, e possesso del tesserino e del porto di fucile da caccia 2024-2025). Sulle valli private si concentra il focus delle attività svolte dopo il maxi sequestro di uccelli per caccia abusiva (vedi news 4.5. del rapporto di legalità di febbraio 2025). La Regione Veneto dichiara che, per quanto sua conoscenza, la battuta di caccia era regolare e provvista delle necessarie autorizzazioni. Le aziende faunistico venatorie ritengono che ci siano vuoti normativi da colmare a partire dai cacciatori extra UE, precisando che il turismo venatorio Usa vale quasi mezzo miliardo di euro. La difesa di Donald Trump junior precisa che a sparare alle anatre in valle erano in 8, con l’aggiunta di altri 2 gruppi di cacciatori, per cui è impossibile disporre di certezze sulle soggettive responsabilità dell’abbattimento di specie di avifauna protetta. (Il Gazzettino del 11 febbraio 2025; Corriere del Veneto, La Nuova Venezia, Il Gazzettino e La Repubblica del 19 febbraio 2025; IL Gazzettino del 20 febbraio 2025).

4.9. Sequestro di migliaia di capi di griffe contraffatte a San Martino di Lupari (PD).

L’indagine ha preso avvio dal controllo sui social network, con un canale di vendita sospetto per la vendita di capi a prezzi troppo bassi, modalità di distribuzione ambigue e un flusso costante di merce. La Guardia di Finanza di Cittadella (PD) ha sequestrato 13.885 capi d’abbigliamento contraffatti (valore commerciale di 830mila euro) e denunciato 3 persone per vendita vietata. La vendita di una trentina di marchi (merce contraffatta) avveniva on line, con la consegna della merce in luoghi concordati telefonicamente per sfuggire ai controlli. Il capannone di stoccaggio della merce contraffatta era a Brescia mentre il venditore denunciato è residente a San Martino di Lupari. Nel capannone sono state trovate macchine da cucire ed etichette originali, segno evidente che si trattava di una fabbrica illegale dei falsi. Le indagini della Guardia di Finanza sono in corso per risalire alla filiera produttiva e di vendita di questa merce. (Corriere del Veneto, IL Gazzettino e Il Mattino di Padova del 19 febbraio 2025).

4.10. Traffico di rifiuti speciali a Zero Branco (TV) condanna definitiva dei Mestrinaro in Cassazione.

Dopo 10 anni di battaglia legale, la Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva su tutte le accuse (condotta dolosa) i fratelli Mestrinaro, titolari dell’azienda di Zero Branco. Lino e Sandro Mestrinaro erano stati condannati in primo grado a 2 anni per traffico di rifiuti pericolosi, sentenza riformata in Corte d’Appello per quanto riguarda i risarcimenti. Ora la Cassazione, di fronte al ricorso avverso alla sentenza d’Appello di Lino Mastrinaro, lo condanna a versare 8.500 euro a Cassa delle Ammende, Ministero Ambiente e Regione Veneto. L’accusa del processo, avviato nel 2015, parla di gestione di scarti pericolosi, conferiti senza trattamento per renderli inerti (es. rame e nichel), con la sola mescola con altro materiale di costruzione (Rilcem ovvero il misto cementato stabilizzato venduto dalla società), scarti che sarebbero stati poi rimessi nel circuito edile in quantità (tonnellate di rifiuti) di concentrazioni fino a 6 volte superiore alla normativa italiana. Gli inquinanti sono finiti in molti sottofondi stradali o di parcheggi in Veneto (terza corsia A4 e park aeroporto di Venezia i casi più noti). (Il Gazzettino del 18 febbraio 2025).

4.11. Inchiesta a Treviso per il rogo della Superbeton di Susegana (TV).

La Procura di Treviso ha accusato di incendio colposo il titolare della Superbeton Roberto Grigolin e altri 4 indagati (reato contestato incendio colposo aggravato), per l’incendio avvenuto il 26 settembre 2019 che aveva distrutto un’intera ala dello stabilimento di Susegana e prodotto un grave inquinamento ambientale. La Procura ritiene che si sia trattato di negligenza, imprudenza e imperizia relativamente alla prevenzione degli incendi e dei decreti attinenti alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il rogo, a detta della Procura, sarebbe stato scatenato dalla mancata rimozione delle pinze di una saldatrice e di alcuni morsetti collegati alla Betoniera su cui erano stati eseguiti dei lavori di saldatura. I circuiti subirono quindi, dopo diverse ore di utilizzo, il surriscaldamento che sfociò in cortocircuito che provocò l’incendio. Inoltre, l’operaio che effettuò la saldatura era sprovvisto del patentino di saldatore. In udienza in Tribunale a Treviso (PM Giovanni Valmassoi, GUP Marco Biagetti) il 18 febbraio 2025, i legali della difesa hanno respinto le accuse e hanno dato una diversa versione dei fatti (cablaggio dei cavi) che avrebbero provocato l’incendio. Il GUP ha rinviato al 1° aprile 2025 la decisione se disporre il rinvio a giudizio o l’archiviazione del reato contestato. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 19 aprile 2025).

4.12. Sequestrati 15mila articoli a Rovigo.

La Guardia di Finanza di Rovigo ha sequestrato in 3 negozi della provincia di Rovigo articoli ritenuti pericolosi (lampade elettriche, lampade di sale, bigiotteria, incensi e profumatori) perché privi di avvisi di utilizzo o di sicurezza previsti dalla normativa. Oltre al sequestro, sono stati multati gli esercizi commerciali gestiti da cittadini stranieri a Adria, Occhiobello, Rovigo. (Corriere del Veneto del 27 febbraio 2025).

  1. Pubblica Amministrazione (corruzione, danni patiti, peculato, truffa).

5.1. Inchiesta Palude a Venezia.

La Corte di Cassazione ha affermato che il memoriale rivenuto nel computer di Derek Donadini (vice capo gabinetto di Cà Farsetti) non può essere utilizzato come richiesto dai PM Terzo e Baccaglini. Altrettanto vale per la bozza di protocollo d’intesa (memorandum of understanding) che il legale della Porta di Venezia aveva inviato sempre a Donadini. La Procura contava molto su questi 2 documenti che dimostravano sia la trattativa con Ching per la vendita dell’area Pili, sia il valore dato all’area. La Corte di Cassazione, accogliendo la richiesta del legale di Donadini, dopo la perquisizione e il sequestro ha deciso “la restituzione agli aventi diritto senza trattenimento di copia dei dati”. In definitiva, la Corte di Cassazione con 8 righe scarse in tutto (per ora c’è solo il dispositivo) ha annullato le perquisizioni ai 2 collaboratori di Brugnaro e ha disposto che i dati e documenti acquisiti non potranno essere utilizzati ai fini processuali. La Procura sarà quindi obbligata a rifare l’elenco della documentazione, ma soprattutto a valutare i tempi e il perimetro delle acquisizioni documentali per i 30 indagati, tra cui il sindaco Brugnaro. Le difese puntano decisamente a fra invalidare interrogatori e sequestri.

Riemerge dai verbali degli interrogatori l’ipotesi di turbativa d’asta in una gara di AVM (pulizie dei bus) con possibili favoreggiamenti della Open Service di Marco Rossini. Per l’accusa, i dirigenti AVM Giovanni Seno e Fabio Cacco modificarono il bando di gara, come richiesto dall’ex assessore Boraso. I 2 dirigenti si sono scambiati accuse reciproche relativamente alla condotta tenuta in vari episodi.

Altra vicenda emersa dai verbali sui Pili è il parere di ARPAV che pare sia stato “addomesticato”, perché al Ministero Ambiente si doveva presentare una relazione in cui l’area doveva sembrare meno inquinata per valere di più. Il direttore ARPAV, dopo aver sentito le intercettazioni telefoniche su disposizione dei PM, ha deciso di rettificare la versione fornita, ammettendo di sapere che l’area è di proprietà del sindaco e affermando che il parere era “stato suggerito dai proprietari dell’area”. Dai verbali si apprende che la collaboratrice di Ching, Angelica Bonsignori, ha affermato: “ho deciso di allontanarmi da Luis Lotti e dal signor Ching Kwoung per non essere coinvolta in situazioni di lavoro non trasparenti, per non dire esplicitamente illegali”.

