Recoaro scommette sul turismo slow: addio sci, la seggiovia funzionerà d’estate

Lo storico borgo liberty e la sua Conca di Smeraldo ai piedi delle Piccole Dolomiti vicentine stanno infatti sperimentando una ripresa dei flussi di turisti escursionisti che cercano esperienze di montagna “slow”. La cittadina termale nel 2022 si è aggiudicata un finanziamento Pnrr da 20 milioni di euro nell’ambito del Progetto “Attrattività dei Borghi”

Federico Piazza

Nel panorama turistico della media montagna veneta, merita attenzione il caso di Recoaro Terme.

Lo storico borgo liberty e la sua Conca di Smeraldo ai piedi delle Piccole Dolomiti vicentine stanno infatti sperimentando una ripresa dei flussi di turisti escursionisti che cercano esperienze di montagna “slow”. La cittadina termale nel 2022 si è aggiudicata un finanziamento Pnrr da 20 milioni di euro nell’ambito del Progetto “Attrattività dei Borghi”.

Entro il 2026 metà del budget sarà destinato alla riqualificazione di edifici liberty di fine XIX e inizio XX secolo, tra cui il Municipio e il Caffè Nazionale. E l’altra metà al rilancio del complesso termale delle Fonti Centrali, in crisi dagli anni Novanta, che dopo due decenni di cure senza esito da parte della Regione è ora affidato in concessione al Comune. Con l’obiettivo di sviluppare, attraverso un gestore in project financing che raddoppierà l’investimento sul compendio termale, un’offerta wellness affiancata a quella tradizionale delle cure in linea con la domanda di mercato più aggiornata.

Il progetto comprende anche lo sviluppo di una comunità energetica da fonti boschive e la formazione del personale con il coinvolgimento dell’istituto alberghiero Pellegrino Artusi.

Un percorso che intende valorizzare l’agricoltura di montagna con le produzioni tipiche di ortaggi, frutta, zafferano, miele, castagne, così come l’allevamento da malga e l’enogastronomia delle alte valli dell’Agno e del Chiampo.

Con opportunità quindi per le attività di hospitality per escursionisti sempre più provenienti da diverse regioni del Centronord d’Italia, che pernottano nel territorio per una o più notti. E uno sguardo in prospettiva anche ai flussi internazionali del vicino Lago di Garda.

Le guide alpine, ambientali e gli accompagnatori di mezza montagna attivi nelle Prealpi Venete testimoniano come negli ultimi 15 anni il turismo escursionistico tra i 500 e i 1500 metri sia costantemente in crescita. Con un’accelerazione dal 2018, anno del centenario della fine della Grande Guerra, sul Pasubio e la frequentatissima Strada delle 52 Gallerie, sull’Altopiano di Asiago, sul Monte Grappa.

E ancor più dopo il Covid. Il fenomeno interessa anche la Conca di Smeraldo, dove nel giro di pochi anni l’afflusso di escursionisti è aumentato del 300%. Camminate e bicicletta, soprattutto con calma e su percorsi facili. Al punto che ora nel Recoarese inizia addirittura a porsi la questione della gestione degli accessi. In questo contesto si stanno ponendo le basi per la riattivazione degli impianti funicolari di Recoaro Mille, la stazione sciistica in disuso sul Monte Falcone. Obiettivo riapertura nel 2024, nel contesto di un progetto di riqualificazione da 2,5 milioni di euro finanziato con i Fondi dei Comuni Confinanti tra Veneto e Trentino.

Perché, per raggiungere le quote oltre i 1500 metri dove fare giri panoramici e naturalistici, gli escursionisti in modalità turistica apprezzano un servizio di seggiovia attrezzato anche per le bici. Senza dimenticare la minoranza degli appassionati più sportivi, visto che il la nuova funivia prevede anche il trasporto delle bici downhill per gli amanti delle discese a tutta velocità. Completa il quadro dell’offerta la tradizione alpinistica di Recoaro, a cui fanno da corona le pareti e le guglie di roccia calcarea e i canaloni innevati detti vaji del massiccio del Carega e della catena del Sengio Alto. 

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