«Riapro il dossier strade la Pedemontana va finita»

VENEZIA. Presidente Luca Zaia, dopo la sentenza del Tar del Molise è in arrivo una stangata per il Veneto per i project financing bloccati: le grandi imprese sono pronte alla guerra legale. Non teme di dover pagare risarcimenti milionari?
«Assolutamente no. Sono sereno perché la sentenza del Tar del Molise non ci riguarda. In Veneto si faranno solo le strade veramente necessarie, Luca Zaia non vuole fare tabula rasa del passato, appena la commissione regionale avrà concluso l’esame dei project verranno indicate le priorità. E riprenderemo in mano tutto il dossier. La Statale Padana Inferiore va completata, se ne parla da 30 anni, la nuova via del Mare che porta a Jesolo è una priorità e così pure la Nogara-Mare. L’unica incognita riguarda i fondi: in bilancio dieci anni fa c’erano 500 milioni, nel 2016 ne potremo spendere appena 50. Quand’ero presidente della Provincia a Treviso, stanziavo 40 milioni l’anno per la viabilità. Questa è la drammatica realtà, non abbiamo soldi. Il governo taglia senza pietà i fondi alle Regioni».
Perché il caso Molise non riguarda il Veneto? Lei con una legge regionale ha congelato tutte le grandi opere del passato e cosa resta dell’eredità Galan?
«Il presidente della Regione è come un chirurgo in sala operatoria e si occupa solo del paziente e non di chi è passato prima. Noi abbiamo rispettato alla lettera lo spirito della legge, non ci sono project in corso di valutazione per le opere stradali, né procedure di revoca di aggiudicazioni e meno ancora dichiarazioni di pubblica utilità. Il Veneto non rischia assolutamente nulla. Per questo sono tranquillo».
Una spada di Damocle ce l’avete e riguarda l’ospedale di Padova, Finanza e Progetti chiede 153 milioni per la revoca di Padova Ovest. O no?
«Per l’ospedale di Padova Ovest la Regione non ha mai dichiarato la pubblica utilità e il Tar ha respinto le pretese di Finanza e Progetti e quindi ci presentiamo all’udienza che discuterà la richiesta danni da una posizione di forza».
Torniamo alle grandi opere di viabilità: cosa pensa di realizzare realisticamente?
«Un passo indietro. Con la legge 15/2016 il Veneto ha voluto creare un modello che spero venga adottato anche dalle altre Regioni e inserito nella Finanziaria: non è possibile pagare interessi all’11% sui progetti quando il denaro ha tassi negativi. Così si dissanguano le risorse pubbliche a solo vantaggio dei privati che hanno strappato contratti favolosi. Qui mi fermo. Noi abbiamo cambiato metodo e ora attendiamo l’esame della commissione che dovrà indicare l’utilità e la priorità delle nuove strade da realizzare».
L’elenco è infinito. Da dove cominciamo: Nuova Valsugana, Padana Inferiore, Gra di Padova, Via del mare, Passante Alpe Adria, Nogara Mare, Tangenziali della A4: tirate le somme siamo a 7-8 miliardi. Senza i privati dove pensa di trovare i fondi?
«Questi progetti nascono da riflessioni tecniche e da precise richieste dei territori, con i sindaci e le categorie economiche mobilitate da decenni. Ora si tratta di capire cosa si può realizzare alla luce dei nuovi scenari economici: il Gra di Padova con la camionabile è ancora una priorità? Idem per le tangenziali venete della A4. Certo, questi sono progetti a costo zero per la Regione mentre noi abbiamo garantito 50 milioni alla Nogara-Mare e l’altra priorità si chiama Via del Mare per arrivare a Jesolo senza ore di coda. Poi c’è la Padana Inferiore nella Bassa padovana, con un contributo pubblico di 33 milioni: la dobbiamo assolutamente realizzare».
L’unica grande opera decollata è la Pedemontana, nata proprio con un project financing, ma c’è il rischio che faccia la fine della Salerno Reggio Calabria perché i soldi sono finiti: la Sis che ha vinto l’appalto non riesce a trovare 1,6 miliardi. Lei ha inaugurato il cantiere: che ne pensa?
«Piano con le leggende metropolitane. Luca Zaia nel 2009 era ministro quando fu affidato l’appalto della Pedemontana. Poi è vero, ho dato il primo colpo di ruspa e sono convinto che non farà la fine del porto di Gioia Tauro, in Veneto non abbiamo cattedrali nel deserto. Certo, ci sono delle difficoltà, ma lo Stato ha già messo 660 milioni».
I soldi arrivano da Roma, una volta tanto siete in sintonia con Renzi: siete pronti a collaborare?
«La sintonia l’abbiamo trovata con il viceministro Claudio De Vincenti, che ha creato un tavolo tecnico con la Regione, la Cassa depositi e prestiti e il commissario della Pedemontana per trovare le soluzioni e garantire il completamento della nuova autostrada. C’è la volontà di chiudere l’accordo e mi attendo delle novità importanti in tempi molto stretti».
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