Negli stessi giorni, il principale accusatore, Claudio Vanin, è stato condannato a 8 mesi per tentata estorsione a Treviso.

Sono diventati pubblici gli interrogatori dei soci della Mafra Gestioni srl, Francesco e Carlotta Gislon (padre e figlia). I Gislon hanno raccontato agli inquirenti le pressioni provenienti dall’ex assessore Boraso per farsi pagare (tra i documenti compare una spesa di 100mila euro, oltre alle fatture tutte fittizie, di lavori in casa dell’assessore). Un capitolo a parte riguarda la sponsorizzazione della Reyer. La CGIL di Venezia ha comunicato l’intenzione di costituirsi parte civile nel processo all’ex assessore Boraso perché durante il suo mandato non si è fatto scrupolo di “denigrare i lavoratori”, in particolare quelli del suo assessorato e di ACTV Spa.

L’udienza del 13 febbraio 2025 ha visto lo slittamento delle pene patteggiate tra difese e PM in quanto l’ex assessore Boraso ha chiesto tempo per restituire i 400mila euro del patteggiamento. Gli altri 3 imprenditori che hanno patteggiato hanno chiesto la fine degli arresti domiciliari. Il GUP Carlotta Franceschetti ha fissato quindi una nuova udienza per il 16 maggio 2025. Comune, Città Metropolitana e le società partecipate AVM, ACTV, Casinò hanno chiesto la costituzione di parte civile con la richiesta di 5,2 milioni di euro (comprensivi dei danni d’immagine) all’ex assessore Boraso. IL GUP ha ammesso tutte le parti civili che lo hanno chiesto. La CGIL di Venezia ha depositato una memoria e annunciato che si costituirà più avanti. Si attende a ore la chiusura delle indagini, con relativa richiesta del rinvio a giudizio degli indagati per il secondo troncone che riguarda il sindaco Brugnaro e il magnate Ching. L’accusa ritiene che per aprile 2025, dopo gli eventuali interrogatori di chi dovesse chiederli, conta sul rinvio a giudizio per unificare i due tronconi in un’unica maxi udienza il 16 maggio 2025. Nel pomeriggio del 14 febbraio 2025 sono state notificate ai 34 indagati rimasti la conferma dei capi di imputazione. I nomi più attesi sono il sindaco Brugnaro e i suoi più stretti collaboratori (Ceron e Donadini), accusati di corruzione per la vicenda della vendita dei Pili e di palazzo Papadopoli. Per quanto attiene le società controllate del Comune, ci sono i dirigenti di AVM/ACTV (Seno e Cacco), il direttore del Casinò (Alessandro Cattarossi) e la direttrice di Insula (Alessandra Bolognin). Per tutti ci saranno 20 giorni di tempo per studiare gli atti e definire le strategie difensive, con la possibilità di essere interrogati dai PM. IL GUP ha disposto il 15 febbraio 2025 la revoca degli arresti domiciliari per i 3 imprenditori che hanno patteggiato (con parere favorevole dei PM). Resta agli arresti domiciliari l’ex assessore Boraso, che non ha fatto richiesta di libertà sino all’udienza del 16 maggio 2025.

Dalla documentazione depositata dai PM, sono emersi documenti provenienti dagli uffici di Umana su progetti e contratti dei Pili (bozze di 29 pagine nella cartellina Reyer), che costituiscono le cd “nuove prove” sulla trattativa per la cessione dell’area al magnate Ching. Ci sono anche gli interrogatori delle persone informate sui fatti: i 2 architetti Luciano Parenti, che aveva firmato un primo progetto dell’area nel 2010, e Fabio Valeriani, fiorentino che aveva messo in contatto il sindaco e Ching.

Un’altra vicenda riguarda il piano per il parcheggio di Tessera: dalla deposizione di novembre 2024 dell’imprenditore Benetazzo riemerge la trattativa, poi fallita e osteggiata da Save Spa, per realizzare un’area di sosta vicino all’aeroporto, il tutto pare condito da una cifra versata all’assessore per l’interessamento.

Con le aggiunte degli ultimi documenti, le pagine dell’inchiesta sono ben 36mila e le chiavette USB sono in consegna ai legali dei 34 indagati (tra cui alcuni nomi nuovi). La data limite per farsi interrogare o depositare memoriali è fissata per il 6 o 8 marzo 2025, con i PM che riconoscono la necessità di qualche flessibilità motivata. Tra i nuovi atti del fascicolo ci sono alcune acquisizioni eseguite negli uffici di Umana a Marghera riguardanti l’area dei Pili. Nel nuovo elenco degli indagati entra il commercialista mestrino Gianluca Vidal, che con Boraso e Ormanese deve rispondere della vicenda relativa alla vendita dei terreni di IVE (società pubblica ora in liquidazione).

Tra i nuovi documenti, c’è una mail che prolunga la questione della vendita dell’area Pili al 2019.

Una volta terminata questa fase, i 2 PM titolari dell’inchiesta chiederanno il rinvio a giudizio che dovrà essere vagliato da un giudice per le indagini preliminari. Rimane possibile la riunificazione dei filoni processuali nelle mani dello stesso giudice all’udienza del 16 maggio 2025.

(Corriere del Veneto e La Nuova Venezia del 4 febbraio 2025; Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 5 febbraio 2025; Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 6 febbraio 2025; La Nuova Venezia del 7 febbraio 2025; L’Arena del 13 febbraio 2025;, Il Corriere del Veneto, Gazzettino e La Nuova Venezia del 11, 12, 13 e 14 febbraio 2025; Corriere del Veneto del 15 febbraio 2025; Corriere del Veneto, La Nuova Venezia del 16 febbraio 2025; Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 18, 20, 21 febbraio 2025; Il Gazzettino del 17 e 19 febbraio 2025; Corriere del Veneto, IL Gazzettino e La Nuova Venezia del 25 febbraio 2025).

5.2. Olimpiadi Milano- Cortina 2026, procedure e controlli.

Nell’ultimo anno, fa sapere il Ministero dell’Interno, sono 1.373 le imprese italiane (4 straniere) che hanno chiesto e ottenuto il via libera per la white list della struttura antimafia del Viminale per partecipare agli appalti pubblici da 3,6 MLD di euro per le Olimpiadi Invernali 2026 (cd manifestazioni di interesse). Il grosso delle imprese è proveniente da Lombardia, Lazio e Campania. Sono sotto monitoraggio antimafia 217 aziende. Il Ministro dell’Interno che ha emanato una direttiva specifica ai Prefetti delle località interessate dall’evento dove chiede accessi ispettivi ai cantieri per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose. La Fondazione Milano Cortina 2026 ha posto in risalto la grande attività di cyber security contro pirati informatici e attacchi cibernetici. A un anno dal via dei Giochi, è cresciuta la spesa da 1,63 MLD di euro a 6 MLD di euro (quasi 3 MLD di euro di infrastrutture stradali). Altro tema riguarda i costi dei biglietti, con ticket per ogni evento messi in vendita a migliaia di euro cadauno. C’è un lungo elenco di opere da realizzare in tempi sempre più ristretti a Cortina, tra cui la nuova funivia Apollonio- Socrepes (trasporto a fune dal centro di Cortina alla pista Olimpia sulle Tofane) finalmente approvato il Via il 5 febbraio 2025 con 17 prescrizioni (tutela del paesaggio, sicurezza idraulica, stabilità dei versanti, impatto attività cantieristiche, mobilità, inquinamento atmosferico, rumore, protezione della fauna, risparmio energetico). A breve, si terrà la conferenza dei servizi convocata da SIMICO per il bando di gara per il cantiere da ultimare (solo in parte) in 10 mesi. Il grosso delle opere edilizie (2 piani sotterranei di parcheggi e il raddoppio dell’edificio della cabinovia che ospiterà negozi) sarà fatto entro il 2028. Altri cantieri olimpici ubicati a Cortina sono: la pista da bob con i test al tracciato programmati per la settimana di fine marzo 2025; il villaggio olimpico a Fiames, che non è ancora partito (per ora sono state mandate in produzione solo le cassette che ospiteranno gli atleti). Cresce pure la spesa a carico della Regione, con un contributo chiesto e ottenuto da SIMICO di 7,32 ML di euro per un nuovo bacino per la produzione di neve artificiale per la pista Olimpia, in aggiunta a quella esistente di Col Drusciè, e il sistema integrato di mobilità intermodale nel Comune di Cortina d’Ampezzo. Altro tema molto caldo è la disponibilità ricettiva ridotta (molti alberghi saliti a 5 stelle sono in ristrutturazione che non sarà terminata per febbraio 2026). Il rischio avvertito dalla popolazione è che il business economico sia per pochi, mentre i disagi e l’aumento del costo della vita per tutti. Preoccupa anche il cd fenomeno dell’overtourism di montagna che deve essere attentamente gestito, pena il collasso ambientale di un territorio fragile e delicato. Nella notte del 20 febbraio 2025 un tubo dell’impianto di refrigerazione lungo 12 metri e pesante qualche centinaio di chili è stato trovato di traverso in una strada di servizio della pista da bob. SIMICO ha depositato una denuncia parlando di sabotaggio, a 3 giorni dalla visita del CIO all’infrastruttura. La prefettura di Belluno ha disposto maggiore sorveglianza dei cantieri. Dopo le prime ore e le tantissime accuse al mondo ambientalista, si attende l’esito della visione delle telecamere sui possibili responsabili. La Procura di Belluno ha aperto un’inchiesta. La Procura di Belluno ha aperto un fascicolo di indagini sul tubo trovato in strada, dove sono molti i punti critici (orari del fatto, peso e stato del tubo, la sorveglianza del cantiere, la videosorveglianza). La FNSI con un comunicato ha definito inaccettabili le dichiarazioni contro la stampa libera e indipendente, plurale e autorevole che riporta i fatti e dà voce a tutte le posizioni in campo. Gli ambientalisti hanno dichiarato di non essere disposti ad essere accusati di sabotaggio a prescindere, per un evento che ricorda la vicenda recente dei disservizi ferroviari.

