Regione costretta a pagare 24 mln a Net Engineering

VENEZIA. La società Net Engineering batte un colpo nella lunga sfida legale che la oppone alla Regione Veneto. Il contenzioso riguarda il mancato pagamento dell'opera di progettazione del Sfmr, la metropolitana di superficie veneta: il nuovo lodo arbitrale depositato presso il tribunale civile di Roma (è il foro concordato tra le parti) stabilisce il diritto di Net a percepire complessivamente 24 milioni di arretrati, inclusi gli interessi (circa 4 milioni) maturati dal 2007 ad oggi.
Reazioni comprensibilmente positive dall’impresa di Monselice, specializzata nel settore dell’ingegneria civile e delle infrastrutture e presieduta da Giovanni Battista Furlan: «Nell’esprimere piena soddisfazione per un verdetto che riconosce le ragioni di Net», recita una nota aziendale «si riconferma la più ampia disponibilità a ricercare con la Regione le intese più idonee ed efficaci al fine di addivenire alla rapida e completa realizzazione del Sfmr, che costituisce l’infrastruttura fondamentale per la soluzione dei problemi della mobilità veneta». Nessuna valutazione ufficiale, invece, dalla Regione, che si limita ad annunciare ricorso in appello nei confronti del lodo, un atto negoziale extragiudiziale assimilabile alla sentenza sul piano civile.
La vicenda, si diceva, è di lungo corso. Negli anni Novanta la società privata (che oggi conta 160 professionisti e opera in varie parti del mondo) riceve dal presidente della Regione Carlo Bernini l’incarico di progettare il nuovo sistema ferroviario metropolitano e tale mandato è confermato dal successore Franco Cremonese. Nel 2007, però, il nuovo governatore di Palazzo Balbi Giancarlo Galan impone l’interruzione del pagamento delle parcelle professionali all’azienda padovana. La circostanza innesca un’aggrovigliata sequenza di ricorsi, impugnazioni e lodi arbitrali, puntualmente sollecitati e poi contestati. All’inizio, la soluzione sembra a portata di mano: nel maggio 2008 viene raggiunto un accordo che spegne ogni contenzioso impegnando l’amministrazione regionale a versare 4,8 milioni ma la somma non viene onorata «per mancanza di cassa nei rispettivi capitoli di bilancio».
È l’avvio dell’escalation. L’anno successivo la stessa giunta Galan offre, senza successo, la somma di 18,5 milioni per porre fine alla contesa, cui Net Engineering replica alzando il prezzo a 32 milioni per fatture non pagate e mancati incarichi. Gran lavoro per gli studi legali: la Regione si affida all’avvocato veneziano Alfredo Biagini coadiuvato dal segretario dell’assessorato al bilancio Mauro Trapani; il presidente Furlan sceglie come civilista di fiducia il professor Ugo Ruffolo dell’ateneo di Bologna. Ad ogni step si ripropone il problema degli interessi passivi, che i ricorrenti privati addizionano all’importo originale. Nel 2011, la giunta di Luca Zaia (erede suo malgrado della contesa) delibera 18,72 milioni a saldo delle fatture arretrate ma neanche questa è la volta buona. Net Engineering aggiorna i conti e stima in oltre 28 milioni il credito complessivo. Nuovo braccio di ferro, ennesimo lodo arbitrale, quello di ieri, che riconosce le ragioni dell’impresa sul capitolo interessi. Nel frattempo la Corte dei Conti grida allo spreco mentre larga parte del progetto Smfr rimane ancora, malinconicamente, sulla carta.
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