Reazioni ai vaccini 10 mila segnalazioni in Veneto. «La verità? Nessun rischio grave e sono molto efficaci»

Il prof Moretti, responsabile del Centro regionale di farmacovigilanza. «Non sono stati dimostrati nessi tra somministrazione e trombosi» 

L’INTERVISTA

Cinquantamila segnalazioni di effetti collaterali dopo il vaccino a livello nazionale, poco più di diecimila solo in Veneto. Oltre un centinaio di decessi, di cui meno di dieci nella nostra regione. Ma, fino a questo momento, nessun nesso di causalità dimostrato. Il tutto, tra i dubbi nati intorno ad AstraZeneca, prima, e l’attesa del responso dell’Ema su Johnson & Johnson. Prova a fare chiarezza Ugo Moretti, docente di Farmacologia all’Università di Verona e responsabile del Centro regionale di farmacovigilanza per il Veneto e la provincia di Bolzano.



Professore, in quale clima state lavorando?

«Ci arrivano le segnalazioni, da parte del singolo o dell’operatore sanitario, e vengono valutate. Ma c’è tanta confusione legata alle comunicazioni dell’Ema e alle decisioni di alcuni Paesi. La sola cosa certa è l’assenza di prove di un nesso di causalità tra le vaccinazioni con AstraZeneca e le trombosi».

Ma ci sono Paesi che hanno ritirato AstraZeneca e J&J…

«Se hai a disposizione tanti altri vaccini, puoi fare a meno di quello su cui hai un minimo dubbio. In Italia, togliere AstraZeneca significherebbe proteggere meno persone, che così rischierebbero di morire».

Lei quindi consiglia di fare questi vaccini?

«Senza il minimo dubbio, sono assolutamente efficaci. In Italia contiamo in media 400 morti per Covid al giorno. Se queste 400 persone fossero state vaccinate con qualsiasi di questi vaccini, ora sarebbero ancora in vita».

Deve preoccuparci il cambio di decisioni su AstraZeneca?

«All’inizio era stato detto di somministrarlo solo agli under 55, perché il numero delle persone più anziane coinvolte nella sperimentazione non era sufficiente. Poi sono arrivati i dati e si è visto che il vaccino era sempre molto efficace. Adesso non lo si somministra ai giovani, per paura delle trombosi».

Parliamo allora delle reazioni: quali sono le più frequenti?

«Per Pfizer e Moderna, reazioni allergiche anche gravi (rare), perdita temporanea di sensibilità, paralisi o emiparesi facciali che si risolvono in pochi giorni. Per AstraZeneca, febbre e spossatezza, ma nessun problema con le allergie; Johnson & Johnson lavora in maniera simile e immaginiamo gli stessi effetti. Ogni vaccino ha delle sue caratteristiche e pochissime controindicazioni».

E i casi di trombosi?

«Non è stata dimostrata alcuna connessione con la vaccinazione. Normalmente, le trombosi colpiscono una persona su mille e in Italia se ne contano 200 al giorno. Eventi avversi cardiovascolari acuti, anche una su cento, tra gli anziani. È ovvio che uno di questi eventi possa capitare anche a breve distanza dalla vaccinazione. Il rischio di trombosi aumenta poi nei viaggi aerei e in un’altra situazione…».

Quale?

«Il Covid. Il contagio aumenta enormemente il rischio di trombosi. Per questo nei pazienti positivi si procede subito con la terapia anticoagulante, altrimenti i decessi con emorragia sarebbero mille-duemila volte superiori a quelli a cui assistiamo».

E assumere degli anticoagulanti prima o dopo la vaccinazione?

«Nulla di più sbagliato. Gli anticoagulanti, le aspirine, le terapie con l’eparina in questi casi ci proteggerebbero da rischi inesistenti, esponendoci invece a rischi molto elevati, soprattutto per gli anziani, come ulcere, emorragie, gastrolesività, reazioni renali e cardiovascolari. I farmaci vanno presi quando ce n’è bisogno».

Finora quante segnalazioni avete ricevuto?

«Meno di 50mila a livello nazionale, di cui più di 10mila solo in Veneto, dove il tasso di segnalazione è storicamente molto elevato. Ci sono stati casi di anafilassi, trombosi, reazioni neurologiche, oltre alla solita febbre. In Italia, i casi gravi segnalati rappresentano il 7,1%. Sottolineo, segnalati: una persona che “si sente morire” rientra nei casi gravi anche se poi, dopo 24 ore, sta benissimo. La percentuale dei casi gravi, in Veneto, è molto più bassa».

Le segnalazioni sono soprattutto per AstraZeneca?

«Assolutamente no. Su 46 mila, 37 mila sono per Pfizer, quasi 8 mila per AstraZeneca e meno di un migliaio per Moderna. In Veneto, la media è di 87 segnalazioni ogni 10 mila somministrazioni; a livello italiano, 40 ogni 10 mila».

Quanto ai decessi?

«In Italia ne sono stati segnalati più di cento, meno di dieci in Veneto. Qui, però, non per quel tipo di trombosi. Per la maggior parte, sono avvenuti dopo vaccinazioni Pfizer, ma il rapporto causale non è assolutamente dimostrato. Comunque, il numero di vaccinati è così elevato che, in tre mesi, ci ha permesso di identificare eventi estremamente rari. È la garanzia di un sistema di vera sorveglianza. La segnalazione italiana confluisce nel database europeo, che riceve segnalazioni da tutto il mondo».

Qual è l’arco temporale entro cui si verificano le reazioni?

«Lo choc anafilattico è immediato, la febbre dopo qualche ora. Per gli eventi gravi, si valutano dai quattro ai 20 giorni, ma il monitoraggio europeo è di sei-sette mesi».

Temete reazioni a lungo termine?

«Non c’è alcun elemento che possa farci immaginare il sopraggiungere di reazioni a lungo termine. Non avviene con gli altri vaccini».

Il numero di segnalazioni per i vaccini contro il Covid è in linea con quello per gli altri?

«È nettamente superiore, perché maggiore è la sensibilità».

C’è un “segnalatore tipo”?

«Le segnalazioni seguono la campagna vaccinale. Ora sono soprattutto anziani, poi l’età media si abbasserà». —


 

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