Hanno nel frattempo preso avvio i lavori del villaggio olimpico con la prima fase del cantiere di Fiames (taglio degli alberi) e gli sbancamenti dell’area per un appalto da 39 milioni di euro.

ANAC ha espresso un parere di 16 pagine sulla Fondazione Milano Cortina per motivare che si tratta di ente di diritto pubblico, come sostenuto dalla Procura di Milano, e quindi contestando sul merito il decreto legge del Governo del 11 giugno 2024. Per ANAC ci sono tutti e 3 i requisiti richiesti dalle norme: le direzioni sono di nomina pubblica; realizzare un sistema di interesse pubblico di portata generale; la Fondazione non opera in regime di concorrenza e non assume rischi d’impresa visto che eventuali deficit sono saldati dagli enti pubblici. Dalla valutazione del sito della Fondazione alla pagina “amministrazione trasparente” le sezioni appaiono carenti e la violazione degli obblighi di trasparenza comporta una specifica sanzione amministrativa ANAC. La Fondazione ha deciso il ricorso al TAR Lazio avverso al parere ANAC. L’interpretazione è da parecchi mesi oggetto di un braccio di ferro tra Governo e Procura di Milano che ha avviato un’inchiesta per il presunto reato di corruzione, ritenendo che l’ente fosse pubblico. Il Governo invece ritiene sia privato. L’ANAC rafforza con questo parere l’interpretazione degli inquirenti. Il ministro Abodi afferma che la Fondazione MICO 2026 deve essere una casa di vetro, disponendo un approfondimento tecnico giuridico in materia di trasparenza.

Con una nota, Federalberghi Belluno fa presente il caos logistica e trasporti in cui si trovano ad operare a pochi mesi dall’evento. In particolare il ritardo sul piano della mobilità (visto che molti clienti alloggeranno lontano da Cortina) rende problematica qualsiasi informazione relativa a partecipazione alle gare, servizio navette, viabilità interna ai paesi cadorini, ecc.

Firmato l’accordo in 11 pagine per garantire la sicurezza nei cantieri con il Ministero dell’Interno dal direttore della struttura per la prevenzione antimafia, Paolo Canaparo, dai rappresentanti di 10 organizzazioni datoriali e dalle organizzazioni sindacali, tra cui la Fillea CGIL. L’accordo prevede sicurezza, regolarità e qualità del lavoro volte ad intercettare le situazioni di opacità e illiceità nelle condotte imprenditoriali che incidono sulla genuinità delle commesse, sulle condizioni di lavoro e sulle tutele dei lavoratori. Al centro delle attenzioni le cd zone grigie quali somministrazione abusiva di lavoro, contratti di appalto e distacchi fittizi, sfruttamento lavorativo e caporalato, dumping salariale e contrattuale, evasione contributiva e previdenziale. In definitiva si punta per i circa 6mila lavoratori edili dei cantieri delle Olimpiadi a lavoro sicuro con badge, patente a punti, divieto del subappalto a cascata, contrasto efficace al dumping contrattuale e salariale.

La Prefettura di Verona il 28 febbraio 2025 con i controlli antimafia stacca 2 interdittive per imprese del settore costruzioni (1 di Verona e 1 di Legnago) legate a figure di spicco dell’ndrangheta crotonese. Il controllo è avvenuto a Verona in quanto la sede legale della società è in questa provincia, ma le attività in appalti pubblici riguardavano tutti i cantieri delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. La Prefettura di Verona ha altre 10 società con verifiche antimafia in corso.

(Il Sole 24 ore del 3 febbraio 2025; La Repubblica del 6 febbraio 2025; Decreto Regionale N°734 del 30 dicembre 2024 del direttore alle Infrastrutture; Il Gazzettino del 3 e 7 febbraio 2025; La Nuova Venezia del 6,7, 12,19, 20 febbraio 2025; Corriere del Veneto del 20 febbraio 2025; Corriere della Sera, L’Arena e Il Giornale di Vicenza del 22 febbraio 2025; L’Arena, Corriere della Sera, Corriere del Veneto e il Giornale di Vicenza del 23 febbraio 2025; Il gazzettino e La Nuova Venezia del 24 febbraio 2025; Corriere del Veneto, Il Gazzettino, La Nuova Venezia e Il Sole 24 Ore del 25 febbraio 2025; Corriere della Sera del 26 febbraio 2025; Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 27 febbraio 2025; Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 28 febbraio 2025;, Corriere del Veneto e L’Arena del 1 marzo 2025)

5.3. Archiviata la maxi inchiesta tra Friuli e Veneto “operazione Grande Tagliamento”.

Disposta l’archiviazione (GIP del Tribunale di Gorizia Fabrizia De Vincenzi) della maxi inchiesta sul cartello degli appalti (150 gare d’appalto per il valore di 1 MLD di euro tra il 2015 e il 2018) a causa delle poche prove e dei termini di prescrizione. Le accuse della Procura di Gorizia (PM Giulia Cappella che ha ereditato da poco il fascicolo dai colleghi) erano relative ad appropriazione indebita e turbativa d’asta, con 195 indagati, perquisizioni a 220 soggetti privati e 120 società di costruzione. Gli inquirenti avevano ipotizzato un meccanismo di spartizione a tavolino di importanti appalti pubblici in 12 Regioni italiane (tra cui il Veneto), utilizzando nella frode sia l’uso di materiali scadenti, non certificati e difformi da quelli dichiarati, sia un grosso inquinamento ambientale (prelevamento di forti quantità di ghiaia e sabbia dall’Isonzo e dal Tagliamento superiore a quella consentita). Le opere messe sotto controllo dall’inchiesta, per quanto attiene Friuli e Veneto, erano: Terza corsia autostradale da Venezia a Trieste; manutenzioni strade regionali del Friuli e Veneto; Superstrada Pedemontana Veneta; riqualificazione aeroporto Ronchi dei Legionari, Venezia, Treviso e Verona; riqualificazione corso Italia a Gorizia appalto che aveva fatto scattare l’inchiesta. La grande ampiezza e complessità delle accuse si è subito scontrata con la difficoltà di ottenere prove tali da reggere in sede processuale. Il 12 dicembre 2024 la GIP ha disposto l’archiviazione (tenendo conto delle nuove norme della giustizia penale) perché il reato di inquinamento ambientale dispone di prove insussistenti che “non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna o di applicazione di una misura di sicurezza diversa dalla confisca”. (La Nuova Venezia del 6 febbraio 2025).

5.4. Croce Verde di Padova, esposto in Procura per delibere dell’Ente non conformi allo Statuto.

Un gruppo di volontari della Pia Opera croce Verde di Padova hanno depositato un esposto in Procura della Repubblica di Padova per delibere, a loro parere, non conformi allo Statuto della Pubblica Misericordia (servizio di assistenza e trasporto malati per conto della Regione Veneto). Tra i firmatari dell’esposto ci sono due ex presidenti dell’Ente (Carlo Bermone e Andrea Franco). Il 5 febbraio 2025 il consiglio direttivo ha decretato la sospensione per 1 anno (il massimo consentito) di 7 volontari firmatari dell’esposto denuncia perché non avrebbero rispettato le regole dell’Ente rivolgendosi a organi esterni. I 7 denuncianti sostengono che non vige nessun obbligo di informare gli organi interni e che si sono mossi unicamente per difendere la correttezza dell’Ente. Paolo Castellani, delegato del Comune di Padova nell’Ente, si è dimesso in polemica con la decisione suddetta e la nomina di Silvia Alibardi, vicesindaco di Saonara, alla carica di nuovo segretario generale. Il tutto in uno scambio di accuse sulla politicizzazione della vicenda e sul risanamento del bilancio. In Comune a Padova il 27 febbraio 2025 si è tenuta la Commissione Consiliare con accuse reciproche a conferma delle tensioni esistenti nell’ente. 150 volontari hanno firmato una petizione di “reintegro” dei 7 sospesi, ritenendo esagerata la sanzione. Infine la Croce Verde ha deciso un’azione legale nei confronti di Azienda Ospedaliera di Padova e Azienda ULSS N°6 per “illecito arricchimento” capitolo dei mancati ristori dei contratti sottoscritti negli anni per i trasporti effettuati dalla Croce Verde. (Il Gazzettino del 7,10, 11 febbraio 2025; Corriere del Veneto del 11 febbraio 2025; Il Mattino di Padova del 11 e 12 febbraio 2025; Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 28 febbraio 2025)

5.5. Dirigenti di Veneto Strade Spa a processo per la buca fatale nella nuova statale del Santo a Cadoneghe (PD).

Il GUP Domenica Gambardella del Tribunale di Padova ha deciso il 10 febbraio 2025 in udienza preliminare di rinviare l’udienza per la morte del motociclista per l’avvallamento della strada regionale N°308 al 5 maggio 2025 (vedi news 5.7. del rapporto di legalità gennaio 2025). Il PM Andrea Girlando della Procura di Venezia ha chiesto il rinvio a giudizio dei 2 dirigenti di Veneto Strade, responsabili delle manutenzioni delle strade regionali, indagati per il reato di omicidio colposo stradale in concorso per negligenza, imprudenza e imperizia. I risultati dell’incidente probatorio disposti dal GIP Maria Luisa Materia avevano confermato il cattivo stato dell’infrastruttura e la pavimentazione irregolare. Il GUP ha ammesso al processo le parti civili (familiari e Associazione familiari vittime della strada). Il rinvio si è reso necessario per la pronuncia del GUP sulla richiesta di citazione della società Veneto Strade Spa come responsabile civile della morte del 4 febbraio 2023. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Mattino di Padova e La Nuova Venezia del 11 febbraio 2025).

5.6. Falsi green pass a Verona, 283 indagati, raffica di richieste di patteggiamenti.

Si è svolta l’udienza preliminare in Tribunale a Verona (Giudice Livia Magri) il 13 febbraio 2025 per i falsi green pass, con 60 indagati che vanno a giudizio e tutti gli altri 223 che hanno scelto riti alternativi. La maxi inchiesta del 2021 a cura dei NAS dei Carabinieri di Padova aveva scoperchiato una produzione di falsi vaccini a Verona. Il medico responsabile dei certificati falsi, titolare di 2 ambulatori in città, è già uscito dal processo patteggiando 3 anni e 10 mesi di carcere e 2 anni e 10 mesi di interdizione dai pubblici uffici. L’accusa sostenuta dal procuratore capo Raffaele Tito ha riportato i vari reati da falsità ideologica, corruzione, attività di promozione per procacciare i clienti dei falsi vaccini. La prossima udienza è prevista per il 9 aprile 2025.

5.7. Evasione IMU e altri tributi comunali nel Cadore.

La Guardia di Finanza di Belluno, dopo un’indagine durata 1 anno (operazione Nemo Est) ad Auronzo e dintorni, ha scovato 150 proprietari di immobili, tra persone fisiche e società attive nel turismo, con finta residenza ai fini di evadere l’IMU e altri tributi dovuti agli enti locali. Le agevolazioni sono tante oltre all’IMU, tra cui i benefici per il mutuo prima casa, le tariffe su energia elettrica, acqua e gas, raccolta rifiuti. Gli accertamenti sono avvenuti con l’incrocio di fatture, consumi e attestazioni varie. Molti proprietari abitano stabilmente nelle province venete ed emiliane, ma fanno figurare questa proprietà alla moglie o figli e non come seconda casa. I valori evasi o elusi sono 850mila euro nel settore turistico immobiliare e 550mila euro di imposta di registro e sostitutiva. Disposta la comunicazione per il recupero delle quote non pagate. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 14 febbraio 2025).

5.8. Processo a Padova per la curva dello stadio Euganeo.

Riprende il processo relativo alla curva dello stadio Euganeo a Padova, con la seconda udienza (7 imputati) svolta il 13 febbraio 2025 (giudice Giulia Leso). Respinta la richiesta dei legali dei 2 funzionari comunali accusati di subappalto illecito sulla possibilità di lunghezza della pena con la prossima udienza il 10 aprile 2025. Tra i testi dell’accusa (PM Benedetto Roberti), c’è l’assessore allo sport Diego Bonavina. Il Comune di Padova si è costituito parte civile ed ha avanzato una richiesta di risarcimento danni per 2,7 milioni di euro. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino del 14 febbraio 2025).

5.9. Arrestato pedofilo a Rovigo con ingente quantità di foto e video a casa; operazione regionale contro i pedofili.

La Polizia postale del Veneto ha arrestato per pedopornografia, il 12 febbraio 2025, un soggetto rodigino trovato con centinaia di foto e video di bambini nella propria abitazione. Il materiale è stato classificato come ingente ai fini dell’interrogatorio di garanzia e la possibile condanna. È stata chiesta la misura cautelare in carcere per evitare il pericolo di reiterazione di analoghi reati e per la gravità dei fatti contestati. L’intervento segue di pochi giorni l’operazione “Viper 2” (vedi news 5.11. del rapporto di legalità di gennaio 2025). L’interrogatorio di garanzia si è svolto il 14 febbraio 2025 ed ha visto la convalida dell’arresto. Il GIP Lavinia Messori ha deciso di trasmettere per competenza gli atti alla Procura distrettuale di Venezia. Sulla stessa inchiesta si sono attivate altre azioni di prevenzione. La Polizia postale del Veneto, congiuntamente ad altri nuclei nazionali di attività della Polizia di Stato, ha condotto 7 perquisizioni autorizzate dalla Procura di Venezia (PM Giovanni Zorzi e Federica Baccaglini) in abitazioni di uomini residenti in Veneto, attivi nella diffusione e detenzione di ingenti quantità di materiale pedopornografico. Il materiale contiene foto di minori diffuse in rete ed è stato sequestrato. Al termine delle perquisizioni 6 soggetti sono stati arrestati e il 7° denunciato in libertà. L’operazione cd “custodia Pro Spes” ha visto 1 arrestato in provincia di Belluno, 1 a Verona, 2 a Padova, 2 a Venezia. Per ora non c’è la contestazione di reato associativo nei confronti degli arrestati. Il caso più grave, perché recidivo, riguarda un uomo di Martellago (VE), scoperto con un vero e proprio archivio classificato e custodito con cura di migliaia di file a sfondo sessuale con bimbi in tenera età. L’uomo è stato arrestato e portato in sezione protetta al carcere di Gorizia.

La inchiesta nazionale della Procura di Catania con perquisizioni in 55 città italiane e 34 arresti contro la pedopornografia ha interessato anche Verona con perquisizioni in città e sequestro di materiale giudicato interessante per le indagini da parte degli inquirenti. (Corriere del Veneto del 14, 15 febbraio 2025; Corriere del Veneto, La Nuova Venezia e Il Gazzettino del 18 febbraio 2025; L’Arena, Corriere del Veneto del 22 febbraio 2025: L’Arena del 1 marzo 2025).

5.10. Minacce e incendi a Vigonza (PD) contro il funzionario del Comune, in 4 a processo.

L’udienza processuale è stata fissata per il 24 aprile 2025, in Tribunale a Padova, con alla sbarra la famiglia Arcolin (Silvano, Teo, Beatrice Zaramella, Rosetta Maschio) per minacce e 2 attentati incendiari (casa e auto) ai danni del capo dell’ufficio tecnico del Comune di Vigonza (e ad un’altra famiglia), che aveva negato il permesso all’azienda di autotrasporto di poter parcheggiare in un’area del Comune i propri mezzi (vedi news 2.1. del rapporto di legalità di maggio 2024). La ditta aveva realizzato un abuso edilizio, mai sanato, trasformando un’area agricola in un centro logistico illegale. Nell’udienza del 12 febbraio 2025 si sono costituite le parti civili con richieste risarcitorie di 2,1 milioni di euro. Oltre al Comune di Vigonza e al tecnico comunale, si sono costituite le famiglie di via Rigato che hanno subito danni e minacce da padre e figlio Arcolin. Il PM Francesco Lazzeri della Procura di Padova ha raccontato una serie di episodi, tra cui le minacce al sindaco di Vigonza (a sua volta finito sotto protezione notturna). L’udienza in Tribunale a Padova del 19 febbraio 2025 ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del PM Lazzeri per i coniugi Arcolin- Maschio e il figlio Teo e la moglie per atti persecutori, incendio doloso, minacce e resistenza a pubblico ufficiale. Il giudice ha disposto la fine degli arresti domiciliari per padre e figlio Arcolin, con il solo obbligo di dimora nei comuni di residenza, sino a processo. (Il Gazzettino del 12 febbraio 2025; Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 13 e 20 febbraio 2025; Corriere del Veneto del 20 febbraio 2025).

5.11. Maltrattamenti in casa di riposo a Alano di Piave (BL), 9 indagati.

Nel maggio 2023, secondo l’accusa, 36 anziani ricoverati nella struttura privata Casa per ferie Istituto San Vincenzo di Alano del Piave nel comune di Setteville, sono stati vittime di maltrattamenti (cinture di contenzione, pizzicotti, spintoni), oltre al fatto che i trattamenti sanitari erano assicurati da personale privo di qualifica di infermiere. L’udienza preliminare si è svolta in Tribunale a Belluno il 25 febbraio 2025, con le famiglie degli anziani ricoverati che si sono costituite parte civile. I legali delle difese dei 9 indagati (tra cui i coniugi titolari della struttura socio sanitaria) respingono le accuse, puntando al patteggiamento con i PM da avanzare al GIP nella udienza p.v. (Corriere del Veneto del 27 febbraio 2025).

5.12. Sospesi 2 titolari di farmacia a Vicenza per la vicenda della badante Killer.

Il giudice Mantovani (PM Pinna) del Tribunale di Vicenza ha deciso 1 anno di stop per i titolari di 2 farmacie (1 a Vicenza e 1 a Grisignano di Zocco), responsabili di aver venduto in grande quantità Benzodiazepine senza ricetta alla badante Paola Pettinà, ritenuta responsabile di 4 omicidi e 5 tentati omicidi tra gli anziani assistiti per le cure (vedi news 5.8. del rapporto di legalità dicembre 2024). I 2 figurano già nel registro degli indagati per le grandi vendite di farmaci. Sono decine le farmacie vicentine e padovane oggetto delle indagini perché avrebbero venduto farmaci alla Pettinà senza la ricetta bianca. (Il Giornale di Vicenza, Il Gazzettino e Corriere del Veneto del 28 febbraio 2025; Il Giornale di Vicenza del 1 marzo 2025).

  1. Droga (narcotraffico, spaccio di grosse quantità, situazioni di allarme sociale).

6.1. Arresto a Tezze sul Brenta (VI) con un chilo di droga nello zaino.

Un giovane di Tezze sul Brenta è stato arrestato dai Carabinieri di Rosà con un chilo di marijuana e hashish nello zaino. Individuato dai Carabinieri, il giovane ha collaborato nel fornire informazioni su dove aveva nascosto la droga. Il 1 febbraio 2025 è comparso davanti al GIP per l’interrogatorio di garanzia dove è stata confermato l’arresto ai domiciliari con l’obbligo della firma settimanale alla caserma dei Carabinieri. (Il Giornale di Vicenza del 2 febbraio 2025).

6.2. Due arresti per droga a Albignasego (PD).

I Carabinieri hanno effettuato un controllo di un’auto la mattina del 30 gennaio 2025. Hanno trovato 2,3 chili di cocaina dentro due scatole di scarpe e cinque mazzette di denaro per 49mila euro in contanti. Disposto l’arresto in carcere al Due Palazzi di Padova dei 2 uomini in auto, già noti alle forze dell’ordine. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 4 febbraio 2025).

6.3. Arresto a Legnago (VR) con 4 chili di droga.

Un giovane è stato fermato dai Carabinieri che hanno poi disposto la perquisizione dell’abitazione a Legnago. Nell’abitazione è stata trovata droga nascosta in ogni stanza: 1,9 chili di eroina, 2 chili di hashish, oltre a cocaina e marijuana. Il GIP Maria Cecilia Vittolla del Tribunale di Verona, alla fine dell’interrogatorio di garanzia del 5 febbraio 2025, in cui il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha convalidato l’arresto in carcere. (L’Arena del 7 febbraio 2025).

6.4. Condanna a Verona per chili di cocaina venduti nel basso lago.

Sono stati condannati in Tribunale a Verona (GUP Luciano Gorra) 3 giovani stranieri per cocaina venduta a chili nei comuni del basso lago di Garda, nel periodo tra giugno e ottobre 2022. I Carabinieri hanno provveduto all’arresto dopo mesi di indagini tra Castelnuovo, Peschiera, Lazise e altri comuni della sponda veronese del lago. La condanna, emessa in udienza il 7 febbraio 2025, è di 11 anni di carcere e 42mila euro di multa. (L’Arena del 8 febbraio 2025).

6.5. Blitz contro lo spaccio a Mira (VE) con 12 arresti.

I Carabinieri, dopo 2 anni di indagini (2023-2024), hanno smantellato con un blitz il 12 febbraio 2025 una banda italo-albanese che disponevano di una batteria di picchiatori (ex pugili) per gli incassi della vendita di cocaina. La base operativa era a Mira e un capannone a Cazzago di Pianiga (VE) serviva per deposito e smistamento della cocaina. La droga veniva spacciata in tutta la riviera del Brenta, a Padova e a Treviso. Sono 14 i sottoposti a misure cautelari (11 in carcere, 1 ai domiciliari, 2 obbligo di mora) e altri 3 indagati con ruolo marginale. I reati contestati sono: spaccio ed estorsione (per 6 con la recidiva). Dai libri contabili emerge il rendiconto dell’attività da 723mila euro (previsti sequestri preventivi), con la vendita mensile di 300 grammi a 100 euro al grammo (incasso da 150mila euro mensili). Sono stati arrestati 2 cittadini albanesi con 1,5 chili di droga (indagini con la collaborazione delle polizie albanesi, tedesche e spagnole). Collaborazione della polizia e magistratura albanese per arrestare 8 cittadini albanesi che hanno lasciato l’Italia. Nell’interrogatorio di garanzia disposto per il 13 febbraio 2025 tutti gli arrestati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Si conoscono nuovi particolari come la base mobile per smerciare i carichi e l’uso di palloni carichi di cocaina. Tre cittadini albanesi, tra cui il capo dell’organizzazione Gentian Doda, sono riusciti a sfuggire all’arresto e sono attivamente ricercati in vari paesi europei dove dispongono di basi logistiche. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 13 e 14 febbraio 2025).

6.6. Trovati in casa oltre 3 chili di cocaina a Noventa Vicentina.

Il soggetto cittadino straniero residente a Noventa Vicentina ha picchiato la moglie che ha dovuto ricorrere all’ospedale. Da qui la decisione dei Carabinieri di Barbarano-Mossano di fargli visita in casa il 13 febbraio 2025. Nella perquisizione sono stati trovati 3 panetti da chilo e altre dosi per oltre 3 chili di cocaina; 13mila euro con tutta probabilità il provento dell’attività di spaccio; oltre 50 cartucce. Il soggetto è stato arrestato e la madre denunciata a piede libero perché aveva provato a nascondere la droga. (Il Giornale di Vicenza del 16 febbraio 2025).

6.7. Condannato a Verona per farmacia illegale.

Un cittadino tedesco è stato bloccato per un controllo dell’auto a Bardolino del Garda ed arrestato il 23 luglio 2024. Deteneva in auto una vera e propria farmacia illegale. Dai controlli effettuati dalla Polizia di Stato, è risultato che era stato condannato per omicidio in Germania e deteneva in auto 93 fiale pronte all’uso di Fentanyl (la droga degli zombie) e testosterone, droga (cocaina e marijuana), una pistola dalla matricola abrasa, sostanze dopanti, coltelli. Tutto il vario materiale è stato sequestrato, insieme a 3.400 euro in contanti. Il soggetto è comparso in Tribunale a Verona il 21 febbraio 2025 (GUP Luciano Gorra) e condannato a 4 anni, 8 mesi e 40mila euro di multa. (L’Arena del 22 febbraio 2025).

6.8. Prima condanna a Treviso alla baby gang dello spaccio.

L’unico maggiorenne della banda di Vedelago (TV) è stato condannato in Tribunale a Treviso (GUP Piera De Stefani) a 4 anni di reclusione per il reato di estorsione (pagamento della droga). Il legale difensore del giovane 19enne ha annunciato Appello. Per gli altri 16 indagati sarà competente la Procura dei minori di Venezia: tra le varie accuse c’è anche lo spaccio di sostanze stupefacenti e rapina. La vicenda era stata resa nota a novembre 2024, con il blitz dei Carabinieri e il sequestro di chili di hashish e 4.600 euro contanti rinvenuti a casa del giovane condannato, probabile provento attività di spaccio (vedi news 6.14. del rapporto di legalità di novembre 2024). (Il Gazzettino e la Tribuna di Treviso del 12 febbraio 2025).

6.9. Fermato corriere albanese con 3 chili di cocaina a Mestre (VE).

Il giovane cittadino albanese è stato fermato per un controllo dalla Polizia di Stato a Mestre e trovato in possesso di 3 chili di cocaina. La droga è stata sequestrata ed è stato disposto l’arresto su decisione del PM di turno Giovanni Zorzi della Procura di Venezia. Chiesta la convalida dell’arresto al GIP Benedetta Vitolo. Il giovane si è difeso sostenendo che non era a conoscenza di cosa contenesse il pacco ma solo che doveva custodirlo e consegnarlo. Le indagini sono in corso per costruire la filiera della droga. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 11 febbraio 2025).

6.10. Anziano deteneva in garage a Padova chili di droga.

Un anziano 79enne residente in case popolari ATER di via Fornace Morandi all’Arcella, già noto alle forze dell’ordine per analoghi precedenti reati, deteneva nel garage condominiale 83 grammi di cocaina e 2 involucri da 1,2 chili di hashish confezionati in panetti da 100 grammi cadauno. La Procura di Padova data l’età ha disposto l’arresto domiciliare. (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 11 febbraio 2025).

6.11. Processo per droga al carcere Due Palazzi di Padova, chieste condanne per oltre 6 anni.

Il filone d’inchiesta è relativo al fiume di droga gestito dal clan familiare Gianduzzo di San Donà di Piave che riforniva i bisogni del carcere Due Palazzi. In udienza di primo grado a rito abbreviato il 13 febbraio 2025, il PM Benedetto Roberti della Procura di Padova (GUP Laura Alcaro) ha chiesto 4 anni di carcere per l’avvocato Susan Di Biagio (usava i colloqui dei legali per portare all’interno del carcere le partite di droga), 2 anni e 8 mesi per il detenuto Francesco Venturi (legato sentimentalmente alla Di Biagio). Ha chiesto di patteggiare la pena Thomas Gianduzzo, un altro detenuto. Il GUP leggerà la sentenza il 13 marzo 2025. Hanno scelto il processo di primo grado a rito ordinario altri 4 indagati tra cui Alex Gianduzzo (padre di Thomas), ritenuto il capo della banda di spaccio al Due Palazzi, ergastolano responsabile di aver freddato a Ceggia (VE) nel 2003 due venditori di cocaina albanesi. Lo spaccio di droga è stato scoperto nel 2022, quando sotto un battiscopa di una cella furono rinvenute chiavette USB e personal computer per la gestione del traffico con l’esterno. Tutti gli arrestati coinvolti sono stati trasferiti in altre carceri italiane (Il Gazzettino del 14 febbraio 2025).

6.12. Arrestato a casa a Cavarzere (VE) con 1 chilo di cocaina e soldi.

I Carabinieri hanno trovato durante una perquisizione in casa di un soggetto residente a Cavarzere un chilo di cocaina, mezzo chilo di marijuana, pastiglie di ecstasy e 11.525 euro in contanti, con tutta probabilità il provento dello spaccio. Il soggetto è stato arrestato ai domiciliari, e droga e soldi sono stati sequestrati. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 18 febbraio 2025).

  1. Evasione fiscale e frodi fiscali (solo casi rilevanti!).

7.1. Evasore totale scoperta a Schio (VI), condannato a 3 anni.

In Tribunale a Vicenza il 5 febbraio 2025 (PM Augusto Corno) un cittadino straniero titolare di impresa individuale a Schio è stato condannato a 3 anni di carcere e alla confisca di 83mila euro, considerato il frutto dell’evasione totale. L’impresa di Schio fatturava utilizzando di fatto il nome di una ditta (perfettamente sovrapponibile alla Pan Montaggi) il cui domicilio era in un garage in Serbia. La Guardia di Finanza di Schio lo ha accusato di aver occultato le scritture contabili tra il 2014 e il 2019, con un fatturato accertato di 318mila euro realizzato in Italia. Quantificata in 68mila euro l’IVA evasa e in 100mila euro le tasse non pagate. La prassi utilizzata dal soggetto è quella della cd società estero vestita ai fini di evadere le tasse in Italia. (Il Giornale di Vicenza del 6 febbraio 2025).

7.2. La Guardia di Finanza scopre frode milionaria, perquisizione a Lavagno (VR).

Un imprenditore di Lavagno avrebbe acquistato crediti fittizi per 506mila euro. L’indagato è definito dalla Procura di Reggio Emilia “figura marginale” dell’operazione “Ombromanto” che vede 179 indagati (oltre a 4 società) per vari reati tributari, tra cui frodi fiscali e indebita compensazione di crediti d’imposta per 104 milioni di euro. Perquisita dalla Guardia di Finanza la ditta veronese dell’imprenditore indagato. La Procura di Reggio Emilia si è avvalsa della collaborazione di vari comandi della Giardia di Finanza per perquisizioni in molte città italiane. (L’Arena del 7 febbraio 2025).

7.3. Evasione fiscale a Giavera del Montello (TV), confiscata casa e laboratori.

L’imprenditore di nazionalità cinese con casa e laboratori a Giavera del Montello aveva sottratto alle casse dello Stato 250mila euro. Ora con la sentenza definitiva di condanna, la Guardia di Finanza di Treviso, su delega della Procura, ha confiscato al soggetto un’abitazione, un garage e 2 laboratori artigianali di proprietà di pari importo. I reati tributari di evasione fiscale sono stati commessi tra il 2014 e il 2017. I beni confiscati ora passano all’Agenzia del Demanio del Veneto che potrà destinarli a finalità pubbliche o alla vendita. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 4 febbraio 2025).

7.4. Accolto il ricorso del commercialista Penso in Appello a Venezia.

I commercialisti Penso (padre e figlio) e Venuti (e la moglie), con prestigioso studio a Padova, erano stati accusati di riciclaggio per decine di milioni di euro e di aver gestito i soldi delle tangenti di Giancarlo Galan (1,5 ML di euro) relative alla vicenda di corruzione del MOSE a Venezia. Era stato disposto nel 2019 il sequestro di 16 milioni di euro. In sede processuale nel 2024 le accuse non avevano trovato fondamento e i 4 accusati avevano beneficiato della assoluzione per il reato di riciclaggio di denaro proveniente da evasione fiscale in primo grado, e della prescrizione per il reato di riciclaggio di denaro proveniente da tangenti. Christian Penso era ricorso alla Corte d’Appello di Venezia perché riteneva la prescrizione un’ingiustizia. In Corte d’Appello il 5 febbraio 2025 le 10mila pagine dell’accusa sono state trattate senza trovare prova che il denaro sequestrato appartenesse a Giancarlo Galan. È stato disposto dalla sentenza che sia modificato dal Tribunale di Padova la formula da prescrizione ad assoluzione perché “il fatto non sussiste”. (Il Gazzettino del 5 febbraio 2025).

7.5. Denunciati 26 venditori di auto di lusso a Treviso.

La Guardia di Finanza di Treviso ha scoperto una maxi frode fiscale di imprese che piazzavano finti SUV (vetture inesistenti) on line, senza nessun requisito per il commercio, con truffa sistematica a fisco e ignari clienti. Denunciati per truffa 26 venditori di auto usate di grossa cilindrata. Le ditte avevano aperto partita IVA tra il 2022 e il 2024, senza possedere i requisiti richiesti per questa attività. Disposta la cancellazione delle 26 partite IVA (11 a Treviso, 3 a Oderzo e Carbonera, 2 a Paese, Villorba, Montebelluna, Spresiano, 1 a Roncade). Sono 26 i clienti truffati italiani e stranieri che hanno depositato la denuncia della truffa dei finti SUV in vendita. I truffatori sono stati denunciati all’AG. (La Tribuna di Treviso del 6 febbraio 2025).

7.6. Global Group e la truffa dei lingotti d’oro.

La Procura di Milano ha disposto il sequestro di beni della Global Group (con una sede a Treviso) per 23 milioni di euro (9,5 in lingotti d’oro e 13 dai conti correnti bancari), per truffa ai danni dei risparmiatori. Lo schema è il classico Ponzi, in cui la liquidazione degli interessi favolosi promessi (3-4% al mese) avveniva con i soldi dei nuovi investitori. La truffa è nota come quella dei lingotti d’oro che si diceva venivano acquistati in garanzia del denaro investito. Questa vicenda trevigiana si incrocia con un’altra cd Lettonia, dal nome paese dove sono spariti i soldi (vedi news 7.3. del rapporto di legalità di gennaio 2025). I truffati dalla Global Group ammontano a oltre 100 soggetti per svariati milioni di euro. La sede di Treviso in via Municipio (a soli 2 passi dal Comune) è stata perquisita dalla Guardia di Finanza e chiusa. Le prime stime ritengono possibile una raccolta illecita di 89 milioni di euro. beffando almeno 5.000 risparmiatori in tutta Italia. Sono 7 gli indagati della Procura di Milano (5 agli arresti, 2 in carcere e 3 ai domiciliari, altri 2 tuttora irreperibili). Il capo della filiale trevigiana era il numero due della società, responsabile del coordinamento degli agenti sparsi in Italia: il veronese Nicola Meneghetti arrestato ai domiciliari a Peschiera del Garda (VR). La truffa ha potuto funzionare per ben 6 anni perché esiste la cd lentezza nel richiedere la restituzione del capitale investito. Gli investitori raggirati sono pronti alla class action, consapevoli che potrebbero aver perso tutto. (La Tribuna del 3, 5, 6, 7 febbraio 2025; Il Gazzettino del 4 febbraio 2025; L’Arena del 19 febbraio 2025).

7.7. Il buco nero delle criptovalute della NFT a Treviso.

Lo schema della truffa è sempre lo stesso (Ponzi), in questo caso con la presunta maxi frode sugli investimenti in criptovalute realizzato dalla NFT di Silea (TV) ed esplosa nell’estate 2022. La promessa del guadagno stellare (10% al mese) ha fatto da grande volano alla raccolta finanziaria degli investitori. Il procuratore capo di Treviso, Marco Martani, ha fatto sapere che, vista la mole colossale delle indagini (10mila pagine) e i diversi reati e responsabilità, rimane a Treviso il processo ai soli promotori trevigiani. Trasmesse per competenze alle altre Procure sparse per l’Italia le posizioni dei piccoli promotori improvvisati di NFT che non risiedono nella Marca e che non hanno commesso reati oltre all’abusivismo finanziario. A Treviso restano comunque oltre 100 indagati, tra cui si ipotizzano 2 filoni processuali. Nel primo rientrano i reati contestati a soci promotori e fondatori di NFT (Christian Visentin, Mauro Rizzato ed Emanuele Giullini) e ai collaboratori più stretti. In questo caso i reati contestati sono: associazione per delinquere finalizzata alla truffa; riciclaggio e autoriciclaggio. Il secondo filone processuale riguarda la rete dei promotori che hanno l’esercizio abusivo della raccolta finanziaria. (La Tribuna di Treviso del 6 febbraio 2025).

7.8. Truffa delle auto di lusso a Vicenza, 4 condanne.

Nell’udienza del 10 febbraio 2025 sono state condannate in Tribunale a Vicenza (PM Hans Roderich Blattner) 4 persone che agivano con truffe seriali nei confronti di venditori di auto di lusso usate. Adescato il venditore, la banda si faceva dare l’auto, senza pagarla, e in poche ore questa era all’estero. I reati contestati sono: associazione a delinquere finalizzata alla truffa, ricettazione di auto di lusso. La frode avveniva sull’asse Vicenza- Bergamo e le condanne sono relative a 14 anni di carcere con multe per 13.900 euro. (Il Giornale di Vicenza del 12 febbraio 2025).

7.9. Crac FWU, polizze azzerate, soldi persi epicentro a Verona.

Sono parecchie centinaia di risparmiatori a Verona che hanno sottoscritto polizze della compagnia d’assicurazioni lussemburghese FWU Life Insurance Lux Sa, controllata dalla tedesca FWU Life Insurance, dichiarata insolvente a dicembre 2024 dopo una crisi iniziata nel 2023. Si stima che le polizze collocate da FWU, tramite broker e agenzie di servizi assicurativi, in Italia siano 120mila per un valore di oltre 400 milioni di euro. Il Veneto, assieme a Lombardia e Lazio, è la regione con più sottoscrizioni con epicentro Verona. Le polizze sono veri e propri contratti di fondi di pensione privati con versamenti mensili per molti anni, e un risparmio e guadagno garantito. I risparmiatori ora si trovano con versamenti anche di importi considerevoli di centinaia di migliaia di euro destinati nel novero dei soldi persi (altro drammatico caso di risparmio perso). Il fallimento è gestito in Lussemburgo e inevitabilmente i tempi, sia per conoscere la somma recuperabile da ogni singolo creditore sia dell’effettivo recupero, sono lunghi (previsione 2028). (Corriere del Veneto del 12 febbraio 2025).

7.10. Operazione della Guardia di Finanza di Brescia contro l’ndrangheta, per reati fiscali, 3 perquisizioni e 1 indagato a Verona.

La DDA della Procura di Brescia ha disposto a cura della Guardia di Finanza 12 ordinanze di custodia cautelare con 7 arresti in varie città italiane e perquisizioni tra cui Verona, Svizzera e Spagna. L’accusa a componenti della ‘ndrangheta è di frode fiscale da 365 milioni di euro nel settore del commercio di materie plastiche. Disposto il sequestro preventivo da 8,5 milioni di euro. (L’Arena del 14 febbraio 2025).

7.11. Frode fiscale miliardaria di Amazon, indagati 3 top manager.

La Procura di Milano (PM Elio Ramondini) ha messo nel mirino l’algoritmo del colosso Usa della logistica con sedi in tutte le province Venete e l’hub di Castelguglielmo a Rovigo. L’indagine contesta una frode fiscale da 1,2 MLD di euro che in concreto diventano 3 miliardi a seguito di sanzioni e interessi per gli anni 2019-2021. Inoltre la contestazione della Procura che mette ancora più paura ad Amazon è relativa all’algoritmo predittivo della società, che non considera gli obblighi tributari in capo a chi mette in vendita sul proprio market-place in Italia merce di venditori extra-europei (in questo caso in prevalenza della Repubblica Popolare Cinese). Questa mancanza di dati da trasmettere alla Agenzia delle Entrate, al fine del pagamento del 21% di IVA da parte del venditore extraeuropeo, scuote alle fondamenta il colosso USA. Si stima che il 70% delle merci vendute in Italia da Amazon sia prodotto nella RPC. La comunicazione della frode è stata presentata dalla Guardia di Finanza di Monza il 23 dicembre 2024, alla fine di una verifica fiscale in un centro di smistamento della società. Amazon sostiene che non ha compiuto alcuna violazione e che questo è l’unico caso di contestazione nella UE perché le merci sono depositate in magazzini fisici in Italia. Il confronto giudiziario che è appena iniziato è acceso e duro. (Corriere della Sera del 14 febbraio 2025).

7.12. Condanna a Padova per 2 imprenditori vicentini e un ex sindaco.

Sono stati condannati a 5 anni di carcere a testa gli imprenditori Michele e Luciano Marin di Mussolente, titolari di due aziende di carpenteria metallica nel padovano (Tombolo e Vigonza), per bancarotta fraudolenta in concorso con Angelo Berno, commercialista ed ex sindaco di Tombolo (PD), condannato a 4 anni e 6 mesi. Il crac delle 2 aziende era stato pianificato, a detta dell’accusa (PM Luisa Rossi), con bancarotta documentale in cui le aziende venivano spogliate di ogni bene patrimoniale e fatte fallire con il subentro nell’attività di una nuova società estero vestita. Il fallimento da 9,5 milioni di euro era la conclusione di questa truffa nei confronti di Stato, creditori e clienti. Nell’udienza del 14 febbraio 2025 in Tribunale a Padova sono state emesse le condanne (su cui incombe la prescrizione) per l’operazione pianificata nel 2012, che ha visto nel 2016 gli arresti domiciliari del terzetto. (Il Giornale di Vicenza del 15 febbraio 2025).

7.13. Processo a Treviso Casa Zero, gli ex clienti contro l’archiviazione.

L’udienza in Tribunale a Treviso del 12 febbraio 2025 è stata l’occasione per un duro scontro tra i vari soggetti interessati nella truffa dei crediti fittizi di Azienda Zero. Per gli inquirenti (Pm Massimo De Bortoli) il raggiro è solo ai danni dello Stato e degli Istituti di credito, e non degli ex clienti, per questo è stata proposta l’archiviazione dei truffati privati da Azienda Zero. I committenti sostengono che sono stati “pagati lavori mai fatti” e che l’Agenzia delle Entrate potrebbe chiedere loro i soldi per le ristrutturazioni. Gli ex clienti che si sentono truffati hanno organizzato una manifestazione pubblica davanti al Tribunale per sostenere le ragioni dell’opposizione all’archiviazione a nome dei 1.800 clienti truffati. I legali degli imputati hanno sostenuto le ragioni del PM in quanto “non si possono fare dieci processi per uno stesso fatto”. Il GIP Cristian Vettoruzzo si è riservato una decisione. Nell’udienza del 26 febbraio 2025 il GIP Vettoruzzo ha accolto la richiesta della Procura e archiviato l’inchiesta per truffa semplice, quindi niente risarcimenti ai clienti di Casa Zero. Ai vertici della società è contestata soltanto la truffa ai danni dello Stato, con la prossima udienza fissata per il 22 aprile 2025 per 8 imputati (i vertici, consulenti e procacciatori di clienti di Azienda Zero), accusati dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato. I clienti possono chiedere la costituzione di parte civile. I crediti d’imposta fittizi sono stati pari a 49,29 milioni di euro. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 13 febbraio 2025; Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 27 febbraio 2025).

7.14. Luca Campedelli del Chievo calcio (VR) a processo per un buco di 34 milioni di euro.

Il Chievo calcio è fallito nel giugno 2022 a causa di debiti tributari per 17,8 milioni di euro e un buco di bilancio da 34 milioni di euro. L’anno successivo è stata messa in liquidazione la società che gestiva gli impianti sportivi. Luca Campedelli è stato il titolare della società dal 1992 alla data del fallimento. La Procura di Verona (PM Carlo Boranga e Stefano Aresu), sulla scorta dell’indagine della Guardia di Finanza, ritiene che si tratti di bancarotta fraudolenta, per questo è stato chiesto il rinvio a giudizio di Campedelli. Al centro delle contestazioni ci sono: cessioni fittizie di giovani calciatori; fatture sospette; prelievi e distrazioni di fondi sociali; contabilizzazione artificiosa dell’acquisto del centro sportivo Bottagisio. L’accusa è che per tenere in piedi il bilancio tra il 2013 e il 2018 sono state fatte una serie di operazioni con rivalutazione del patrimonio sociale. Inoltre si sarebbe agito senza adempiere agli obblighi tributari e previdenziali per oltre 34 milioni di euro. Campedelli è già imputato a Forlì in seguito al crac del Cesena Calcio in quanto avrebbe iscritto a bilancio plusvalenze inesistenti. (Correre del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 27 febbraio 2025).

7.15. Condannato in Cassazione l’ex bancario e broker abusivo di Rovigo.

La Corte di Cassazione ha emesso la condanna definitiva nei confronti di Davide Pasqualini (2 anni e 2 mesi), ex bancario e broker di Costa (RO) che esercitava abusivamente la professione, per appropriazione indebita e gestione patrimoniale infedele. In primo grado, nel 2022, la condanna era stata di 3 anni di carcere per aver svuotato il conto intestato ad un’anziana di 167mila euro. In Appello sono stati dati 2 anni e 2 mesi confermati dalla Corte di Cassazione. I fatti risalgono al periodo tra il 2014 e il 2018, e avevano portato all’arresto nel 2021. Nel processo di primo grado a Rovigo, nel 2024, Pasqualini era stato condannato a 2 anni di reclusione anche per aver sottratto a una coppia di anziani coniugi 1,3 milioni di euro e ad un altro cliente 26mila euro. Il tutto senza restituire il capitale maturato con gli investimenti. A Roma si è poi aperta la vicenda processuale che ha coinvolto anche 6 sodali accusati di aver sottratto a più di una decina di clienti della capitale 3,5 milioni di euro, tra il 2014 e il 2018, promettendo investimenti fittizi a Malta, e poi restituendo solo una parte del denaro investito (1,2 milioni di euro rispetto ai 4,7 milioni di euro ricevuti). (Corriere del Veneto del 27 febbraio 2025).

7.16. Maxi evasione fiscale da parte di un commerciante di cucine on line a Mestre (VE).

Il soggetto vendeva cucine attraverso l’e-commerce, spostando fittiziamente la sede della società all’estero, ma nei fatti faceva tutto da Mestre. La Guardia di Finanza di Venezia gli ha contestato il disegno di esterovestizione della società per evadere le tasse in Italia. I controlli hanno portato a contestare un’evasione fiscale di 1,7 milioni di euro di ricavi, con più di 340mila euro di IVA non pagata. È stata quindi effettuata la segnalazione in Procura e all’Agenzia delle Entrate del legale rappresentante della società per le omesse dichiarazioni fiscali annuali dal 2019. (Corriere del veneto, Il Gazzettino del 28 febbraio 2025).

 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova